Due cattolici a confronto è il titolo del dibattito referendario che mi vedrà contrapposto all’onorevole Gerardo Bianco: succederà martedì 31 maggio, alle 21.00, presso l’Hotel Continental di Siena.
Il mattino dopo, 1 giugno, alle 10.30, sempre a Siena in piazza Salimbeni, comizio referendario per il Sì.
Tombolini, ma oltre ad aver guidato l’ACR 20 anni fa, avrai fatto qualche altra cosa di significativo?
No, perché uno legge ex vicepresidente nazionale di AC e chi sa cosa crede.
Come uno che a 18 anni va a fare il soldato e per tutta la vita lo chiamano ex maresciallo.
AB
Beh, di significativo… non so, valuta tu, il mio c.v. e’ online (secondo molti e’ perfino divertente leggerlo, vedrai, non e’ tempo perso):
https://www.antoniotombolini.com/cv.html
Certo, in questa occasione batto e ribatto su quel mio “essere stato”, perche’ lo scopo e’ proprio quello: far sapere che non tutti i cattolici, neanche quelli che Ruini lo hanno conosciuto, ci hanno lavorato insieme, e da vicino, sono “Ruinizzati”.
Viva l’eugenetica!*
di Antonio Tombolini
Uno degli effetti più devastanti (tanto più devastanti quanto meno appariscenti) dell’imporsi del male consiste nel sequestrare a sé parole, termini, pezzi di linguaggio, trasformandoli in tabù che i benpensanti scanseranno automaticamente e con sussiego, senza pensarci, convinti così, schifando quelle parole, di farsi immuni dal male che le ha sequestrate.
Vi sembra un ragionamento troppo oscuro? Un esempio illuminerà d’un tratto, ne sono certo, quel che intendo dire: eugenetica. Così come non può più darsi un liberismo che non sia anche e forzatamente selvaggio, non c’è scampo: non può darsi eugenetica che non sia (anche e ancor più se in maniera sottintesa) nazista.
La forza dei tabù linguistici consolidati è tale, che chi per avventura si sente attaccato per aver infranto il tabù non trova di meglio che provare a negare, difendersi, tentare una giustificazione.
E’ quel che accade a molti, a troppi di noi che in questi giorni e in queste settimane ci stiamo spendendo in vista dei prossimi referendum. Il divieto di diagnosi embrionale preimpianto è francamente insostenibile: eppure, basta lanciare contro chi lo contesta l’accusa di eugenetica (solo quel poco furbo di Giovanardi sente il bisogno di esplicitare nazista) per invertire i ruoli: a difenderci da un’accusa infamante e imbarazzante tocca a noi.
Non può e non deve andare avanti così. Ogni vera lotta di liberazione o è anche una lotta per la liberazione del linguaggio (che attinge alla profondità del nostro essere e lo modifica in maniera duratura) o non è. E in questa battaglia, uno degli obiettivi, a mio avviso, e non dei più trascurabili, è anche quello della liberazione dell’eugenetica dal sequestro e dal ricatto impostole dai tempi del nazismo.
Consentire, come la scienza rende oggi possibile, attraverso un mezzo assolutamente lecito come la diagnosi preimpianto, che a nascere sia una persona sana, non affetta da una grave malattia, è eugenetica? Bene: siamo per l’eugenetica, siamo per questa eugenetica.
Siamo – liberiamo un altro pezzo di linguaggio sequestrato – per il miglioramento della specie, perché no? O dovremmo forse militare sul fronte opposto, quello del “peggioramento” della specie? Non potremmo mai: troppo amiamo la vita, e amiamo l’uomo.
25 maggio 2005
Il tuo ragionamento non è oscuro, descrive in modo complesso la dinamica dell’ipocrisia.o della proiezione psicanalitica che è la stessa cosa.
interessante è l’osservazione delle regole nel dispiegarsi dei giochi linguistici.
anche queste dinamiche, apparentemente estemporaneee, corrispondono in realtà a delle norme, le norme dei giochi linguisitici a cui chiunque accede deve sottostare, pena, la perdita di senso , la perdita di relazione.
quello che tu individui è una dinamica sottrattiva di senso che non aggiunge nulla alla conoscenza e al progresso perchè il linguaggio che ripecchia la mentalità che sottende tutto cio’, è un linguaggio falso, retorico, ipocrita.
del resto il linguaggio rispecchia l’intenzione.e l’intenzione è ancor meno che Gattopardiana,nemmeno conservativa, ma sottrattiva di esistenza.
è la fobia del agorafobico sociale, di colui che teme ogni forma di apertura evolutiva.
magda