Coraggio, diciamo la verità: non è un posto fantastico, questo mondo, dove c’è ancora chi ti viene a spiegare papale papale che no, il blog "non è uno strumento adatto ad un’azienda vinicola per creare un rapporto con i propri clienti", perché il blog dev’essere sincero e spontaneo, e ovviamente un’azienda non può esserlo? Con le sue parole:
La domanda è: si può permettere un’azienda di essere sempre sincera e spontanea? Se la vendemmia è andata male si può permettere di dire ai propri clienti che forse quell’annata non è un granché? O si può permettere che in un post di presentazione di un vino ci sia qualcuno che commenta in maniera negativa? Io non credo. La soluzione sarebbe quella di moderare o non permettere i commenti, ma allora che blog ne risulterebbe? Allora che differenza ci sarebbe fra un blog è una pagina delle news? Per questo ritengo che il blog non sia lo strumento adatto ad un’azienda.
Non è fantastico tutto ciò? E non è ancora più fantastico che tutto ciò venga affermato da un professionista del settore Information & Communication Technology (ICT), nel corso di una tavola rotonda organizzata da bloggers? Questo è un mondo fantastico!
[Bonus hint: naturalmente ha ragione Hugh McLeod, autore del cartoon lì sopra].
Per “creare un rapporto con i propri clienti” una azienda dovrebbe scegliere una linea di comportamento e seguire quella, indipendentemente dal media.
La ditta puo´anche scegliere una linea “mendace” e seguirla tranquillamente sul blog. L’affermazione sorprende anche me : certo c’e´differenza tra un blog-diario personale in cui al limite ( ma molto al limite) si puo´applicare la teoria di Pierino & il gatto (“il gatto é mio e ci faccio quello che mi pare”) ed un blog aziendale-commerciale in cui ci si espone e si devono anche poter sopportare opininioni diverse, critiche, altarini scoperti, contradditorii.
Allora in questa luce, forse, il blog non CONVIENE all’azienda che non lo sa usare, ma che il blog non sia valido come strumento di comunicazione…. mi sembra grossa. Certo: bisogna saperlo usare ed é sempre una questione di briglie e non di cavallo.
Io, forse per il fatto di non sentirmi ancora davvero un'”azienda”, ho timore del mio futuro-prossimo-blog perché in realtà non saprei quale dovrebbe essere, appunto, la mia linea aziendale. Credo di non averne una e troppo spesso mi sono ritrovata in mezzo ai guai proprio a causa della mia spontaneità e sincerità. Forse anche in me prevale una incertezza di intenti e confusione tra sito e blog. Ho un amico che mi consiglia vivissimamente di trovarmi un bravo rappresentante e di non farmi vedere da nessuno perché farei scadere l’immagine di “grande azienda” che qualcuno potrebbe fantasticare… e perché? io con le mie guanciotte rosse, ora per la timidezza, ora per il bicchierino o il sole, non posso essere capace di creare un rapporto più vero? …e che non sia la strada giusta?
La spontaneità è la strada giusta, forse non facile, ma sicuramente quella che può darti un segno di distinzione. Sono troppe le “grandi aziende” che si chiudono su stesse dando un’immagine di arroganza e mancanza di dialogo con i clienti che non sono solo persone che spendono (per quanto questo sia importante)…Fammi sapere, Cristiana, quando apri il tuo blog, ciao
Tutto dipende da come e cosa un’azienda intenda comunicare. Se si vogliono fare pubbliche relazioni via Web o se si intenda invece raccontare il lavoro in vigna ed in cantina. Io, ovviamente, propendo per la seconda ipotesi e segnalo, come esempio molto interessante, questo blog di una piccola maison de Champagne la cui responsabile mi ha contattato ieri:
http://champagne.typepad.com/podcast
Questi sono i blog vinicoli, fatti da aziende produttrici di vino, che mi piacciono !
Una piccola aggiunta: la mia esperienza, ne ho parlato anche nel corso del dibattito al Vinitaly, mi insegna che parecchie aziende non vogliono nemmeno inserire nel loro sito Internet, non in un blog aziendale, l’elenco dei loro distributori nei vari Paesi esteri, perché hanno timore che le aziende “concorrenti” in questo modo riescano più facilmente a sottrarglieli… E non parliamo dell’elenco dei rappresentanti nelle varie province italiane, che é spesso un tabu…
Ma vogliono davvero comunicare le aziende del vino ? E cosa hanno piacere di raccontare di sé ?
Se una vendemmia é andata così così, perché non testimoniarlo in un blog ?
Non male, come autogol.
Blog aziendale, astenersi perditempo.
Il blog può essere uno strumento migliorativo del rapporto azienda/cliente finale o, di più, diventare addirittura un mezzo attraverso il quale incrementare le vendite ? Di questo e molto altro si è occupata la tavola rotonda organizzata da Giampier…
devo dire che mi ha convinto torno tosto alla pagina delle news, evviva evviva
Chiaro, come dice Ziliani, ma le aziende del vino vogliono veramente comunicare? A vedere dal materiale promozionale – pubblicitario si direbbe di no. Ti cascano le braccio quando vedi pagine fitte fitte zeppe di informazioni sulla storia del nonno che nel 1900 faceva il vino per se e gli amici, o peggio, perché qui si usano i soldi dei contribuenti, quando vedi inserti di 10 pagine fitte fitte, in riviste dove una pagina costa fior di quattrini, autocelbrative al massimo a cura della Provincia XY, con la storia degli etruschi e dei romani che facevano vino proprio li’ (e dove non lo facevano sti cavolo di etruschi e romani il vino?.
Anch’io però non credo che il Blog possa essere uno strumento promozionale, del tipo questo è il mio ultimo vino fatto cosi’ e cosà che ha vinto questi premi qui, che è tanto buono ed ogni anno è ancora meglio. Me ne sono accorto anch’io quando l’altro giorno ho aperto anch’io (nel mio piccolo e faccio anche un po di pubblicità) il mio blog (per ora a gratis Antò, poi dopo magari diventoi cliente: http://poggioargentiera.blogspot.com/). In pratica volevo usarlo come news aziendali per evitare di doverlo far fare al mio provider ogni volta e cosi’ poi non le metto mai. Ma subito mi sono sentito ridicolo a voler mettere informazioni “istituzionali” e quindi lo userò, quando riesco, per mettere qualche idea, qualche polemicuccia (ziliani apprezzerà spero…) sul mio mondo, che non è quello del giornalista del vino, dell’appassionato del vino, ma del produttore di vino che qualche volta qualcosa da dire ce l’ha al di fuori della comunicazione patinata.
Però, è pur vero che il mondo del vino, forse non dissimile ad altri mondi, vive immerso in tanta ipocrisia e che spesso ad essere sinceri è più facile essere impallinati che altro. Un esempio può essere questo dei controlli sul vino: http://www.vinoalvino.org/2006/04/guide_che_danno_i_numeri_e_nem.html
guai a parlarne male, senno’ giù fulmini.
Come ho avuto modo di spiegare su un post pubblicato su Tigullio Vino (http://www.tigulliovino.it/blog/2006/03/come_non_si_usa_il_blog.html) il blog non può essere usato come vetrina pubblicitaria per i prodotti realizzati da qualsivoglia azienda.
La funzione del blog è creare buzz (scusa Antonio :)), il passaparola. Far parlare di un argomento in modo molto diretto e spontaneo, non edulcorato. Se i blog vengono intesi come vetrina aggiuntiva e gratuita per vendere (come nel post sopra citato su Tigullio Vino) vuol dire praticamente darsi la zappa sui piedi. A differenza della pagina pubblicitaria acquistata sui quotidiani che usa un linguaggio decisamente intuitivo (vedo, mi piace, compro) il blog invece usa un linguaggio tendenzialmente deduttivo che crea attenzione intorno un argomento o intorno ad un’azienda (mi piace quello che leggo, vado a visitarlo, torno a visitarlo, divento “affiliato”) e fa in modo di creare utenti; ogni utente che visita un blog è, per un’azienda, potenzialmente un possibile cliente.
Quindi da evitare i vari: comprate da noi, prodotti buonissimi, prezzi modici, ma puntare sulla qualità dei contenuti e delle idee per creare utenti.
So che per le aziende può sembrare una perdita di tempo scrivere per creare utenti senza avere un guadagno diretto, ma i blog si possono considerare un investimento a lungo termine.
Sono d’accordo con Andrea. Il fatto Gianpaolo, è che tu parti da un presupposto errato quando dici : “Anch’io però non credo che il Blog possa essere uno strumento promozionale”. E’ proprio qui l’errore. Il blog non andrebbe inteso dall’azienda come strumento promozionale, o, almeno, non direttamente. Il blog dovrebe servirti solo per farti conoscere meglio, per instaurare delle relazioni con persone che condividono o che non condividono i tuoi obiettivi, le tue idee, i tuoi commenti. Il “ritorno” o ROI per dirla come la direbbe Andrea, è mediato, consequenziale e incerto. Quel che è certo è che chi usa il blog stabilisce un maggior numero di relazioni rispetto a chi non lo usa e, di conseguenza, ha maggiori possibilità di generare, sempre indirettamente, potenziali clienti.
Infatti Filippo, come ho detto, non credo all’utilità promozionale dell’azienda o del prodotto. Credo che si possa utilizzare se uno ha, o crede come nel mio caso, di aver qualcosa da dire. Se poi chi legge si interessa anche all’azienda e al prodotto tanto meglio, ma uno si potrebbe anche incazzare e dire: guarda che stronzo quello lì, non gli comprerei mai una bottiglia. Tanto peggio per lui…:-)
Gianpaolo:
> Me ne sono accorto anch’io quando l’altro giorno ho aperto anch’io (nel mio piccolo e faccio anche un po di pubblicità) il mio blog (per ora a gratis Antò, poi dopo magari divento cliente
AH! TRADITORE! Ma almeno linkalo come si deve ‘sto blog, no? 🙂
Eh, se non ci fossi io… ecco qua:
http://poggioargentiera.blogspot.com/
Ma cazzarola, Gianpà, adesso che ci penso: facciamo che il tuo non è “ancora” un biz-blog, e che quindi lo consideriamo “personale”, e che quindi da me non lo paghi 500 ma 50 Euro per un anno… e dai, vieni di là, nella SBF! I post che hai già fatto li trasportiamo tutti, no problem! Famme sape’.
Anto’, mi hai convinto, ma tanto lo sapevi già no?
Mi trasporti tutti i post? Tutti e tre?????
Che devo fare?
Saluti
Gianpaolo
…e torno a constatare che, al di là del mezzo, l’importante è esserci, sempre !
come direbbe De Coubertin l’importante é partecipare… Ma mi viene in mente una bella canzone di Jannacci che dice: “vengo anch’io ? No tu no. Ma perché ? Perché no…”
non so se mi spiego…
Comunicazione di servizio per Gianpaolo: ti scrivo stasera per procedere. A presto!
Che tristezza la domanda: si può permettere un’azienda di essere sempre sincera e spontanea?
La risposta è che un’azienda avrebbe il dovere di essere con i propri clienti sempre sincera! Invece ci ritroviamo a leggere e udire in continuazione le frottole della pubblicità.
Si parla spesso di sicurezza alimentare, di qualità e di tracciabilità; i blog aziendali vanno in questo senso e danno una visione completa dell’azienda e dei suoi prodotti, ovviamente se gestiti in modo serio.
E’ questo il bello del blog aziendale, uno strumento molto potente che permette di informare e comunicare.
Latte e piscio
Visto che si discute ferocemente (come succede sempre nella blogosfera) su blog e aziende (agricole e no) che farebbero bene o meno di averne uno per comunicare con i clienti (comprate, forza!), se possono essere aperti e onesti o sarebbe meglio di non…