Il 2 maggio scorso Anobii annuncia dal suo blog la beta pubblica del suo nuovo sito web. Nuova grafica, nuove funzioni ecc…, ma soprattutto LA cosa realmente nuova, di cui però – stranamente – non si fa cenno nel blog: Anobii cambia radicalmente natura, da vertical social network dedicato ai libri e a chi li ama, a vero e proprio ebook store in competizione con tutti gli altri.
La cosa si presta a un paio di considerazioni:
- Anobii si mette a vendere ebook quasi alla chetichella, cercando di dare ancora enfasi ai suoi contenuti social: questo è del tutto unfair. Come unfair è a mio avviso incamerarsi – a questo punto a scopo di vendita diretta – gli utenti e i contenuti che hanno generato nel corso degli ultimi anni, confidando sul fatto che lo stavano facendo per condividere la loro passione per i libri, e non per alimentare gratuitamente chi ora ne fa un uso diretto commerciale.
- La svolta ecommerce di Anobii segnala che la strategia dei vertical social network in competizione col generalista FaceBook non funziona. Almeno per i libri, a quanto pare: Librarything.com e Shelfari.com risultano praticamente morte dopo l’acquisizione di entrambe a cura di Amazon, resterebbe Goodreads.com, che forte dell’appoggio degli investitori continua ad acquisire utenti, anche se non è ancora chiaro il suo (famigerato) modello di business.
Una terza considerazione: quando il modello commerciale di un sito non è chiaro, ovvero quando non si capisce come fanno a campare, gli utenti corrono sempre il rischio di vedere il sito in questione trasformarsi in qualcos’altro, con buona pace dei propri dati. Penso al caso di delicious o di Furl, quest’ultimo acquistato prima da Looksmart e poi da Diigo, solo per citare due esempi.
La famosa beta del nuovo sito è rimasta incompleta, il CEO Berlucchi se n’è andato, e noi utenti affezionati al vecchio sito anobii non riusciamo a capire che piega prenderanno le cose.
Intanto Sainsburys’ cerca un nuovo Managing director
http://bit.ly/S3Zry1
Tu che sei più esperto riesci a dedurre qualcosa dall’annuncio?
Mi piacerebbe capire qualcosa in più, perché alcuni utenti intendono ritrovarsi a Bologna tra qualche settimana, per scambiarsi opinioni sul nuovo anobii e sulle possibili alternative.
Astrid, le mie critiche su Anobii 2.0, diciamo versione Berlucchi, le avevo già fatte proprio qui: una strategia così ambigua (resto un social network tematico sui libri, però ci ficco dentro un po’ di soppiatto e con imbarazzo un ebook store) non poteva funzionare, e Berlucchi, nonostante le roboanti apparizioni web-mediatiche, ha mollato. L’esito è devastante: a questo punto l’idea di farne un ebook store non è neanche partita, e il social network si è giocato gran parte della sua credibilità.
Cosa farei come “anobiista” italiano? Mi chiederei innanzitutto “come lo vorrei io il social network ideale in cui condividere libri e letture? Ce n’è davvero bisogno? Andrebbe già bene un goodreads tradotto?”… insomma, proverei a ripartire da zero. Anobii, per parte sua, dovrà ripensarsi anch’essa da zero, ma questo riguarda Sainsbury’s 🙂
[…] lo spiega bene antonio tombolini di simplicissimus: […] unfair è a mio avviso incamerarsi – a questo […]
A CheFare si era presentato anche SocialBook (http://www.che-fare.com/progetto/social-book), bella idea di Giancarlo Briguglia, ma al momento (a quanto mi dice) ferma perchè l’idea è buona ma metterla su senza soldi è un’altra cosa. Quando vi vedete a Bologna, Astrid? Dove si trova la discussione in merito?