Dice Eh, ma integrare la rete, le sue logiche, i suoi tools col mondo dell’Università, della Pubblica Amministrazione, delle Grandi (e piccole) Aziende, non è mica facile!…
Cazzate. E ve lo dimostro. Lui si chiama Stefano Epifani, ed insegna all’Università di Roma. Per gestire il suo lavoro (calendario delle lezioni, materiali didattici, rapporti con gli studenti, esami, etc.) si è aperto un blog, BlogCattedra. Fatto, it’s that easy. Grande Stefano: ora nessuno ha più scuse.
Concordo Antonio.
I tools collaborativi esistono da anni, ma il loro utilizzo significa metaforicamente condividere le chiavi di casa.
Per molti lo sharing e il networking sono ancora parole del vocabolario.
Saluti.
Alberto Claudio Tremolada
alberto@bloggeraus.com
La fai facile, Antonio… l’ultima volta che sono stato ricevuto da un professore, questo mi ha guardato dando un’amichevole pacca sul monitor e mi ha guardato ridacchiando: -Ha visto? Adesso posso pure rispondere alle mail!-. Già…
Ma il difficile non è integrare i tools con le logiche.
Il difficile è interagire con le Persone della P.A., dell’Università, ecc.
Le quali sono nella gran parte ignoranti, pigre, abuliche e petulanti (cosa ancor più fastidiosa). Questa è gente che non ha idea di che cazzo succeda fuori dall’ufficio. Sono dei vegetali, ma pagati a caro prezzo. Dei bonsai, insomma.
Non si potevano nascondere neanche sei anni fa, quando con un miserrimo web editor, un frontpage qualsiasi, si poteva già realizzare una bacheca elettronica, che già da sola sarebbe bastata anzicheno.
Personalmente ritengo “buona” la scelta di usare un blog, ma “cattiva” il fatto di renderlo aperto e visibile a tutti, senza alcuna tutela della privacy.
Per esempio io potrei anche NON voler far sapere a tutto il mondo che ad un esame ho preso 18 (o addirittura sono stato bocciato), come invece è pubblicamente visibile qui: http://blogcattedra.info.it/PermaLink,guid,754e2faf-0e9c-4afd-94d4-74379f731162.aspx
Ok l’utilizzo di tool collaborativi, ma… sempre nel rispetto della privacy degli utenti.
Penso, ma non vorrei dire una cazzata, che gli esami siano publici.
Non credo quindi ci sia nessuna violazione della privacy nel pubblicare la lista (e i relativi risultati) di un esame.
Se così non fosse a Bologna l’università avrebbe violato la privacy migliaia di volte visto che quasi sempre i prof. mettono on-line i risultati degli esami, per lo meno nella facoltà di scienze politiche.
Comunque non mi sembra una grande innovazione quella del prof. Epifani, sempre a Bologna sono anni che on line ci si può immatricolare, pagare tutti i versamenti con carta di credito, iscriversi agli esami, stampare la modulistica, contattare via mail i prof, consultare i programmi, gli orari delle lezioni e le varie comunicazioni agli studenti, ecc.
L’unico problema è che qualche prof. capisce l’utilità di questo “strumento”, qualcun’altro no.
Concordo quindi sul fatto che sia una cazzata l’impossibilità di integrare la rete col mondo dell’università, però non è da oggi che nessuno ha più scuse, sono anni che nessuno dovrebbe avere più scuse.
In effetti non c’e’ nulla di innovativo, qualitativamente parlando nel usare internet come mezzo per iscrizioni, pagamenti, ecc.
Ci mancherebbe altro che non lo facessero.
L’aspetto innovativo sarebbe quello di rendere pubblico il materiali didatttico dei corsi: video e audio delle lezioni, dispense, esercizi, testi degli esami ecc ecc.
C’e’ un esempio eclatante, quello del MIT che rende disponobili on line tutto sui propri corsi:
http://ocw.mit.edu/OcwWeb/Global/all-courses.htm
Si tratta del programma OpenCourseWare.
In Italia molti prof. continuano a speculare sulla didattica, centellinando il materiale dei corsi per poi venderlo sottoforma di libri (cartacei ovvio) inutili con contenuti spesso imprecisi, quando sarebbero già ben pagati per la loro attività didattica.
Verissimo,
molti docenti continuano a speculare sulla didattica. E’ quindi un problema di persone, non di mezzi, di integrazione, ecc. ecc.
Se però devo essere sincero io sono stato abbastanza fortunato. Molti dei miei prof. (non tutti, chiaro) distribuivano il materiale didattico “aggratis” ad inizio corso (dispense, fotocopie dei testi, ecc. ecc.). Insomma, anche i prof. non sono tutti uguali fortunatamente.
E per fortuna che esistono le biblioteche e le fotocopiatrici 🙂
Caro Antonio,
non posso che ringraziarti per le belle parole che spendi per me! In realtà ci conosciamo, anche se forse non ti ricordi! 😉 Ti intervistai sulla mia rivista (commercio elettronico) tanti tanti tanti anni fa!
Rispetto ai diversi commenti:
@ Giovy: gli esami sono pubblici. e comunque per eccesso di zelo ho anche chiesto – all’inizio del corso – se gli studenti volevano chiudere il blog. hanno risposto di no! 🙂
@ Alberto, Massimo ed Angelo: concordo. ma ci sono eccezioni, per fortuna!
@ Francesco: sulla blogcattedra trovi TUTTO il materiale del mio corso! Incluso QUELLO PRODOTTO DAGLI UTENTI/Studenti (Hai presente gli User Generated Content? 🙂