Un luogo in cui condividere e intrecciare i sentieri interrotti di chi, lungo il cammino del pensiero, ha avuto la ventura di incontrare Heidegger e la sua opera. Questo è Heideggeriana, un forum dedicato a chi pensa di, su, con Heidegger.
Era il secondo esame di estetica, credo. Avevo portato, oltre a tutto Essere e Tempo, anche Sentieri Interrotti. L’assistente aveva detto, esplicitamente, in classe, commentando il primo saggio, sull’origine dell’opera d’arte, le seguenti cose: “quando H. dice (nb, nel ’38) “uno dei modi di porre in opera la verità è l’instaurazione di uno Stato” noi non possiamo esimerci dall’affermare che tale frase è inquietante.” Ripetei, da buon studente tale giudizio al professore titolare. Il quale mi rispose che dobbiamo distinguere il filosofo dalle sue prese di posizioni politiche contingenti. La sua filosofia non doveva essere condizionata nel giudizio sulla persona. Quando si tratta di Heidegger, gli alunni fedeli tirano di solito in ballo questo tipo di discorso. Io ricordo sempre quello che dice Lévinas, in “Di Dio che viene all’idea”: Heidegger ha RICONOSCIUTO Hitler, non ce lo scordiamo. Eppure Sein und Zeit rimane un capolavoro. Appunto. Ora, caro Antonio, io capisco che tu sia rimasto affascinato da Heidegger, e dalla particolare lettura che ne da Romano, ma, secondo me, dovremmo dedicare almeno pari attenzione ad altri filosofi. Ad esempio ad Hanna Arendt (la quale ebbe su di sè il fascino e l’amore, ricambiato, del suo maestro), la cui concezione del pensiero responsabile (TUTTO IL CONTRARIO DI HEIDEGGER , PER CUI IL PENSIERO NON E’ RESPOINSABILE) può fornire, a noi liberali, molti spunti… Insomma credo che Heidegger non vada bene per una Zimmer specifica. Un abbraccio ale
Alessà (a parte che io non aderisco per niente all’interpretazione che di H. dà Romano, appena avrò tempo di pubblicare la parte in cui la critico, lo vedrai da te), tu dici: “secondo me, dovremmo dedicare almeno pari attenzione ad altri filosofi. Ad esempio ad Hanna Arendt”, e siamo d’accordo. Ma allora, perché invece di togliere la Zimmer ad Heidegger non vai tu stesso ad aggiungere Zimmern per gli altri? 🙂
Era il secondo esame di estetica, credo. Avevo portato, oltre a tutto Essere e Tempo, anche Sentieri Interrotti. L’assistente aveva detto, esplicitamente, in classe, commentando il primo saggio, sull’origine dell’opera d’arte, le seguenti cose:
“quando H. dice (nb, nel ’38) “uno dei modi di porre in opera la verità è l’instaurazione di uno Stato” noi non possiamo esimerci dall’affermare che tale frase è inquietante.”
Ripetei, da buon studente tale giudizio al professore titolare. Il quale mi rispose che dobbiamo distinguere il filosofo dalle sue prese di posizioni politiche contingenti. La sua filosofia non doveva essere condizionata nel giudizio sulla persona. Quando si tratta di Heidegger, gli alunni fedeli tirano di solito in ballo questo tipo di discorso.
Io ricordo sempre quello che dice Lévinas, in “Di Dio che viene all’idea”: Heidegger ha RICONOSCIUTO Hitler, non ce lo scordiamo. Eppure Sein und Zeit rimane un capolavoro.
Appunto.
Ora, caro Antonio, io capisco che tu sia rimasto affascinato da Heidegger, e dalla particolare lettura che ne da Romano, ma, secondo me, dovremmo dedicare almeno pari attenzione ad altri filosofi. Ad esempio ad Hanna Arendt (la quale ebbe su di sè il fascino e l’amore, ricambiato, del suo maestro), la cui concezione del pensiero responsabile (TUTTO IL CONTRARIO DI HEIDEGGER , PER CUI IL PENSIERO NON E’ RESPOINSABILE) può fornire, a noi liberali, molti spunti…
Insomma credo che Heidegger non vada bene per una Zimmer specifica.
Un abbraccio
ale
Alessà (a parte che io non aderisco per niente all’interpretazione che di H. dà Romano, appena avrò tempo di pubblicare la parte in cui la critico, lo vedrai da te), tu dici:
“secondo me, dovremmo dedicare almeno pari attenzione ad altri filosofi. Ad esempio ad Hanna Arendt”, e siamo d’accordo. Ma allora, perché invece di togliere la Zimmer ad Heidegger non vai tu stesso ad aggiungere Zimmern per gli altri? 🙂