Il blog di Antonio Tombolini

Gli ebook a scuola con la nuova finanziaria, ma… ecco la verità

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Ieri è stata una giornata di euforia per i (pochi) ebookkari italiani: nientepopodimenoché Il Sole 24 Ore pubblicava, tra le anticipazioni sulla finanziaria approvata dal Consiglio dei ministri, un paragrafetto tutto dedicato a scuola, università e ebook, eccolo qua sotto:

Scuola e all’università: e-book. Dall’anno scolastico 2008-2009 scuole e università potranno adottare libri di testo disponibili on line, gratuitamente o dietro pagamento dei diritti d’autore. I libri di testo saranno prodotti nelle due versioni, cartacea e on line scaricabile da internet. Il collegio dei docenti potrà adottare solo testi forniti nelle due versioni.

Apparentemente c’è solo di che gioire per questo improvviso e deciso segnale di apertura, per di più rivoluzionario, visti i tempi (si parte da subito, dall’anno scolastico 2008-2009) e vista la perentorietà (potranno essere adottati solo testi forniti nelle due versioni).

Poi stamattina mi sveglio e cerco di ragionare un po’. Per ragionare, si sa, occorre un po’ di calma e di tempo, dunque, se l’argomento vi tocca, sedetevi e provate a ragionare un po’ con me.

Le cose stanno così: l’AIE (Associazione Italiana Editori) è stata sottoposta a indagine dall’Antitrust, visto che – tanto per dirne una – le quote di mercato degli editori scolastici dominanti (quattro) risultavano da lustri le stesse, senza alcuna oscillazione, come se si fossero messi d’accordo: visto mai che si tratta di cartello per tenere artificialmente alti i prezzi dei libri di testo?
Naturalmente il tutto finisce con un nulla di fatto, ma le famiglie sono all’esasperazione: un liceale costa non meno di 300€ all’anno di soli libri scolastici, senza considerare quelli che poi vengono suggeriti in aggiunta durante l’anno. I fisioterapisti e gli ortopedici si fregano soddisfatti le mani e ringraziano detti editori, e così via. Fantomatiche nuove edizioni (dove di realmente nuovo non c’è nulla) vengono di anno in anno rilanciate per impedire il riutilizzo dei libri degli anni precedenti, e così via.

Insomma, gli editori, quei magnifici quattro soprattutto, che nel frattempo hanno anche avuto l’opportunità di dare un’occhiata agli iLiad e ai Cybook, e hanno visto quel che sta succedendo in USA con Kindle, si saranno detti tra loro "Ragazzi, così non ce la facciamo più a reggere, dobbiamo mollare qualcosa a questa storia degli ebook, se no ci spazzano via".

E qui subentra la cultura, che a un editore come si deve di certo non manca: Il Gattopardo, come dimenticare Il Gattopardo? Il vero reazionario non è chi si oppone al cambiamento, ma colui che sa porre in atto il cambiamento apparente, quel cambiamento che tutto cambia perché nulla cambi davvero.

Rileggiamo bene, insieme, quel paragrafetto riportato dal Sole 24 Ore, soprattutto nei due punti che maggiormente hanno risvegliato (ieri) l’euforia degli ebookkari italiani:

  1. si parte subito, già dall’anno 2008-2009: e chi ce li ha i contenuti, i testi già pronti, da poter rilasciare in digitale, se non proprio i nostri magnifici quattro?
  2. i docenti potranno adottare solo testi forniti nelle due versioni. Dunque un editore che si proponesse di far adottare ebook dovrebbe per forza mettere mano anche ad un’edizione cartacea, con tutte le diseconomie del caso. E dunque la strada resta praticabile solo per i magnifici quattro, che non dovranno far altro che rendere disponibile anche la versione online.
  3. versione online sì, ma… a che prezzo? Visto che saranno presumibilmente solo loro, almeno per quest’anno, a poter rientrare nelle previsioni della finanziaria, è evidente che non avranno alcun interesse a cannibalizzare la propria produzione cartacea, e dunque: ok, vi rilasciamo la versione online, visto che insistete tanto, ma… a che prezzo sarà disponibile la versione ebook rispetto a quella cartacea?

Ha ragione Luca Conti: questa storia è tutta da seguire, con molta, molta attenzione.

Commenta

  • Davvero curioso…
    Si, il pensiero ci può stare tutto sommato. Anche io mi sono stupito molto del breve tempo a disposizione dato per adattarsi a questa nuova modalità.
    Continuerò a seguire il discorso…

  • antò meno di un mese fa ho assistito ad un seminario con uno dei responsabili marketing (posso dire garamond o fai fintra che non ho detto di chi si parla). Era un seminario per docenti e lui ha dato per certo che da settembre loro venderanno ANCHE gli ebook dei testi scolastici a 9 euro circa. Lo ha dato per sicuro ai docenti ai quali aveva già venduto la lavagna multimediale.
    Si è curioso ed è da seguire il discorso perchè è chiaro che chi ha i contenuti pronti in qualche modo prevedeva anche il quando avrebbe potuto venderli…

  • Catepol, per quel che ne so Garamond il multimediale per la scuola lo fa per mestiere da più anni, ed è noto che quest’anno stanno sviluppando ebook scolastici. Il problema è che – in base alla mia lettura – anche loro (che certo non fanno parte dei “magnifici quattro”, tutt’altro) si troverebbero spiazzati, perché non pubblicano come ebook dei libri già esistenti, ma hanno in programma ebook con contenuti originali, che a questo punto dovrebbero però essere disponibili “anche” in cartaceo, rendendo il tutto francamente assurdo. Veramente spero di sbagliare, ma più ci penso…

  • Però io non ci vedo una diretta correlazione tra la diffusione dei testi scolastici in pdf e la diffusione di ebook reader.
    Per come la vedo io, e a giudicare dal paese in cui viviamo, questi pdf verranno poi stampati (buonannotte) o letti su microscopici telefonini.
    Detto questo, i testi didattici sono probabilmente i primi libri a finire sul futuro Kindle (o chi per esso), appena ce ne sarà uno davvero usabile.

  • E’ veramente una norma gattopardiana!
    I punti che hai indicato sono verissimi, ma, come sempre, bisogna leggere e riflettere (attività ormai perlopiù desuete) per rendersene conto. Evidenziarli come hai fatto è utilissimo.
    Sinceramente con l’obbligatorietà della doppia edizione non so cosa potrebbe cambiare anche con il successivo (2009-2010) anno scolastico.
    E poi perchè non intervenire sui meccanismi di adozione, che sono uno dei punti di forza degli oligopolisti?

  • Le adozioni dei libri di testo si sono concluse nel mese di maggio; presumo che la norma si riferisca alle adozioni che saranno effettuate nell’anno 2008-2009 per l’anno scolastico 2009-2010; ci sarebbe quindi un anno di tempo per adeguarsi.

  • In sede AIE si parlava di Learning Objects. Io li propugnavo strenuamente proprio per la loro potenziale proponibilità “diretta” alle Scuole, senza bisogno della “mediazione” di apparati commerciali spesso senza scrupoli (regalo di lavagne luminose, ovvero libri cartacei gratis in cambio di massicce “adozioni” di Learning Objects, pagati ovviamente col borsellino elettronico messo a disposizione dal Ministero…) Povero illuso !
    Un noto editore scolastico di cui davvero non me la sento di dire il nome, disse testualmente rispetto al progetto DIGI Scuola: ” Ci vogliono fregare sulle adozioni cartacee ? E noi gli porteremo via i soldi sia con la carta che con il digitale” .
    Ha ragione Antonio: Il doppio binario è una trappola mortale. Il vero ribaltamento ci sarebbe solo se si prevedesse l’adottabilità anche solo dei contenuti web. In altre parole bisognerebbe che i fornitori di contenuti didattici venissere trattati come Banche Dati e che i docenti fossero liberi di accedere a forniture diverse (pagate a pagina quanto ai diritti: c’è il DOI) formulando la propria “compilation”…in reale autonomia didattica!

  • Giusto Mario, condivido totalmente. Contenuti ricchi, molteplici e multimediali e trasversali rispetto a piattaforme e modalità di fruizione, e insegnanti e studenti insieme a “pescare” per costruirsi il proprio percorso formativo.
    Ma la logica del “libro di testo” sarà dura da battere, per quanto… provate a scandagliare wikipedia (e quella italiana è tra le più povere…) magari cercando “grammatica latina”, o quel che volete voi, e a seguire i link delle voci correlate, dei materiali wikimedia, dei link ai siti esterni…

  • I miei amici insegnanti mi dicono che il punto di forza del vecchio “libro di testo” è proprio la pigrizia del corpo docente, spesso incapace di pensare alla propria “autonomia didattica” come ad una risorsa personale in più. Al contrario, ne hanno paura. E’ questa una delle ragioni del circolo vizioso che si era innescato con libri sempre più gonfiati e “autosufficienti”, che rendevano quasi superfluo il ruolo dell’insegnante, così mostruosamente “pesanti” da far odiare per sempre da parte dei ragazzi il concetto stesso di libro….

  • Ciao
    Anche io, ebookkara :), seguo con attenzione questa (sporca) faccenda.
    Condivido totalmente le tue preoccupazioni Antonio, e condivido anche quello che dice Mario sull’adottabità di contenuti didattici.
    Inoltre, come BBN, stiamo puntando molto sulla struttura dinamica dei testi e su tutte quelle caratteristiche che una versione cartacea non consentirebbe di avere. Le versioni digitali dei fantastici quattro non potrebbero che essere i soliti testi riversati su file (prendono l’impaginato che va in stampa ed editano il pdf) e questa non è certo innovazione.
    Con questa trovata cercano di spazzare dal mercato i piccoli editori (alla faccia dell’antitrust) e di spezzare le gambe a chi cerca di creare prodotti nuovi ed economici.
    Una cosa possiamo però vendere cara: la pelle.
    @Mario: sulla pigrizia del corpo docente le mie fonti dicono la stessa cosa 😉

  • Non so, verrà fuori un bel pasticcio, perché ora è diventato attuativo anche il decreto che regola l’art. 5 della Stanca.
    Certo, elettronici ma anche accessibili. Avranno il loro bel correre i fantastici quattro.
    Perché se non li fanno accessibili, sono fuorilegge.

  • […] Anche in Italia c’è qualche tentativo ripensare le modalità di produzione e utilizzo dei libri di testo sfruttando le opportunità offerte dalla rete in modo non banale (non come semplice canale di distribuzione). Le novità infatti legislative infatti ci sono e favoriscono l’editoria scolastica online anche se in modo piuttosto ambiguo e approssimativo. […]

  • […] Anche in Italia c’è qualche tentativo ripensare le modalità di produzione e utilizzo dei libri di testo sfruttando le opportunità offerte dalla rete in modo non banale (non come semplice canale di distribuzione). Le novità infatti legislative infatti ci sono e favoriscono l’editoria scolastica online anche se in modo piuttosto ambiguo e approssimativo. […]

  • …a Noa – BBN 06.26.08 at 20:19
    “Le versioni digitali dei fantastici quattro non potrebbero che essere i soliti testi riversati su file (prendono l’impaginato che va in stampa ed editano il pdf) e questa non è certo innovazione”
    ..Noa,hai visto che i soliti “quattro” sanno fare anche un ottimo ebook non in pdv,ma interattivo e utile.
    Trovo utile studiare con la LIM a Scuola,ma non esageriamo.Non si può pensare che che l’ ebook sia la panacea della Scuola di oggi.Ragazzi svogliati che navigano in rete ma non studiano.
    Poche risorse per la Scuola,ma trovano i soldi per distribuire ebook per tutti.

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