Il blog di Antonio Tombolini

La preghiera di Simeone

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La preghiera con cui la Chiesa conclude la giornata, ogni giornata, all’ora di compieta, è il Cantico di Simeone (Nunc dimittis), un ebreo al quale era stato profetizzato che non sarebbe morto finché non avesse visto il Messia. Quando finalmente può abbracciare Gesù bambino, Simeone prorompe in una preghiera, che altro non è che la preghiera di chi supplica il suo Signore di poter morire in pace:

Ora lascia , o Signore, che il tuo servo
Vada in pace secondo la tua parola:
Perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza
Preparata da Te davanti a tutti i popoli:
Luce per illuminare le genti
E gloria del tuo popolo Israele.

(Lc 2:34)

Non v’è dubbio che così facendo il vecchio Simeone – e con lui, ogni giorno, il popolo di Dio – ogni sera, tutte le sere, renda "nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del Dott. Welby (e di tutti i buoni cristiani, ndr) di porre fine alla propria vita".

Non saprei dire se, come afferma il Vicariato di Roma nel negare i riti religiosi a Welby, "ciò contrasta con la dottrina cattolica (vedi il Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2276-2283)": certo è che in questo caso la cosa dovrebbe preoccupare i nostri pastori, poiché significherebbe che detto codesto catechismo contrasta col Vangelo.

Commenta

  • Mai sentito parlare di “sepolcri imbiancati”?
    Beh, la Chiesa ufficiale ne è piena.
    Per fortuna l’amore di Dio è più grande di quanto certi burocrati con la tonaca (definirli “preti” sarebbe eccessivo) riescano a immaginare…
    e ti posso assicurare che in questi giorni sono state ben poche le anonime, piccole parrocchie di campagna sparse per l’Italia che non abbiano ricordato il fratello Welby nelle preghiere delle S.Messe di Natale.
    Buone Feste, Antonio.
    L.

  • Aridaje. Non so come sia andata a finire, se poi Gesú l’ abbia fatto morí in santa pace ‘sto Simone, e perché proprio a questo Simone gli dovesse essere stato profetizzato di non poter morire prima di aver visto il Cristo ( forse una metafora della condizione umana pre-cristo ? ).
    Ma stai sicuro che se la Chiesa ha incluso questa storia nella propria liturgia ufficiale e´per un motivo solo: perché conferma di rimettere nelle sole mani di Gesú il potere di far morire la gente.
    Vicariato 1 – Noantri 0.

  • “Mai sentito parlare di “sepolcri imbiancati”? Beh, la Chiesa ufficiale ne è piena”.
    E quindi? E dunque? Se la Chiesa ne è piena, i casi sono due: o cerchi di cacciarli o te ne vai. Altrimenti, sei pecora.

  • ciao auguroni….volevo solo sottoporti un progetto web della nostra piccola agenzia di comunicazione.
    http://www.publicimage.it
    si possono votare le nostre campagne pubblicitarie e giudicarle.
    Fallo anche tu, anche se ne pensi tutto il male possibile.
    E’un modo leggero e ironico di presentare l’agenzia.
    Mi piacerebbe sapereche ne pensi
    Vittorio D’Amore

  • Te lo dico subito cosa ne penso, caro Vittorio: penso tutto il male possibile di una cosa come quella, senza neanche averla vista, per il solo fatto che sei venuto a parlarne con un commento qui, in un post come questo, senza per nulla curarti di cosa qui stessimo parlando.

  • In realta’ fra il quanto detto dal Merolli e Tombolini la cosa e’ abbastanza sottile, e mi pare che la tesi del Tombolini sia piu’ solida e’ vero che e’ lasciato solo a Gesu’ il potere di porre fine alle sofferenze di chichessia ma il comunicato parla della volonta’ dell’interessato ed e’ evidente la volonta del Santo in questo caso. E quindi come mi pare spesso accade (sempre?) il catechismio, la chiesa ed il clero contrasta con le scritture, almeno per quanto riguarda il vangelo.

  • Isacco : nell’ ottica del Vicariato la volontá del soggetto, il Simeone o il Welby, non c’entrano e non contano proprio nulla. Perché ? perché non concordano con le regole che la Chiesa si é data a sostegno della propria area di potere, della propria “missione”.
    Al momento in cui la Chiesa si erge a sola interprete e mediatrice del Verbo, lo fa suo e istituisce le regole per gestirlo. La Chiesa non é democratica, é l’ ultima monarchia assoluta: il Vicariato non e´attento al sentire dei piu´o alle voci della decenza umana. O per lo meno: lo é solo se queste combaciano con il catechismo. Il Vicariato, é l’arbitro, si e´fatto da solo le regole e dirige e amministra il giuoco secondo questi suoi scopi ed interessi.
    Se si sta giocando una partita di pallacanestro e tu che hai male alle mani chiedi la deroga per poter toccare la palla con i piedi, cosa ti aspetti dall’ arbritro ?
    Meglio non chiedere, no ?
    Non e´cosa nuova che la Chiesa come organizzazione contrasti, nella sua dottrina, con il vangelo. Storicamente se ne sono accorti molti ,Francesco d’Assisi e Martin Lutero tra i piu´noti. Il primo , volendo criticare da dentro, entrando in contenzioso con il Vicariato, é stato “riassorbito”; il secondo ha messo in piedi un’altra Chiesa che, credo, avrá qualche difetto in meno e qualche catechismo in meno della Chiesa cattolica, ma all’ incirca siamo lá.
    Soluzione ? l’indifferenza.

  • Pienamente d’accordo con Carlo Merolli. La preghiera di Simeone è inserita nel rituale cattolico quale salmo escatologico. Il messaggio è quello della salvificazione grazie al “lasciapassare” della preghiera stessa (mezzo ma anche messaggio) e la “conquista” della vita eterna (contrapposta storicamente alla sozzura ed alla caducità della vita terrena).
    Secondo me la storia di Welby c’entra poco con Simeone.
    Simeone è il simbolo della persona che soffre per la paura di peccare.
    Si dice che:
    Simeone era un bambino molto forte fisicamente.
    Viveva normalmente come tutti i ragazzi del villaggio.
    Gli piaceva uscire, incontrare gli amici, poteva alzare grandi pesi, poteva fare lavori difficili.
    Ma una volta la sua forza gli procurò un guaio.
    In una festa incontrò un calzolaio, un ragazzo molto forte.
    Il ragazzo era ubriaco e cominciò ad offendere Simeone.
    Simeone non voleva rispondere, ma dopo un po’, pensò che se non avesse reagito anche gli altri ragazzi avrebbero cominciato a burlarsi di lui, e così in un attacco di collera diede al calzolaio un pugno sul petto. Quello cadde a terra e si fece molto male.
    Il colpo fu così forte che dalla sua bocca uscì sangue.
    Per due mesi il calzolaio rimase grave tra la vita e la morte senza mai potersi alzare. Questo caso impressionò Simeone profondamente.
    La coscienza del peccato non gli lasciava pace.
    Per una scemenza del genere si è fatto monaco.
    ciao!

di Antonio Tombolini
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