Il blog di Antonio Tombolini

Corte Suprema Olandese o Di Maio per me pari sono

C
Luigi Di Maio, filosofo del diritto per il XXI Secolo.

Vedo molti miei amici progressisti esultare, insieme a masse progressiste festanti, alla notizia, riportata con entusiasmo dal fior fiore delle testate progressiste (come Valigia Blu), secondo cui la Corte Suprema olandese (l’equivalente della nostra Corte Costituazionale) avrebbe condannato lo Stato olandese a ridurre le emissioni di CO2. Ecco come viene riportata la sentenza:

“Il governo olandese ha l’obbligo di ridurre entro la fine del 2020 le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 25% rispetto al 1990. Non rispettare questo limite costituisce una violazione degli articoli 2 e 8 della Convenzione Europea dei Diritti Umani che tutelano il diritto alla vita e al benessere delle persone”

Angelo Romano, Olanda, sentenza storica sul clima: lo Stato, portato in tribunale dai cittadini, condannato a ridurre le emissioni inquinanti, Valigia Blu

Ho reagito a caldo, e senza motivare, su Facebook così:

https://www.facebook.com/tombolini/posts/10218069223136519

Lo so, è una reazione non motivata. Un po’ per rabbia. Un po’ perché mi illudevo che la motivazione della mia irritazione fosse più evidente. Ma non lo è. Dunque eccomi a motivare, anche se la cosa mi rattrista un po’.

Sono più d’uno i profili che rendono questa sentenza tutt’altro che desiderabile. Analizziamola con un po’ di attenzione.

Lo Stato viene “portato in Tribunale dai cittadini”, ci viene detto. Espressione di gergo giornalistico, ma imprecisa: a portare in Tribunale “lo Stato” non possono essere “i Cittadini”, ma un soggetto determinato, in questo caso, ci viene spiegato, una fondazione no-profit, Urgenda, che si prefigge il nobile scopo di promuovere una economia sostenibile, economie circolari ecc…, tutte cose molto belle. E Urgenda ha portato “lo Stato” in tribunale “insieme a 886 cittadini”: chi sono? Perché 886 e non 10, e non 1000? Non lo sappiamo.

Ma andiamo al sodo. C’è stato un procedimento giudiziario. Qualcuno ha fatto causa “allo Stato”, evidentemente accusandolo di aver infranto qualche legge (a questo serve il diritto: a stabilire cosa succede quando qualcuno infrange la legge, a cui tutti sono sottoposti). Quale sarebbe allora l’accusa? Quali leggi avrebbe infranto lo Stato olandese secondo chi gli ha fatto causa?

[Urgenda] ha fatto causa ai Paesi Bassi accusandoli di non adottare i provvedimenti necessari per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici…

Vedete un qualche riferimento di legge? Vedete citata qualche norma che lo Stato avrebbe infranto? Io no. Vedo una rivendicazione politica. Legittima se e solo se svolta in sede politica. Di certo non legittima ai fini della promozione di un contenzioso giudiziario. Di fronte a un’accusa come questa, in uno stato di diritto, il magistrato (il cui compito specifico è applicare la legge) avrebbe dovuto semplicemente rigettare la causa, senza neanche avviare un processo.

Invece no. Ai tempi della barbarie culturale e giuridica di stampo populista (di destra E di sinistra) che affligge i Paesi di cultura occidentale, il magistrato, il Tribunale, ammette questo capo d’accusa come legittimo. Come è possibile?

Facile, ci dice il giudice: il riferimento normativo esiste, la norma infranta dallo Stato esiste, e si tratta di una norma sovranazionale, gli articoli 2 e 8 della Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo. Ora, prima di andare avanti, mi fate il favore di andarveli a leggere gli articoli 2 e 8 della Convenzione.

Fatto?

Molto bene. I giudici olandesi, a fronte di quell’accusa, dicono “e sì, lo Stato non ha rispettato quei diritti sanciti dalla Convenzione, e quindi è colpevole”. Non vi accorgete di quanto sia abnorme una tale decisione?

Ecco il perché: in uno stato di diritto la legge sanziona che la infrange. Sanziona chi non rispetta un proprio dovere giuridicamente stabilito, o un’obbligazione liberamente contratta. Il processo si occupa di far rispettare i doveri, di certo non può occuparsi di garantire i diritti. Certo, protegge i diritti nella misura in cui questi corrispondono a precisi doveri normativamente o contrattualmente stabiliti.

Una carta dei diritti umani, come la Convenzione Europea, definisce i diritti fondamentali dell’uomo. Ma non definisce, né potrebbe, i corrispondenti doveri. Per la semplice ragione che i diritti umani eccederanno sempre i doveri prescritti e prescrivibili. C’è ancora oggi chi muore di fame, e quelle persone hanno il diritto di vivere come lo abbiamo noi. Ma è questione che possa essere risolta in tribunale, attraverso un processo? No. La questo è politica, e non giuridica.

Per questo gioire di condanne come questa è come gioire di un Di Maio qualsiasi che affacciandosi da un balcone la sera annuncia di aver cancellato la povertà. La povertà, così come l’inquinamento, così come il climate change, non si cancellano con un decreto, e neanche con una sentenza.

Non a caso la sanzione con cui lo Stato olandese è stato condannato non può che essere politica:

“Il governo olandese ha l’obbligo di ridurre entro la fine del 2020 le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 25% rispetto al 1990. Non rispettare questo limite costituisce una violazione degli articoli 2 e 8 della Convenzione Europea dei Diritti Umani che tutelano il diritto alla vita e al benessere delle persone”

Se non comprendiamo l’abisso di incultura e il rischio di totalitarismo insito in una classe giudiziaria che prescrive come condanna l’adozione di certe politiche piuttosto che altre, vuol dire che siamo alla frutta.

Gli esiti possibili sono due, e non è escluso che possano verificarsi entrambi:

  1. Lo Stato non adotta i provvedimenti che gli vengono imposti con la sentenza (e come potrebbe? Si può abolire il climate change per decreto? No, non si può), i “cittadini” reclameranno giustizia, i tribunali e i loro giudici si imporranno sulla politica, indirizzandola verso la realizzazione di uno stato etico e (quindi) totalitario.
  2. Lo Stato non adotta i provvedimenti che gli vengono imposti con la sentenza (e come potrebbe, ecc…), e non succede niente: in questo modo il diritto e le sue istituzioni, l’ordine giudiziario, avrà dimostrato sul campo la sua vacuità e la sua inutilità, contribuendo così ad aumentare ancora di più la sfiducia e la distanza tra cittadini e istituzioni, svuotando il diritto dei suoi contenuti propri.

In sintesi: un disastro.

Ah, preparatevi, a quanto pare sta per partire un procedimento giuridico analogo anche in Italia, promosso da tanti soggetti e associazioni tanto benpensanti quanto qualunquisti e populisti. La campagna si chiama emblematicamente Giudizio Universale, e si propone di

Chiederemo allo Stato Italiano di attuare misure più stringenti per rispondere ai cambiamenti climatici e invertire il processo: se non ci pensiamo noi, nessuno lo farà al posto nostro.

(Giudizio Universale)

Come lo chiedono? No, non più coi vecchi strumenti della politica, con la lotta, coi programmi di governo, con la costruzione di un consenso, no. Lo chiedono facendo causa allo Stato.

Io ho già i brividi.

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