Qualunque cosa ne pensiate, non è una buona notizia: Diario è in edicola da oggi col suo ultimo numero, chiude. Notizie commenti e discussioni avvengono sempre più in rete, e questo è un bene, scrivono quelli di Diario nel loro editoriale di congedo. E il meccanismo della pubblicità su carta non funziona già più, almeno per i più piccoli e indipendenti, mentre scricchiola anche per i più grossi:
Il numero di siti web, di blog e in generale lo scambio di notizie è fortunatamente cresciuto a dismisura. La «buona lettura» è stata adottata da molti giornali. La possibilità di sedersi di fronte al proprio lap top e di consultare «in tempo reale» tutte le fonti di informazione del mondo è sempre più alla portata di tutti. Il mercato pubblicitario (l’unico a tenere in vita i giornali) è a noi praticamente precluso, per quella mancanza di do ut des che ci caratterizza e che dal mercato evidentemente è stato ben colto.
Di qui la necessità di fare un pausa.
Pare abbiano già in mente qualcos’altro da mettere in piedi:
Speriamo di farci vivi al più presto con un nuovo giornale. Ci stiamo pensando e pensando. Bisognerà fare un giornale (alla fine, a questo tipo di comunicazione siamo legati)…
Già, un giornale. Ma è per forza di carta, di questi tempi, cari amici di Diario, un giornale? Nel caso, se volete, parliamone.
DIARIO è stato per assai tempo l’unico foglio di carta settimanale che mi piaceva leggere. Pur con alcuni irritanti vezzi “dessinistra”, aveva qualità altrove non frequentate.
Così mi dispiace, e proprio molto, che abbiano dovuto mollare.
E mi aspetto di leggere i loro meglio, altrove.
Non credo che la crisi dei giornali sia solo Internet, credo, per quello che riguarda i giornali italiani, sia una crisi di contenuti. In un Paese come il nostro sono una percentuale molto bassa i lettori di quotidiani, questa percentuale è composta da lettori anche di libri e consumatori di cultura in genere. Vi pare che il linguaggio dei maggiori quotidiani sia un linguaggio che un qualsiasi lettore di media cultura possa sopportare? Io dopo 40 anni di onorato servizio come lettore del Corriere della Sera ho deciso di non acquistarlo più. Soprattutto da quando hanno fatto alcune edizioni regionali ( provate ad acquistare il Corriere Veneto) Che un giornale di quelle tradizioni si riduce per vendere qualche misera copia in più ad usare titoli e contenuti che vanno bene per il popolo leghista non si sono resi conto che quel popolo il giornale non lo acquista. A me piace ancora leggere il giornale ogni mattina!
Personalmente non mi accontento di prendere atto che Diario non sarà più in edicola. In un’epoca dove appunto la crisi di contenuti nell’informazione tende a prevalere rivela quanto sia drammatica la notizia della chiusura di una rivista che si è sempre contraddistinta per impegno e qualità. Abbiamo creato un blog http://salviamodiario.blogspot.com/
per dare visibilità a tutti quelli che come noi intendono sostenere Diario.
Al di là della diffusione dei blog, UGC ecc. penso sia molto importante la figura del giornalista pagato per cercare informazioni e fare inchieste e non semplice CTRL-C CTRL-V di agenzie o opinioni.
Quindi ben venga una resurrezione di Diario magari on-line, ma pur sempre con una redazione di giornalisti retribuiti.
@Chiara Va però anche ricordato, oltre ai meriti, anche il gravissimo errore giornalistico compiuto da Diario con la pubblicazione dell’inchiesta sui presunti brogli elettorali.
http://xoomer.alice.it/broglio/