Il blog di Antonio Tombolini

La critica letteraria c'è. Sul web. E lo dice anche Treccani.

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Per colpa di Internet tutti gli imbecilli possono parlare, l’ha detto perfino Eco, e gli esperti, i critici, la critica stessa, sono destinati a scomparire. La critica letteraria, poi, figuriamoci.
E invece no, non necessariamente. Treccani ha affidato a Beatrice Cristalli un’indagine sulla critica letteraria nel web. E Beatrice Cristalli, che ha appena pubblicato la prima delle quattro puntate in cui si articola la sua ricerca, dice che no, non è affatto così:

C’è chi pensa a Internet come un’immensa biblioteca in cui perdersi e chi crede ancora nell’assenza di affidabilità del medium in merito alle materie di cultura. La critica è morta da tempo, la rete è solamente il regno della confusione. L’ultimo decennio, tuttavia, sembra aver smentito il tutto. [Perché c’è] un mondo letterario web che non è affatto esente da precisi meccanismi di selezione, creazione e diffusione, così come non lo è il suo pubblico di lettori-esploratori, bene di primaria importanza per il successo di una rivista che sappia coltivare il discorso letterario secondo nuovi stili e atteggiamenti critici originali.

Bello e confortante vedere che, accanto a doppiozero e a Le parole e le cose, la studiosa individui anche nel nostro Il Colophon (la rivista di letteratura di Antonio Tombolini Editore) una delle voci più significative a questo riguardo, con una sua specificità:

Grafica, layout di apertura, corpo testuale, interlinea e font sono stati studiati per garantire al lettore un senso di pulizia e ordine, evocato dalle illustrazioni minimaliste. Le modalità di informazione letteraria sono eterogenee, ma l’impostazione critica riflette una coesione d’insieme, dettata anche dal fatto che Il Colophon si definisce una rivista bimestrale a tema.

La ricercatrice addita ad esempi di questa impostazione critica tutt’altro che improvvisata l’Intervista a Rossella Milone Un osservatorio sul racconto, di Sanzia Milesi; l’ultimo editoriale del direttore Michele Marziani Per brevità chiamato artista, un vero e proprio saggio breve su natura e ruolo letterario del racconto breve; la riflessione in prima persona di Paolo Ferrucci Il lettore che non so essere.
Dovrò prima o poi decidermi a raccontarvi di come il Direttore della rivista, Michele Marziani, ha impostato il lavoro della ormai popolatissima redazione, per costruire ogni numero: tutto via web, ovviamente.
Complimenti al direttore, a tutti i redattori, all’art-director Marta D’Asaro. E complimenti anche a Beatrice Cristalli, di cui leggerò con interesse le altre tappe della sua indagine.
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