Eppure non riesco a togliermi dalla testa, o meglio, dallo stomaco, la netta, nettissima sensazione che questi sono great times, tempi belli da vivere, e molto, molto interessanti. Magari nei prossimi giorni provo a razionalizzare un po’…
Dicono che i tempi di crisi siano i più fecondi, e qualche sana dose di buddismo o hinduismo o quel che vuoi ci farebbe vedere la cosa da un altro punto di vista. E’ sempre una questione di punti di vista, ma la vedo come te: è il tempo delle opportunità, molto più che prima. E ci è dato così, semplicemente: a botte di 300 miliardi di euro che si volatilizzano sui mercati borsistici ogni giorno.
Mentre razionalizzi ti confermo la nettissima sensazione. L’americano Leo Burnett, (fondatore di una grande agenzia di pubblicità), durante la crisi del ’29 aprì il suo studio di pubblicità mettendo all’ingresso un cesto di buone mele come messaggio bene augurante. C’è voglia di riaprire le porte della mente, della propria casa, dei propri uffici. Sto sperimentando in questo senso e i risultati già si vedono.
io vedo soprattutto gente terrorizzata dal pensiero di poter perdere il proprio acquisito, attaccata come cozza patella al proprio posto e immobilizzata nelle decisioni: dall’impiegato d’ordine part time al grande imprenditore. vero è che è nei tempi di guerra che la tennologia compie i più grandi balzi in avanti. però l’umore resta bigio.
Dipende sempre da come si misura la “felicita’” planetaria. Il fatto che nelle crisi ci siano grosse opportunita’ e’ assodato, recentemente ho letto un adagio attribuito a rockfeller che recita “quando scorre il sangue per le strade e’ il momento di comprare” (e ho notato che in questi giorni e’ molto citato), sempre che il sangue non sia il tuo aggiungo. E sempre che dalla crisi non si ritorni nel medioevo, quando ha paura la gente e’ piu incline a farsi guidare da chiunque purche’ lo faccia con autorita’. Mi sembra che ci sia voglia di un colpevole piu’ che di una soluzione e questo non e’ mai positivo.
Dicono che i tempi di crisi siano i più fecondi, e qualche sana dose di buddismo o hinduismo o quel che vuoi ci farebbe vedere la cosa da un altro punto di vista. E’ sempre una questione di punti di vista, ma la vedo come te: è il tempo delle opportunità, molto più che prima. E ci è dato così, semplicemente: a botte di 300 miliardi di euro che si volatilizzano sui mercati borsistici ogni giorno.
Mentre razionalizzi ti confermo la nettissima sensazione.
L’americano Leo Burnett, (fondatore di una grande agenzia di pubblicità), durante la crisi del ’29 aprì il suo studio di pubblicità mettendo all’ingresso un cesto di buone mele come messaggio bene augurante.
C’è voglia di riaprire le porte della mente, della propria casa, dei propri uffici.
Sto sperimentando in questo senso e i risultati già si vedono.
………quado intravvedete anche una sola delle opportunità di cui parlate….fate un fischio.grazie…..
io vedo soprattutto gente terrorizzata dal pensiero di poter perdere il proprio acquisito, attaccata come cozza patella al proprio posto e immobilizzata nelle decisioni: dall’impiegato d’ordine part time al grande imprenditore.
vero è che è nei tempi di guerra che la tennologia compie i più grandi balzi in avanti. però l’umore resta bigio.
Dipende sempre da come si misura la “felicita’” planetaria. Il fatto che nelle crisi ci siano grosse opportunita’ e’ assodato, recentemente ho letto un adagio attribuito a rockfeller che recita “quando scorre il sangue per le strade e’ il momento di comprare” (e ho notato che in questi giorni e’ molto citato), sempre che il sangue non sia il tuo aggiungo.
E sempre che dalla crisi non si ritorni nel medioevo, quando ha paura la gente e’ piu incline a farsi guidare da chiunque purche’ lo faccia con autorita’.
Mi sembra che ci sia voglia di un colpevole piu’ che di una soluzione e questo non e’ mai positivo.
Io, quando non mi cago sotto dalla paura, sono molto felice.