Il blog di Antonio Tombolini

La migliore del RomeCamp

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Pomeriggio inoltrato, vagando casualmente per i locali del Linux Club tra stuoli di BarCampisti, mi ritrovo nel bel mezzo della presentazione che Svaroschi e Cristian dedicano a Twitter. Viene fuori a più riprese la parola "serendipity". Uno dei partecipanti lo nota, e fa, un po’ provocatoriamente: "Alzi la mano chi sa cosa vuol dire!". Alziamo la  mano quasi tutti, quasi compatendolo per questa uscita… tsè, non vorrai mica spiegare cosa vuol dire serendipity a noi!

E invece no, aveva ragione lui, almeno nel mio caso: avevo proprio bisogno che me lo ricordasse.
Non so per quale ragione, ma a forza di usarlo il significato di serendipity sta progressivamente scivolando nella direzione del cazzeggio.
Niente di più sbagliato, ci ha richiamato il nostro amico (che purtroppo non so chi è, magari si fa vivo qui, lo ringrazierei di cuore come non ho fatto lì). Serendipity è (questa l’icastica espressione da lui usata) cercare l’ago nel pagliaio e trovare la figlia del contadino. Altro che banale cazzeggio! Significa fare qualcosa che i più giudicano folle e scriteriato e senza senso e totalmente inutile, e nel farlo scoprire, con sorpresa, una cosa bella, importante, inattesa…

Ecco, intesa così, davvero la serendipity è, secondo me, la forza di Twitter (e forse, chissà, della rete…). Continuerò a cercare l’ago nel pagliaio con tutto l’impegno di cui sono capace!

NB E’ curioso: cercando l’ago nel pagliaio (vagando per i locali del linux club) sono casualmente incappato nella presentazione di Twitter, e lì ho trovato la cosa migliore del BarCamp (la figlia del contadino). Ne consegue che BarCamp = Serendipity. Altro che cazzeggio!

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  • sarebbe stato bello se avesse detto “lo sapete? e perché cavolo non dite serendipità? non è che il vostro language lo avete ormai forgettato in un eccesso di leader following che degenera nel cargo culting dei new media US?”

  • Io che curioso lo sono per natura trovo la possibilità della rete di saltare di palo in frasca “alla ricerca di qualcosa in cui potre imbattermi” una possibilità favolosa, talvolta mi perdo, non accorgendomi, per ore trascinato da un link all’altro e trovo tutto questo favoloso.
    Serendipity? Boh? è una splendida biblioteca di babele.

  • Mi scuso, non ho trovato uno spazio migliore quindi commento qui.
    Mi sembra una cazzata colossale l’idea che ad un BarCamp non si possa parlare di prodotto o come nel caso di Roma non si possa fare da sponsor tecnico offrendo i propri prodotti in assaggio. E’ un concetto vecchio. Se parlare di prodotti vuol dire fare uno spottone sono d’accordo, ma se è invece è la possibilità di presentare una case history o un modello di business non capisco perchè non si possa fare. All’estero non succedono queste cose così provinciali.

  • Il problema è che ‘sto Twitter rifà il verso ai preistorici chattisti, quando si stava 24 ore su 24 connessi in IRC a gestire i canali delle varie community. In pratica si diventava degli pseudoBOT, presenti “fisicamente” in canale, ma intenti a far altro fuori dalla rete, comunicandone le variazioni. E’ che tutte ‘ste menate sono solo uno svilippo commerciale della bella rete di un tempo e chi c’era non è poi tanto stupito o desideroso di adeguarsi, malgrado la possibilità di trovare “la figlia del contadino”. Tuttaltro. 🙂
    Per il resto appoggio Maurizio e attendo proposte per il PiùBLOG 2007. 😉

  • @Alessandro: quello di cui parli tu mi sa tanto di zapping. Si dovrebbe partire dal principio del cercare qualcosa, poi se invece di trovare quello che si cercava si trova qualcosa di meglio, quella e’ serendipity, mi pare di aver capito.
    Perdersi nel cercare significa far divenire il cercare fine a se stesso, mentre internet e la ricerca attraverso di esso rimangono dei mezzi per arrivare alla conoscenza.
    Qualcuno e’ d’accordo con me?

  • @Gnegno. Lo zapping è passivo, privo di alcun collegamento mentale (scelgo solo i canali) non una ricerca di nessi logici talvolta labili ma comunque presente, la differenza è più o meno quella che passa fra una serie di risultati di tiri di due dadi (la casualità dello zapping) e il gioco della settimana snigmistica il bersaglio (nessi logici che portano a risultati anche improbabili).

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