Il blog di Antonio Tombolini

Diigo Daily 02/13/2009

D

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  • Sei un po’ troppo interessato per averne un giudizio lucido, direi.
    Comunque che qualcuno investa sull’Italia a NY, ADESSO, è miracoloso, se è vero. Non perché i soldi siano spariti improvvisamente, ma perché continuiamo terroristicamente a vivere in questa bolla deformante.

  • Martino, prevenuto sì, il personaggio non mi aggrada, e questo è un mio pre-giudizio, basato solo su intuizioni e sospetti, lo ammetto. Ma “troppo interessato” direi proprio di no, perché mai dovrei esserlo?
    sergio, perché puttanata? Per i motivi di cui sopra, ovvero pregiudizio, lo ammetto 🙂
    Dopodiché sono d’accordo con te, se funzionerà… bah. 🙂

  • Visto con i miei occhi prima di natale, era tutto pieno, code ovviamente ordinatissime anche se ho notato che i giapponesi mangiano porzioni piccolissime di tutto. A ri-bah

  • E ssí! di questi tempi mejo che ‘n cazzotto inde n’occhio. Comunque
    il Feedbag l’ha vista giusta “The store is a beacon of the Slow Food movement”. E se beacon significa “faro”, “boa luminosa”, insomma qualcosa che avverte di qualcos’altro nel buio, mi sa che ci ha colto bene nel segno. Perché allora non dirlo chiaramente, anche in Italia ?
    Io Farinetti non lo conosco: mi farebbe piacere conoscerlo; mi aggraderebbe ? non mi aggraderebbe ? ma, ad Antonio, perché non ti aggrada ? perché continua a lavorare in un campo dove eri, sei e saresti meglio tu ? No ? non é vero ? e le mozzarelle da mezzo chilo di Corvino chi ce le ha portate di qua e di lá per l’Europa ? e il Miracolo di San Gennaro, quando ha esportato per la prima volta ? Acqua passata non macina piu´? Acqua passata macina sempre.

  • Ma, no niente di personale ovviamente, Farinetti non l’ho mai incontrato, e a giudicare dal baffo mi starebbe pure simpatico. Parlo dal punto di vista del business: insomma mi sono fatto l’idea che a lui dei prodotti in realtà non gliene freghi niente, e che il tutto non sia altro che la “mascheratura” di un business che in realtà è immobiliare. E poi non dimentico mai che il 40% è controllato da Coop, mica c’è solo Farinetti.
    Sarei meglio io? Che domande, io sarei meglio in ogni caso, in ogni settore, di chiunque altro 😉

  • Bah, il 40% è della coop in italia, in japan da quel che ho letto è 80% farinetti e 20% di un’altro socio locale (ma italiano), idem dovrebbe essere a ny.

  • E’ vero che la maggior parte dei centri commerciali sono in perdita e si costruiscono solo per business immobiliare ma non credo valga per eataly, a torino lo spazio è del comune, a milano e bologna non è certo suo, a tokyo e newyork credo affitti…In Giappone, dall’apertura sino a fine anno… +- 8 milioni di incasso.
    Dimenticavo…bah

  • bah… – mi piace questo tormentone 😀 – a me poter disporre di un immobile come gli edifici Carpano *in comodato gratuito per 70 anni* dal Comune di Torino, ovvero ricevere quel popo di roba in regalo per piazzarci delle attività (proprie e altrui, affittando) senza dover pagare l’affitto al proprietario, a me sembra una discreta operazione immobiliare… bah!

  • Per ora Torino è l’unico caso, comunque pensa che affitto dovrà pagare per sei- settemilametriquadri davanti al Madison Square Park. Altro che bah…

  • Bah, secondo me negli USA lui non pagherà un bel niente, anzi, secondo me – sempre che effettivamente apra – sarà il suo “partner” ad aprire, e lui magari ricaverà royalties per le licenze sul format e il marchio… bah!

  • Se non paga nulla buon per lui. Apre, apre, conosco ragazzi già “destnati” per ls grande mela. Voci dicono che a Tokyo apra un’ altro punto. Bah²

  • E già… una gran bella puttanata. Dopo aver letto un po’ dei tuoi articoli su eataly… debbo dire: Veramente lungimirante. Bravo

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