Il blog di Antonio Tombolini

500 euri per un template

5

Commenta

  • Sogno o son desto?
    Si chiede a un “WordPress Graphic Wizard”, cioè un designer che conosce WP, di realizzare *for free* la sua proposta grafica per il blog del signor Giorgio, la qual proposta -qualora venissse scelta- verrà retribuita 500 Euri?
    È così?
    Ma le gare come questa, retaggio del reaganismo anni 80, non dovevano essere sepolte già da anni?
    Ma i designer non dovrebbero esser scelti sulla base del loro stile e dei lavori che hanno fatto?
    Ma che razza di brief è “personalizzare un template WP che “stia bene” col sito bow.it”? Di cosa parlerà il blog del signor Giorgio? Qualche dettaglio sui desideri del “committente”? Sarà un blog personale dove il signor Giorgio racconterà dei suoi weekend in campagna? O sarà il blog istituzionale di bow.it il ci scopo sarà dare più visibilità all’ecommerce? E soprattutto: come si fa a fare un template che stia bene con un sito brutto? Bisogna fare un template brutto?
    Ma…

  • Andrea, non ne so nulla di WP (forse), ma se fossi in te re-installerei il tema.
    Anzi, se fossi in te stapperei un bottiglia di Chianti Badia a Coltibuono ’70 e buonanotte.

  • Cribbio Antonio, mi stupisco, la butti sul personale?
    Forse mi hai letto distrattamente; il reaganismo e le gare sono proprio i princìpi dei cravattoni dal colletto bianco che io combatto.
    Ribadisco quanto ho scritto: non è con gare al buio e remunerazioni da oratorio che miglioreremo il web.
    (Venga messo al verbale che il sottoscritto non possiede cravatte)

  • Scusa, anche io non capisco Mr Oz.
    Il problema qual’e’, i 500 euro che sono pochi? E allora non basta dire questo senza tirare fuori il “reganismo”?
    E perché mai AT, o altri se per questo, dovrebbero avere l’ambizione sfrenata di “migliorare il web”, qualsiasi cosa voglia dire?
    A me invece sembra un idea giusta, e può anche darsi che a qualcuno 500 euro non dispiacciano. Certo, 5000 sarebbero meglio, magari qualcuno prima o poi si mette in testa di reagire a questa vergogna e finalmente apre un bell’albo professionale dei WP Wizards, con tariffe minime e esame di iscrizione, beninteso. All’avanguardia!

  • Ciao Gianpaolo.
    I 500 euro sono pochi, mi sembra un dato di fatto. Poi che a qualcuno non dispiacciano non ci piove. Probabilmente c’è anche chi lo farebbe aggratis…
    Ma non è tanto la cifra che mi scandalizza, quanto il fatto che si faccia una gara a chi fa il template più bello. Poniamo che partecipino in 10, 9 hanno lavorato for free e uno viene pagato (poco). Questo non mi sembra giusto.
    Ho usato il termine “reaganismo” per accentuare la mia opinione negativa sul sistema delle gare.
    Ritengo che sia un metodo scorretto per trovare (genericamente parlando) fornitori. Un sistema degno della “Milano da Bere”*.
    Credo, spero, che chiunque cerchi di migliorare il web. Probabimente un albo dei maghi di WP non è necessario, ma un po’ più di “struttura” sì.
    * quella che beveva amari disgutosi, mica un Barolo di Borgogno del 1985…

  • Ciao a tutti
    e un sentito ringraziamento a MrOz per il “brutto sito” :-). Volevo solo precisare che tra i presenti Antonio è il piu’ reganiano di tutti…infatti il blog voleva farmelo gratis 🙂 sono stato io ad insistere per pagare 😀
    In effetti fossero tutti come me e Antonio il web sarebbe da buttar via…. 😉

  • Sveglia Oz! Il template WP è un “fungible”, una super-commodity! L’alternativa ai 500 euro è il template gratis, quindi il senso della cosa è quello del gioco, altro che “reaganismo”, “giustizia” e robe del genere! O pensi davvero che si tratti di fare i soldi con i template WP? Miii… 500 euro per un template WP… mi sa che ho esagerato, quasi quasi vado ad abbassare la cifra… 😀
    Un altro discorso ancora meriterebbero le tue considerazioni sulla nequizia delle “gare”: fermo restando che in questo caso non si tratta di questo, mi piacerebbe capire in che cosa consista. Hai presente la parola “competizione”? Hai presenti le espressioni come “gara d’appalto”? o “gara di idee”? E lo sai che quando compro un vino (per dire) chiedo che mi mandino un campione, e dei 10 campioni che ricevo compro solo quello che mi piace? MA CHE CAVOLO VI HANNO MESSO IN TESTA IN QUESTO CAVOLO DI PAESE? Sveeeeeejjjjaaaaaa…

  • Volevo anche chiedere a Gianpaolo del quale conosco il Capatosta 🙂 se ti interesserebbe partecipare ad un progetto di vendita vino su un canale direct (misto online e offline). Ti scrivo sulla mail di poggioargentiera?

  • Ciao Giorgio.
    Non so come la vedi tu, ma il tuo sito ha un’interfaccia poco chiara e anche un po’ datata. Spero che abbiate in cantiere un restyling. Oh, sia chiaro: de gustibus…
    Ciao Antonio.
    Sono di opinione diametralmente opposta. Forse dovremmo chiarire il significato che io e te diamo al termine “template”. Ma se anche tu lo consideri “l’interfaccia grafica che caratterizza il blog” allora non vedo come possa essere “fungible”.
    Non penso affatto “che si tratti di fare soldi con i template WP”, ma penso che questo non sia il metodo corretto per affidare un lavoro a un designer/programmatore/smanettone.
    Per essere più chiaro: penso che le “gare di appalto”, le “gare di idee” e tutte le altre gare simili siano un sistema anacronistico e poco rispettoso del lavoro altrui.
    Oltretutto, posso ancor ancora accettare (a fatica) che una multinazionale indica una gara per trasparenza ed equità, ma le gare “tra di noi” proprio no.
    Quando io e te compriamo un vino, chiediamo al contadino un campione del vino che egli ha già prodotto, non gli chiediamo di fare un vino ad hoc per noi e poi, solo se ci piace, lo compriamo.
    La tradizione dell’assaggio non c’entra un fico secco con le gare. È il vigneron che di sua iniziativa viene da noi felice di farci assaggiare il suo prodotto. È completamente diverso.

  • > È il vigneron che di sua iniziativa viene da noi felice di farci assaggiare il suo prodotto. È completamente diverso.
    Bah. Il mio quotidiano da enotecaro è fatto di rappresentanti spesso poco preparati e tutt’altro che felici che di loro iniziativa cercano di farmi comprare roba che non ho mai assaggiato.
    La gara un metodo poco rispettoso del lavoro altrui? Peccato che la pensi così, ti perdi molto della vita. Adoro le gare, e perfino la lotta. Dove l’essenziale della gara e della lotta (chiedere ai greci per maggiori lumi), la sua dignità e la sua gioia non è nel vincere, ma nel “gareggiare” e nel “lottare”.
    Ma io, si sa, sono un vecchio conservatore reazionario.

  • Ciao Andrea, molto carini, grazie per la segnalazione, li ho già contattati 🙂
    Mr Oz sul fatto che sia un po’ datata e che necessiti di restyling posso essere d’accordo…sul poco chiara meno…da quel che misuro, mi dicono i competitor e ci dicono i clienti abbiamo conversion rate di buon livello nel panorama italiano (anche se il mio principale obiettivo per il 2008 è portarlo a livelli di eccellenza, sugli standard dei migliori siti americani).
    Credo che per chi come noi commercia questo sia il metro di misura principale, assai più di qualsiasi considerazione estetica, appunto legata ai gusti dei singoli…. ho visto ad es a una recente convention degli esempi di A/B testing su casi reali dove l’interfaccia a mio parere più “bella” non era MAI quella più efficace e dove la + efficace era quella in assoluto + orrenda e datata che si potesse immaginare 🙂
    Ciao
    Giorgio

  • Ciao Antonio.
    Comprendo benissimo. È proprio per la poca gratificazione del rapporto con i rappresentanti che io invece cerco, quando possibile (cioè spesso), di andare direttamente dal produttore, in azienda o in manifestazioni che giudico valide; non perdo mai “ViniVeri” per esempio. Ai rappresentanti, se necessari, lascio volentieri il lavoro commerciale e burocratico.
    Attenzione, non disprezzo affatto il concetto di gara, non era mia intenzione ragionare per assoluti. Semplicemente non condivido come l’idea di gara è attualmente applicata al mondo della comunicazione/design.
    Se un’azienda indicesse una vera gara con “premi” anche per chi non vince sarei il primo ad iscrivermi.
    Quando posso pretendo che la partecipazione alla gara, per esempio la realizzazione di un layout, sia retribuita almeno per la copertura delle spese.

  • Ciao Giorgio.
    Sono d’accordo con te che l’aspetto estetico del tuo sito è secondario alla sua facilità d’uso in funzione dell’acquisto. Ma se un’interfaccia oltre che ottimizata per la vendita è pure bella…
    Sono comunque convinto che la vostra interfaccia sia migliorabile anche sotto l’aspetto funzionale, e che abbiate un buon margine di miglioramento del conversion rate.
    Come dicevo basterebbe un restyling, mica va abbattuto e rifatto; per esempio ci sarebbe da fare un bel lavoro sulle icone e i colori.
    In culo alla balena per il 2008.

  • Mr Oz,
    tu dici che il sistema della gara ti sembra anacronistico e poco rispettoso del lavoro altrui.
    Partendo dal presupposto che partecipare o non partecipare ad una gara basta volerlo, mi spieghi qual’e’ il metodo più moderno o rispettoso del lavoro altrui?
    Io posso anche essere d’accordo che a qualcuno non gli vada di lavorare gratis per poi non essere scelto, ma allora basta fare come faccio io con il vino, quando qualcuno mi chiede i campioni gli chiedo un contributo.
    Però la differenza è che qualcuno mi deve chiedere i campioni prima, ovvero deve suonare il campanello (virtuale).
    Diverso è se vedo uno che su un blog ricerca campioni gratis per poi decidere cosa comprare, e io gli scrivo che glieli mando solo a pagamento.
    Diverso ancora è se io vado da un potenziale cliente, es. la premiata enoteca Sorelle Dalpiano (non è premiata ancora? siete giovani vedrete che vi premiano) e propongo i miei vini. Neanche in quel caso gli posso chiedere i soldi per i campioni.
    Insomma, scusami, ma mi sa che sei tu a non aver capito lo spirito dell’offerta di Antonio.
    Giorgio. Scrivimi su info@poggioargentiera.com. Oh, basta che non mi chiedi i campioni gratis, eh? 🙂

  • Gianpaolo, il rispetto del lavoro altrui si manifesta nello scegliere un “fornitore” o un “prodotto” per la qualità del suo lavoro e le caratteristiche che lo rendono unico.
    Quando un enotecaro/ristorante ti chiede un vino non sta facendo una gara del tipo “qui ci sono 500 euro vediamo chi mi manda il vino migliore”.
    Ti sta chiedendo un campione (già esistente, fa una bella differenza) del tuo lavoro.
    Come ho scritto sopra, mi sembra giustissimo da parte tua chiedere un contributo, lo faccio anche io nel mio lavoro, lo dovresti pretendere sempre, i tuoi clienti dovrebbero proportelo sempre.
    Nel mondo del vino e di “tutto ciò che si assaggia” è un po’ diverso, ma comunque (volendo tirare un po’ il concetto) non è che al ristorante il cliente si fa aprire tre Sangiovese diversi e poi compra solo quello che gli è piaciuto.
    Ti confesso che spero anche io di non aver capito l’offerta di Antonio, ma per quanto mi sforzi di rileggerla mi sembra una delle tante gare/concorsi online dove non c’è un vero rapporto committente-escutore.
    Lo so che tutta questa discussione per un template di WP è eccessiva, ma questo è solo uno degli episodi simili che vedo dilagare su internet.

  • E ne vedrai dilagare sempre di più “in internet”, vecchio mio. I tuoi paradigmi sono veecchi e stantii. Nonostante il tuo invidiabile da pizzetto, da – ripeto – super-manager col nodo della cravatta più grosso della sua testa 😛

di Antonio Tombolini
Il blog di Antonio Tombolini

Antonio Tombolini

Get in touch