Il blog di Antonio Tombolini

Medici e biologi verso la disobbedienza civile

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L’impegno militante e diretto, fuori dalla proverbiale torre d’avorio, di tanti ricercatori, scienziati, medici e accademici, è uno dei frutti più preziosi della campagna referendaria contro la legge 40.

Impegno che continua e rilancia, con la lettera aperta al Presidente della Repubblica da parte di 110 (finora) medici e biologi della riproduzione, in cui – evidenziando le più stridenti contraddizioni tra le norme della legge 40 e i doveri di una buona pratica medica – i firmatari annunciano prossime iniziative di disobbedienza civile:

Noi, in coerenza con la Costituzione e la definizione dell’OMS, abbiamo dedicato tutta la nostra vita di lavoro e la nostra attività scientifica e di ricerca ad aiutare le coppie infertili a tentare di avere un figlio.

Oggi sentiamo che il nostro lavoro è divenuto pressoché impossibile da svolgere se non pagando un prezzo inaccettabile: tradire il giuramento di Ippocrate e principalmente il buon senso del padre di famiglia, traccia comportamentale che deve sempre guidare il medico nel suo operato. (…) Ma c’è una terza possibilità, ed è questa che Le sottoponiamo direttamente: la strada della disobbedienza civile (ovviamente limitatamente a quei casi che in modo inequivocabile ci pongono nella dicotomia di scegliere tra il bene del paziente e la legge 40)! Su quest’ultima scelta abbiamo avviato un lavoro comune e saremo presto in grado di definire le azioni che insieme intraprenderemo. Non vogliamo certo eludere la legge o ingannarla. Piuttosto sentiamo l’urgenza di affermare, assumendocene in toto la responsabilità, il rispetto di una legge superiore, che riguarda la lettera della Costituzione, i nostri princìpi deontologici e la nostra coscienza.

Ci auguriamo, Signor Presidente che Ella voglia prestarci ascolto.


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