Il blog di Antonio Tombolini

Book Farm: il punto

B

Sto lavorando alla Simplicissimus Book Farm da un po’, ed è tempo di tirare le prime somme e fare le prime scelte. Per chi si sintonizzasse solo ora all’ascolto, la Simplicissimus Book Farm è una casa editrice, che pubblicherà e venderà ebook, cioè libri in formato elettronico di qualità. Di qualità i libri, e di qualità anche il formato elettronico.

Ah, ma gli ebook sono già falliti qualche anno fa.
Vero, ma secondo noi sono falliti perché non esisteva un lettore di libri elettronici sufficientemente confortevole.

E allora, adesso cos’è cambiato?

E’ cambiato che la nuova tecnologia di inchiostro elettronico – E-ink – vista all’opera è davvero portentosa, e i nuovi lettori (ho già in mano iLiad e V2) sono un giocattolo strepitoso. Sony ha sviluppato il suo Portable Reader (che riceverò ai primi di dicembre) e Amazon ha annunciato che sta sviluppando il suo (Kindle): tutti sempre con tecnologia e-ink. Insomma, siamo convinti che i nuovi Ebook-Readers potranno avere il ruolo che i lettori MP3 alla iPod hanno avuto nella diffusione della musica digitale.

Ah, ma adesso quegli aggeggi costano molto, e li avranno in pochi, come si fa ad avere mercato?
Noi siamo una piccola casa editrice, e ci basta un piccolo mercato. Inoltre i nostri ebook saranno venduti in diversi formati, ottimizzati per ogni tipo di supporto di lettura: dal pc al tablet al PDA all’iLiad al V2 al Sony Reader all’Amazon reader al…
Abbiamo inoltre un vantaggio: lavoriamo in Italia, dove nessuno si sta muovendo su questo. Noi vogliamo essere pronti, e sviluppare contenuti, tanti e di qualità, in anticipo su tutti gli altri.

Ok, ma vuoi mettere la carta?
Già. Come per i CD, a suo tempo: ok, ma vuoi mettere il vinile? La carta sopravviverà, naturalmente: ma solo la migliore, quella davvero bella. Nel lungo termine è sperabile invece che non avremo più tutte quelle tonnellate di carta orrenda, inquinante, costosa, ad alta intensità di energia e pure brutta, tutta quella che circola soprattutto coi quotidiani, le riviste patinate e non, i libri più andanti.

Ok. Forti di queste convinzioni abbiamo cominciato a chiederci: come si comincia?

Su quali pubblicazioni puntare? Ma pubblicazioni scolastiche e accademiche naturalmente!

Macché. Certo, i vantaggi degli ebook (e di un lettore di nuova generazione come iLiad) sono formidabili soprattutto per chi studia, scuole superiori e università. Vero in teoria, ma impraticabile: la lobby composta da docenti-editori-librai-copisterie fa un muro bestiale, e ostacola in ogni modo l’avvento di questa (inesorabile e inevitabile) innovazione. Fanno male? Sì. E’ un rifiuto irrazionale, ma è un rifiuto.

Beh, gli editori hanno diritti su una miriade di opere, anche belle e importanti, che non pubblicheranno mai più semplicemente perché antieconomico: compriamo da loro quei diritti!
Macché. Idem con patate: gli editori di carta non mollano i diritti. Non ci guadagnano, perdono un possibile ricavo, ma cercano di ostacolare come possono l’avvento degli ebook. Li snobbano, dicono che non avranno mai successo, ma li temono.

E allora?
Allora opere originali, opere che sul mercato italiano non ci sono ancora: nuove opere, classici rieditati, traduzioni. Ecco quel che faremo. Anzi, quel che abbiamo cominciato a fare.
I nostri alleati principali: autori, agenti letterari, traduttori, uomini e donne di cultura. Generi: tutti. Titoli: tutti quelli che ci piaceranno.

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  • > “la lobby composta da docenti-editori-librai-copisterie fa un muro bestiale, e ostacola in ogni modo l’avvento di questa (inesorabile e inevitabile) innovazione”
    Questa affermazione dovrebbe fare riflettere di più.
    L’affermazione degli ebook in misura tale da consentire lo sviluppo di un mercato, pur se piccolo, avverrà talmente avanti nel tempo, che noi saremo già passati a miglior vita.
    L’esperienza della new-economy pensavo avesse insegnato qualcosa.

  • Concordo su i punti da te presentati, Antonio. Ora una mia semplice curiosità: ci sono generi particolari, nuovi autori (o vecchi autori che vgliono sperimentare il nuovo) di cui hai già raccolto l’adesione? Era molto interessante l’idea di Massimo De Marco sui libri di cucina e anche su ricettari, sicuramente una cosa originale. Ma su tutto deve prevalere la qualità e la costanza, anche in virtù del punto
    “Ah, ma adesso quegli aggeggi costano molto, e li avranno in pochi, come si fa ad avere mercato?”
    Questo perchè la gente spende molti soldi o perchè fa figo il nuovo lettore e possono permetterselo (ma questi lo rivenderanno nel giro di poco perchè non capiranno appieno la potenza del tool) o perchè ci credono veramente e vogliono poter leggere roba di qualità (in questa prima fase “di nicchia”, un domani ci leggeranno di tutto, si spera in primo luogo i quotidiani!).
    Hai pensato magari anche a riviste a tiratura molto risicata ma molto interessanti? mi vengono in mente tutte quelle pareti piene alla Feltrinelli, che hanno un costo altissimo vista la scarsità della tiratura: su di loro secondo me si potrebbe contare. Unica cosa è che alcune di queste sono piene di imamgini e non so se lettori tipo I-Liad sono stati studiati per gestire al meglio solo i caratteri (per cui solo libri) o anche grafica…

  • Ammetto che non investirei i miei soldi in un progetto del genere.
    Però magari potrebbe avere successo creando una comunità tipo ciò che è Vitaminic per la musica. Una comunità di tanti liberi autori… anche solo per una volta nella vita.
    Cozza un po’ con il concetto di “contenuti di qualità”… ma magari si può selezionare i contenuti. Quelli scarsi te li scarichi gratuitamente. Quelli di qualità li paghi e l’autore prende una percentuale.
    In bocca al lupo.

  • E’ bello vedere i commenti di giovani entusiasti come voi ;->
    @Franz: sì, la new economy ha insegnato un sacco di cose. Alcune le ha imparate Amazon, che (forse non hai letto sopra) sta addirittura sviluppando in proprio un ebook reader. E sai cosa ci farà appena sarà pronto? Ci butterà dentro un sacco di libri da leggere in formato Mobipocket (altra cosa che nel frattempo si è comprata) dentro quell’e-reader. E sai cosa farà inoltre? Venderà il suo device a un prezzo irrisorio (come fanno le compagnie telefoniche coi telefonini), e sai perché? Perché Amazon i soldi li fa coi contenuti, cioè coi libri. E se Amazon abbatte i prezzi del nuovo reader sai cos’altro succederà? Che gli altri produttori (Sony, iRex…) saranno costretti ad allinearsi. Che ne dici? Ho imparato bene la lezione? 🙂
    @Sebastiano: la collana enogastro ci sarà, ovviamente. Ottima l’idea delle Riviste… da dove si potrebbe cominciare? NB iLiad, come gli altri device basati su tecnologia e-ink, lavorano in bianco e nero: Sony e V2 con 4 toni di grigio, iLiad con 16 toni di grigio. Le immagini rendono molto bene, ma in bianco e nero, e quindi di questo si dovrà tenere conto.
    @Luca: non vuoi investire? Peggio per te! 😛 Quanto alla “comunità dei liberi autori”… alla larga! C’è una marea di sedicenti autori che fanno francamente schifo. Faremo invece così, credo: noi pubblicheremo a nostre spese e pagando gli autori e facendo pagare i libri in base a un nostro piano editoriale. Chi volesse pubblicare con noi potrà farlo coprendo i costi di produzione del suo libro (che sono molto bassi) e deciderà lui se pagarseli in proprio per diffonderlo gratis attraverso di noi, o se farlo pagare un po’ a chi lo compra. E tuttavia, anche in questo caso, eserciteremo un filtro per pubblicare solo quello che ci piacerà. La merda, anche regalata, resta sempre merda, e vorrei evitare di divulgarne più di quella che c’è già abbondantemente in giro.

  • Sono dalla tua!
    Bisogna fondamentalmente ripensare al ruolo dell’editore: per la persona che legge un e-book NON è un libro, quindi i contenuti che possono essere veicolati devono adattarsi al medium, perchè il viceversa è possibile solo in una certa misura.

  • @ Antonio
    > “Che ne dici? Ho imparato bene la lezione? :-)”
    Si, direi di si.
    Io rimango scettico, ma, ovviamente, ti faccio un grande in bocca al lupo! 🙂

  • nell’alimentare la new-economy doveva far sparire alcune figure. Sapete negli ultimi 10 anni in quel settore quali sono le aziende con una maggiore crescita in termini di profitti e vendite? I Distributori e Grossisti cioè quelli che sarebbero spariti in poco tempo.

  • @Gianluca-minimarketing: in effetti ho dei problemi col trackback… grazie per il post!
    @Angelo: in mano non ti ritroveresti niente, ovviamente. Come non ti ritrovi niente neanche quando compri, che ne so, un file musicale, o (se fai il grafico o il designer) una foto digitale, o quando paghi il biglietto per andare al cinema. Compri un libro, nella forma di un file da scaricare e leggere dove vuoi (dal pc al lettore di vecchia generazione a quelli di nuova generazione). Insomma… un ebook 🙂
    @asino: finché il teletrasporto non sarà finalmente una realtà, e non sarà possibile spedire un salame in allegato a una mail, chi lavora nella logistica dei beni fisici è destinato a fare un bel po’ di soldi, e sempre di più. La logistica è un settore in pienissima espansione. Il valore aggiunto di questi attori non risiede nel marketing o in aspetti direttamente commerciali, ma, per l’appunto, nella organizzazione logistica e gestione delle merci. Dimmi tu, piuttosto, asino (absit iniuria verbis): sai dove viaggia ormai l’80% del volume d’affari sviluppato (anche nell’alimentare) dalle transazioni tra produttori-distributori e grossisti-grande distribuzione? Online, si chiama e-commerce B2B.

  • Per le riviste oggi farò un salto alla Feltrinelli per farmi un idea, ma penso siano una marea… il tutto dipende da se e come queste riviste si possono sposare con il vostro piano editoriale. Nel senso che c’è veramente di tutto, dalle riviste politiche massimaliste (che non trovano uan grande distribuzione) alle riviste di architettura (per me stupende) o quelle di costume (e qui ce ne rientra un’altrettanta marea). Altra cosa interessante, anche se oggi di qualità pessima a mio avviso, sarebbero le free-press. Ormai urban non c’è più (lo adoravo), ma per riviste tipo VIVO o METRO si potrebbe studiare la cosa, anche se la qualità è zero potrebbe sempre essere una buona sperimentazione e potrebbe servire a “distribuire” la conoscenza di questo nuovo device/formato anche ad un vasto numero di potenziali utenti. Esula un po’ dalla mission (odio la parola ma nn me ne vengono altre) di SBF ma potrebbe essere interessante
    Ciao

  • non discuto sulla tecnologia, ma con la new-economy si diceva che interi settori sarebbero spariti cosa che non solo non è avvenuta ma lo stesso Internet ha potenziato (come dici Tu riguardo le transazioni). Se parliamo di teletrasporto almeno per me (asino) è fantascienza! La stessa fantascienza utilizzata da qualche Grande Furbo (più che Grande Fratello) con la favola della new-economy

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