Vi ho già parlato del mio amico Francesco, del suo olio, delle sue verdure, dei suoi formaggi, dei suoi agnelli.
Francesco e Pia, sua moglie, hanno vissuto e raccontato, in due puntate (ecco la prima ed ecco la seconda), l’ambiente triste e demotivante della burocrazia enogastronomica. Il loro eccellente olio, tanto per dire, è stato escluso da una selezione d’oli molisani, in una terra, cioè, dove ancora, sull’olio, di strada da fare ce n’è parecchia, e il loro olio dovrebbe essere preso ad esempio.
Francesco e Pia ci restano male, e li capisco. Io aspetto paziente il momento in cui comprenderanno che certe esclusioni vanno appuntate con orgoglio al petto come e più di tanti pseudo-premi.
Chi ama l’agricoltura non fatica a capire le ragioni di questa delusione. Siamo rimasti in pochi a vivere l’agricoltura con il giusto spirito, la maggioranza agisce ormai solo più per convenienza. Anche le varie selezioni, i vari premi e molto altro, sono una questione di convenienza. Sono una questione di convenienza perché conviene esserci. Ma mentre c’è chi per esserci lavora sulla qualità dei propri prodotti, c’è chi più semplicemente si limita a muovere le pedine giuste, quelle del sistema. Ho detto più semplicemente perché lavorare sulla qualità è decisamente più difficile e non alla portata di tutti. Io vivo l’agricoltura con la consapevolezza di chi non si aspetta niente da nessuno, tanto meno qualche premio o riconoscimento, questi finiscono quasi sempre nelle mani dei furbetti, che nel nostro settore sono veramente tanti. In agricoltura sono in tanti ad aver capito che l’inganno rende come la qualità, con la differenza che la qualità costa molto, molto di più.
Sarà perchè siamo relativamente giovani, io e Pia, ed allora forse alla nostra età si è “fisiologicamente” puliti da questo tipo di “convenienze” come giustamente dice Sandro.
Ma proprio per questo viviamo male l’inadeguatezza del sistema, restiamo spiazzati.
Lezioni che servono queste e che, come dice Antonio, speriamo di poter subito trasformare in medaglie da appuntare al petto.
Sandro ed Antonio, grazie!