Mi ha sempre dato assai fastidio il moralismo di quelli che se la prendono con Halloween: ah, orrore, una roba finta, americana, che non c’entra niente con noi, che ci lasciamo colonizzare come al solito. La mia esperienza testimoniava il contrario, e sono felice oggi di portare una pezza d’appoggio di carattere etimologico, grazie al mio amico Gianluigi Mazzufferi, che mi segnala questa intervista di Paolo Gulisano, da cui cito: Il nome Halloween altro non è che la storpiatura americana del termine – nell’inglese di Irlanda – All Hollows’ Eve: La vigilia di Ognissanti.
Tiè!
A me Halloween piace parecchio, e quest’anno ho pure scavato la zucca facendole una faccia cattivissima: una cosa che non facevo dall’infanzia, quando andavo alla scuola americana di Mogadiscio e festeggiavamo Halloween, il Thanksgiving e il 4 luglio all’Equatore. Quanto alla pezza d’appoggio, è vero: Halloween nasce come festa prima di Ognissanti, e risponde all’esigenza di accorpare tutte le varie festività pagane nelle aree di recente conversione e di tradizione celtica (dal momento che le festività di tradizione mediterranea erano già state rese a vario titolo canoniche), per cui è tipica delle aree più settentrionali dell’attuale Francia e della Britannia, per poi essere esportata in Hibernia con la critsianizzazione ad opera del famoso san Patrizio. Di significativo c’è il rovesciamento di segno della festa: quelle che erano le divinità della natura del pantheon celtico divengono streghe, demoni e folletti, e la festa assume quel carattere notturno e spettrale che ha ancora oggi: in origine, il senso era proprio quello della notte del sabba infernale, con il trionfo finale dei santi cristiani che, simbolicamente, arriva con l’alba del giorno dopo.
Del tutto analoga è, nel mondo germanico, la notte di santa Valpurga, che ha un bel po’ di testimonianze letterarie (Goethe su tutti, ma anche Meyrink e Kraus), e che cade il 30 aprile, vale a dire il giorno prima della (dimenticata) festa di Calendimaggio, che celebra la primavera sotto il segno della Madonna.
Mi diceva mia moglie che la metà dei ragazzini al nido era terrorizzata. Da lei per i bambini l’Halloween è più che altro dolcetti e zucche. Qui hanno invece portato l’armamentario alla Freddy Kruger negli asili. Forse si vede che non c’hanno preso confidenza con questa tradizione celtica, e quindi maremmana…
Ma ce la fai a mettere a posto sta cosa di far ricordare i miei dati?
Si, l’intervista l’ho segnalata io ad Antonio. L’avevo appena ricevuta dal mio parroco, Don Giuseppe Bartera, che nell’inviarmi la mail metteva due parole d’accompagno. A me sono suonate come una rivendicazione di qualcosa che era “sfuggito” al controllo della gerarchia. Sbaglierò, ma mi sembra di cogliere spesso, in diversi atteggiamenti della Chiesa d’oggi, il tentativo di “metterci sopra il cappello” sempre e comunque. Una cosa certo è conoscere la storia, ricercare le radici, le origini. Altro invece l’atteggiamento di essere sempre e dappertutto dentro a manifestazioni ed iniziative che altrimenti sfuggirebbero al controllo. Una sensazione la mia per cui magari dovrò cospargermi il capo di cenere; mi sia concesso però almeno il beneficio della “legittima suspicione”.
Come si dice da queste parti chi è stato scottato dall’acqua calda teme anche di quella fredda!
a me risulta invece che sia una celebrazione pre-cristiana… magari gli anno cambiato nome… cmq si, va difeso. come maniera alternativa di porsi rispetto alla morte
ciao,
nullo
La parola Halloween ha origine nella tradizione cattolica. Ogni santo ha un suo giorno personale, ma il primo novembre è dedicato a tutti i santi. Ogni Santi in inglese All Saints’Day aveva una denominazione più antica: All Hallows’Day, saint e hallow hanno lo stesso significato, ma derivano rispettivamente da sanctification (santificazione) e da holiness (santità) il primo dalla lingua teutone il secondo dal latino. Presso i popoli antichi il giorno cominciava dal tramonto, per questo ancora oggi si da molta importanza alla vigilia. Quindi la celebrazione di Ogni Santi aveva origine al tramonto del 31 ottobre.
La sera precedente al 1° Novembre era dunque All Hallows’ Eve (Eve significa vigilia), ma anche All Hallows’Even (Even significa sera) che venne abbreviato in Hallows’Even, poi in Hallow-e’en ed infine in Halloween.
Forse sono davvero cocciuto, ma continuo a pensarla come all’inizio della discussione. Magari in buona compagnia; ad esempio prendo questa lettera del 31 scorso a Il Foglio, scritta da Gianni Boncompagni.
Al direttore – Noi italiani diciamo diciamo,
vogliamo fare i moderni ma in fondo ci piacciono
le nostre vecchie tradizioni. Stasera, per
esempio, con i miei amici prima ceniamo da
un McDonald’s e poi ci scateniamo in una pazzesca notte di Halloween.
Ragazzi, non vi scaldate troppo… festa cattolica, festa precristiana… Come Nane ha già chiarito, sono vere entrambe (come è del resto vero per praticamente tutte le feste religiose): a una festa pre-cristiana si è sostituita una festa cristiana. Probabilmente quella che stiamo vivendo è una fase in cui tali feste si stanno trasformando in post-cristiane. Anzi, azzarderei anche un “post-religiose”: mi pare che lo stesso ramadan si stia secolarizzando, per dire.