Il ministro Profumo ha firmato il 26 marzo scorso un decreto, in cui sembra finalmente prendere una decisione, seppur alquanto temporeggiatrice: libri digitali o misti dal 2014/2015, con deroga ai due anni successivi (quindi in realtà dal 2016/2017). Taglio inoltre (e questa è la parte per me più interessante) ai tetti di spesa complessiva per libri obbligatori entro i quali i docenti devono mantenersi nel decidere quali libri adottare.
Gli editori dell’AIE (l’Associazione Italiana Editori) si sono arrabbiati. Evabbè, uno dice OK, mettiamo pure in conto che chi sta guadagnando dalla carta e dal vecchio sistema non sia disponibile a soffrire in silenzio e si arrabbi, e cerchi di difendere lo status quo. Ma signori miei, c’è modo e modo di arrabbiarsi. C’è un modo dignitoso di arrabbiarsi e di far valere le proprie posizioni, e un modo scomposto imbarazzato e indegno di farlo. Il comunicato ufficiale dell’AIE (leggetelo!) mi sembra ascrivibile alla seconda categoria, quella delle arrabbiature scomposte fino al grottesco. Eccovi un saggio delle motivazioni avanzate:
… non è dimostrato da nessuna parte che l’impatto sempre più pervasivo degli strumenti elettronici sui ragazzi non sia nocivo per la salute…
Occhio dunque, che non è dimostrato da nessuna parte che l’ebook non faccia venire il cancro!
Leggerò con attenzione il comunicato, ma l’impatto iniziale della citazione riportata è molto brutto. Gente che si indigna in ambito scolastico e lo fa sfornando un demagogico “non è dimostrato che non”, ovvero l’opposto del fondamento del metodo scientifico secondo cui non si discute mai sul “dimostrare che non” (si dimostra solo “che sì”, il “che non” al massimo è conseguenza logica dei “che sì” e su ogni altro elemento si applica il principio di agnosticismo… e comunque sempre l’apertura mentale al principio di fallibilità e ai ritocchi teorici successivi).
Gente simile, capace di frasi intellettualmente inaccettabili da 400 anni, opposte alla storia della scienza, alla logica, al buon senso, in pratica al bene del genere umano e alla sua liberazione dalla demenza sbavante di chi afferma senza dimostrare (stile post-modernisti francesi analizzati da Sokal in “Fashionable Nonsense”), non dovrebbe frignare perché avrà meno soldi coi libri scolastici…
…dovrà essere interdetta dall’avvicinarsi a meno di 2 km da una scuola, per non insudiciarla con la propria presenza che abbassa il Q.I. medio. D’altronde non è dimostrato che l’idiozia non sia causato dai loro miasmi di untori della mentecattaggine, giusto AIE?
Spero che sia solo un errore di stampa e non l’ennesimo caso di fallimento della Scuola italiana (perché sì: se persone a quei livelli e in quegli ambiti osano fare affermazioni simili, la Scuola ha dimostrato ancora una volta di aver fallito nel suo ruolo di fornire il metodo di analisi e ragionamento positivo, scientifico e aperto al cambiamento, metodo che deve divenire IMPOSSIBILE da non applicare vita natural durante… a meno di non voler apparire più vicine allo sbavar delle bestie brute che alla razionalità dell’uomo di cultura).
E ora pretendo, col metodo AIE, che sia riportato in ogni libro sugli animali l’ipotesi che i conigli stiano preparando armi nucleari contro di noi in grotte nascoste ignote ai governi della Terra… perché “non è dimostrato da nessuna pare che non lo stiamo facendo”.
[…] Gli editori dell’AIE non la prendono bene da subito, addirittura ricordano che nessuno ci ha ancora assicurato che i dispositivi elettronici con cui leggere i libri digitali non siano dannosi per la nostra salute. […]