Ci voleva Linda Stone con questo suo post per liberarmi di un senso di colpa che mi trascino da anni: ho un pessimo rapporto col telefono. Lo trovo invadente. E così capita, chi mi conosce lo sa bene, e chi mi vuole bene se n’è fatto una ragione, che di tanto in tanto io non porti il cellulare con me, o che anche avendolo io non risponda ad una chiamata.
Beh, Linda ha spiegato con parole che io non avrei saputo trovare ciò che dentro di me ho sempre sentito: è una questione di libertà:
Poiché possiamo farlo, lo facciamo! Visto che è possibile farlo, lasciamo che il telefono ci accompagni perfino in bagno, sotto la doccia, a letto. Visto che suona, ci sentiamo costretti a vedere chi ci sta chiamando e – il più delle volte – a rispondere. Visto che possiamo renderci accessibili, ci sentiamo in dovere di renderci accessibili.
Forse che “libertà” vuol dire non perdersi niente? La prossima che qualcuno ti chiama nel mezzo di qualcos’altro, lascialo squillare. E quando chi ti aveva chiamato ti chiederà perché non gli hai risposto o dove cavolo ti trovassi, sorridi, e rispondigli così: “Sono libero. Libero. Libero di vivere il presente.”
Anche a me le telefonate angosciano ma mi angoscia anche non riceverne affatto.
Però trovo molto meno invadenti i messaggi sia via sms che via skype, msn, gtalk ( o racchiusi tutti insieme in fring)
Leo
da qualche tempo ho preso a tenere spenta la suoneria del cellulare (ed a tenere lo stato su skype a “non disturbare”) e devo dire che la mia capacita’ di stare “nel flusso” ( http://en.wikipedia.org/wiki/Flow_(psychology) ) e’ molto migliorata!
[ … noto poi che il “senso di colpa” non era una cosa solo mia 🙂 ]
ecco, mi mancava solo di buttare alle ortiche il senso di colpa.
e ora chi risponderà più al petulante oggetto?