Il blog di Antonio Tombolini

Gianni Frasi, il mio coffee-Guru

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Di tanto in tanto qualcuno dei miei venticinque lettori mi chiede ma che significa quel badge "coffee powered" che hai nel blog?

Non so mai come rispondere, e a forza di non rispondere finisce che tutti mi prendono per un caffeinomane. Non è così. Ho solo un modo per farvi capire quale rapporto ho col caffè: rimandarvi ad una intervista che il mio coffee-Guru Gianni Frasi rilasciò tempo fa a Il Giornale, meritoriamente pubblicata online nel sito del mio amico Luigi Coppini del ristorante La Mongolfiera di Erbusco.

Eccovi un assaggio, ma vi raccomando di leggerla tutta:

Non è curioso che il vocabolario, tanto ricco di sinonimi, in questo caso sia incapace di trovarne, non riesca a compiere alcuna separazione? Caffè è la pianta, caffè è la bacca, caffè è la bevanda, caffè è il luogo dove si beve.
Per fortuna nel 1902 ci venne in soccorso un ingegnere milanese, Giuseppe Bezzera, che inventò la macchina per l’espresso. Cosicché la parte esteriore del chicco, cioè la soluzione idrosolubile, il liquido nero, si manifestò sotto, mentre la parte interiore si sublimò sopra, nella forma di un disco dorato, di una luce solida. Ma a contatto con l’abiezione del mondo esterno, questo segno dell’avvento della Gerusalemme celeste, questo sole terreno che gli ignoranti chiamano schiuma, in alcune decine di secondi si dissolve e precipita nel mare di tenebre che lo guarda da sotto.
Ecco l’analogo microcosmico: questa è la rappresentazione della fine del ciclo cosmico che stiamo vivendo, questo è l’aspetto occulto del caffè, che per la sua capacità di attrazione è stato definito bevanda dell’intelletto. Chi non capisce il senso del caffè non può capire niente di nessun’altra cosa al mondo.


[Disclaimer: come a volte capita ai veri Guru, Gianni Frasi non immagina neanche che io sia un suo adepto.]

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