[Disclaimer: volevo documentarmi meglio, ma non ci sono riuscito: esporrò i fatti senza poter esporre pezze d’appoggio definitive, cosa che mi riservo di fare appena possibile]
Ieri pomeriggio ascoltavo distrattamente Radio2, la trasmissione Decanter (la puntata in questione non è ancora disponibile in podcast, ecco perché non posso fornirvi le prove; ma appena rilasciata la troverete qui), quando le mie orecchie intercettano l’intervista al famoso architetto (non mi ricordo il nome) che “non a caso”, osservano, ha lavorato ai decori del pluri-stellato e assai compos sui Le Calandre e che ora viene richiesto di fare “la stessa cosa”, osservano ancora, da nientepopodimenoché McDonald’s (attenti ai timpani se cliccate lì sopra). Con l’architetto che chiude con la morale: “In fondo mi chiedono le stesse cose, in fondo poi anche la grande industria vuole le stesse cose“.
Laddove allo scrivente pare che il punto che fa pensare non risieda tanto nel fatto che McDonald’s chieda le stesse cose de Le Calandre, quanto nel viceversa.
Post di acutezza siderale Antonio. E non aggiungo altro, tranne viva il risotto del Miramonti l’Altro (e la carbonara, fatta bene)
C’è, in entrambi, un certo compiacimento infantilistico. Ricordo in merito un terrificante ciuccio imbevuto di non ricordo cosa. Più improbabile di un Amleto recitato da Leone di Lernia. Il problema è che l’ho provato alle Calandre, e non al Mc.
“anche la grande industria vuole le stesse cose“.
E certo: vuole gli stessi contenitori per meglio vendere il contenuto.
Che come tutti sanno, é ben altro.
L’operazione si definisce anche “rifarsi una verginita´”.
Ed é sicuro come l’amen in chiesa che qualche “chirurgo” ben disposto
lo trovi sempre. Il che, di per se, non sarebbe neanche esecrabile: ognuno si guadagna la pagnotta come puo´. L’esecrabile é invece che dopo si venga anche a portare giustificazioni filosofiche e dire che due piu´due isnomma, si, in fondo in fondo, a vederla bene, puo´fare anche cinque.
Il succo del mio “viceversa”, Carlo, è che non sono più così sicuro che sia “la grande industria” a voler “copiare” il contenitore della “cosa di qualità” per “rifarsi una verginità”. Temo piuttosto che sia la cosa di (pseudo-)qualità a voler “copiare” il contenitore della “grande industria”, magari per sentirsi un po’ più troia.
uelá: profondo questo tuo “viceversa” ma non lo ho capito.Hai uno o due esempi ??
A te go dito chi xe i ‘rchiteti dee’ Calandre: i xe ciama Fanton&Frasson, e i ne parla a sto’ linc: http://www.hotelquality.com/testo.asp?rec=92
Gli è che non sono ancora del tutto sicuro che siano gli stessi che hanno fatto anche McDonald’s, non vorrei che fosse qualcun altro. Dovrei andarmi a risentire la puntata di Decanter… magari lo farò, prima o poi 🙂
Comprendo.