La copertina dell’ultimo numero di Internazionale è dedicata a un articolo di Beppe Grillo sul caso Parmalat. E’ un articolo da leggere (chi non lo volesse leggere, si risparmi anche le righe seguenti, ché risulterebbero prive di senso).
Dico subito che Grillo mi piace, e molto. Dico che fino a un certo punto la sua analisi non fa una piega. Dico che poi, da un certo momento in poi, purtroppo prende anche lui la semplificatoria tangente antiberlusconiana, per la quale ogni e qualsiasi guaio italico è da riportare, in un modo o nell’altro, a SuperSilvio (magari fosse vero, ma non è così). E qui si perde la bontà dell’analisi, e con essa la possibilità di individuare vie di soluzione. Tanto che il tutto si chiude con un discutibilissimo e perfino irritante richiamo nostalgico all’Italia industriale di agnelliana memoria, come se quelli fossero tempi puri…
Condivido il tuo commento: trovo anch’io , pur avendo sulle balle Berlusconi, che non è credibile che i nostri mali siano solo colpa sua.
Pensando questo alimentiamo la pia illusione che, tolto di mezzo lui, le cose cambierebbero di botto in meglio.
La decadenza morale ed etica di una parte sostanziosa del nostro Paese è accelerata ma non causata principalmente da uno come lui.
Anche senza Berlusconi al governo, avevamo tanti Berlusconi in giro per le istituzioni e in confindustria.
Resta da dire che, purtroppo, uno come lui è capitato nel posto sbagliato nel momento peggiore: di danni ne ha fatti e ne sta facendo parecchi, e anche belli grossi.
Concordo su alcune argomentazioni antiberlusconiane che posson sembrare pretestuose tuttavia non mi sembra che riguardo al declino industriale italiano Grillo abbia nostalgia dell’Italia di Agnelli e dell’Iri, fa solo notare come in Italia si sia scelto un approccio predatorio e poco lungimirante all’epoca post industriale. Quando altri grandi paesi mantengono il loro primato tramite gli investimenti, la qualità, la ricerca e lo sviluppo da noi si cerca una massimizzazione dei profitti nel breve mescolando finanziarizzazione e ricerca di una competizione impossibile con i PVS sui costi di produzione.