Non manca l’ennesimo convertito sulla via della Santa Astensione: stavolta si tratta di un musicista di culto (per molti, non lo fu mai per me, de gustibus…), Giovanni Lindo Ferretti, ex leader dei CCCP. Ha raccontato ieri al Foglio della sua conversione, con prosa nitida e sobria, di cui, per l’edificazione vostra e per la maggior gioia di monsignor Ruini, vi offro qui soltanto un assaggio:
Per la prima volta, da
che sono adulto, sono assolutamente d’accordo
con la Cei e ne sono felice oltre ogni
dire. In pace con me, con la mia storia, con i
miei avversari che comunque giudico, con i
miei nemici. Sarà quello che i cittadini di
questo Paese decideranno e credo che perderemo.
Loro sono così eccitanti e moderni
e ben pensanti e noi così dimessi, un po’ bacchettoni,
un po’ sfigati e tanto, tanto oscurantisti.
Loro godono e noi peniamo. Vuoi
mettere l’oscuro profondo, umido e spaventosamente
irrazionale di una figa contro lo
smagliante palcoscenico di un laboratorio
scientifico, l’abbaglio dei neon e la perfetta
precisione di un bisturi affilato in asettico
brodo: vero desiderio! Mica quel residuo arcaico
d’un cazzo turgido, arraffone, impreciso
e grossolano, si spera, comunque grezzo.
Giovanni Ferretti purtroppo s’incammina ormai nella deriva tipica dell’intellettuale italiano: il vecchi trombone. E a me che lo amavo nella versione cantante dei CCCP tutto questo mi intristisce.
Curioso come mi vengano in mente i vecchi versi di una canzone scritta da Giovanni Lindo Ferretti (allora Cccp), per spiegare la situazione del dopo-referendum.
“Grande è la confusione
sopra e sotto il cielo.
Osare l’impossibile.
Osare.
Osare perdere”.
Curioso anche questo continuo ritorno del cazzo e della figa nelle argomentazioni NeoCon o TeoCon contro la fecondazione assistita, come se a quello si riducesse l’amore che dà vita a un figlio…