Che Jeff Bezos dedichi la sua lettera agli azionisti (PDF) interamente a Kindle è un altro segnale della svolta in corsa nel mondo dei libri, e vale senz’altro la pena di leggerla: io l’ho trovata molto bella (e fare in modo che sia bella una cosa che si intitola lettera agli azionisti è piuttosto impegnativo).
C’è un passo che trovo molto interessante, che al di là degli aspetti legati alla maggiore o minore adeguatezza di questo o quel lettore ebook, spiega però il senso dell’operazione-Kindle, e più in generale il senso del perché è giusto investire, proprio ora, proprio in questo periodo, nel futuro del libro (e nel libro del futuro), ovvero sugli ebook (la traduzione è mia, siate clementi):
Ormai i dispositivi connessi in rete, come i computer, i portatili, i telefoni cellulari e i PDA hanno cambiato tutti noi. Ci hanno spinto a consumare piccoli snack di informazione, nella direzione di spazi di attenzione sempre più brevi. Mi piace il mio BlackBerry – sono sicuro che mi renda più produttivo – ma non ci leggerei mai un documento di trecento pagine. E non lo farei neanche al computer, o al portatile. Come ho già avuto modo di dire in questa lettera, le persone tendono a privilegiare ciò che è più conveniente e usabile. Se i nostri dispositivi facilitano l’informazione-snack, noi ci sposteremo progressivamente verso l’informazione-snack, allontanandoci dalle letture più lunghe.
Kindle è progettato proprio per la lettura lunga. Noi speriamo che Kindle, e i suoi successori, possano gradualmente e progressivamente spostarci negli anni in un mondo fatto di spazi di attenzione più lunghi, bilanciando così la recente proliferazione di dispositivi tutti dedicati all’informazione-snack.
Mi rendo conto di assumere così un tono da missionario, che vi assicuro è del tutto reale e genuino. E non appartiene soltanto a me, ma è condivisa da tante altre persone qui da noi.
Io ne sono felice, perché i missionari danno vita a prodotti migliori.
E voglio anche sottolineare che, mentre sono convinto che i libri sono sul punto di essere migliorati da questo processo, non è affatto scontato che sia Amazon a provocarlo. Succederà comunque, e se non saremo noi a farlo e a farlo bene, sarà fatto da qualcun altro.
[…] thanks to Antonio for pointing this […]