Il blog di Antonio Tombolini

Gaspar illuminante!

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In uno dei suoi post dedicati alla cronaca del BarCamp romano Gaspar mette lì una frasetta davvero illuminante:
C’è un problema di fondo can la comunicazione d’impresa: il fatto che sia solitamente di tipo persuasivo e non conversativo (tradotto in italiano: ti vuole cacciare l’articolo).

Tradotto ulteriormente, dico io, è sempre e solo pubblicità. La questione (interessante assai!) diventa quindi: può un’azienda finalmente passare dalla comunicazione persuasiva a quella conversativa? Ne esistono già esempi? Come si può fare? Chi si offre per sperimentarlo?

Ecco, a un seminario che mettesse a tema una cosa così, io ci andrei, e di corsa!

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  • Concordo e, nel mio piccolo, cerco di applicare questa regola.
    La comunicazione d’impresa dovrebbere prendere esempio da quello che è sinonimo di ‘comunicazione piacevole’ tra le persone e, il business, diventerebbe solo una conseguenza… un ‘effetto collaterale’ di una piacevole conversazione.
    Condividere prima di vendere.

  • Il problema è che, cmq la vogliamo mettere, un’azienda qualcosa la deve vendere sempre.
    Di conseguenza, poco o tanto, tutta la sua comunicazione è orientata a questo fine…
    altrimenti sono (percepite solo come) chiacchiere da salotto.
    Un’alternativa ci sarebbe: passare dalla comunicazione all’informazione d’impresa.
    Io ti dico quello che faccio.
    Poi tu decidi se comprarmi o meno.
    Ma non cerco di convincerti/indurti a farlo.
    Può funzionare?
    L.

  • Io la metterei così : internet si presta meglio ad indurre bisogni nelle persone, o a intessere relazioni? Perchè, se la televisione ad esempio è un mezzo passivo, e gerachico, la rete è flessibile e degerarchizzata. Di conseguenza potremmo dedurne che bisogna adattare ad essa il nostro modo di fare commercio…
    E poi..perchè dovremmo cambiare il modo di mandare lettere (le email), di telefonare (skype)ecc…e non quello di commerciare?

  • Non sono esperto, quindi chiedo: esiste una letteratura sui rischi di “sabotaggio” della credibilità di un’azienda che abbia scelto l’approccio conversazionale? Perché effettivamente si rischia di esporre la giugulare a ogni pensabile forma di danneggiamento doloso della reputazione da parte di competitori, anche nel caso che il comportamento dell’azienda sia sempre stato inappuntabile (e raramente lo è).

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