Tenterò da ora, anche col vostro aiuto nei commenti (grazie!), di avviare un tentativo di comprensione del significato del risultato referendario che si va profilando. Una sola avvertenza: proverò ad astenermi il più possibile dalle opinioni, per formulare ipotesi ricavate il più possibile da dati di fatto.
Fatto numero 1
Alla chiusura dei seggi alle 22.00 di ieri si è registrata un’affluenza del 18,7%.
Fatto numero 2
Nella scorsa tornata referendaria (giusto due anni fa, giugno 2003), alla stessa ora l’affluenza era stata ancora più bassa, il 17,5%.
Ipotesi 1
La campagna astensionistica posta in essere dalla gerarchia ecclesiastica, in tutte le chiese, in tutte le parrocchie, in tutte le associazioni (e sostenuta tra gli altri da: Pera, Casini, Rutelli, tutto il centro destra tranne Fini e Prestigiacomo) non ha avuto effetto alcuno. Così come la campagna per il Sì.
Ipotesi 2
La campagna astensionistica posta in essere come sopra ha avuto un forte effetto, consistente nel neutralizzare l’altrettanto forte effetto della campagna per il Sì.
Conclusione provvisoria
Tra le due, per ora, mi pare assai più convincente la prima.
La prima ipotesi che hai detto. Secondo me, come ho titolato nel mio post http://salvio.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=545141, siamo in piena recessione sociale. L’italiano medio (la cui istruzione è come quella di un bambino delle medie, Berlusconi docet) è menefreghista, disilluso, opportunista. Interessa votare (e sto pensando al sud) solo se ha qualcosa in cambio (favori, il posto per la figlia, etc).
Complimenti, “recessione sociale” mi sembra assai appropriato. Triste, ma appropriato.
Antonio, un documento in piu’per riflettere..
http://brunik.altervista.org/20050610082224.html
C’è poco da dire: hanno ucciso il referendum!
più semplicemtente……la gente si è espressa!
e la “gente” non è così sprovveduta od imbecille come pensavate!
ma poichè non ha votato come volevate voi – anzi non ha votato affatto – ora cercate ed accampate ragioni inesistenti.
Fatevene una ragione e smettetela di caricare il contribuente di costi eccessivi quali quelli per un referendum !!!
Dobbiamo capire l’oggi analizzando gli ultimi trenta anni della storia italiana: politica e sociale.
La crisi politica, sociale, industriale, della legalità, ecc… sono tutti aspetti della stessa storia.
E’ una denuncia ed una analisi storica radicale e come Cassandre assistiamo all’ingresso del cavallo dentro le mura.
Spero che l’internazionalizzazione delle nostre vicende italiane consenta al nostro Paese di non precipitare.
Un auspicio per gli effetti, da cogliere, della prossima presidenza UE di Blair.
Inutile cercare tante spiegazioni. Sono esattamente 10 anni che nessun referendum raggiunge il quorum
E questo per colpa dell’uso patetico, ridicolo e distorto che di questo strumento hanno fatto i radicali, con i loro bastimenti carichi di referendum, 15, 20, perfino 30 per volta. Su argomenti di qualsiasi tipo, quasi sempre privi di interesse, o minuzie insignificanti (me ne ricordo uno: volete mantenere la figura del segretario comunale!!! E che ne so io, e soprattutto, che me ne frega???) Non certo i grandi temi, come aborto e divorzio, ma stupidate a go go, al solo scopo di mantenere visibilità
E la gente si è rotta le scatole, e ha imparato, purtroppo, a non votare
E così anche questa volta, su una battaglia giusta e su un grande tema civile, la gente non ha votato, come negli ultimi 10 anni
A furia di gridare al lupo al lupo, e tutto ciò che ne consegue
L’analisi più calzante del dopo-voto l’ha fatta Giuseppe Genna, ahimè.
http://www.onemoreblog.org/archives/006628.html