Nel 2000, anno del Giubileo, i politici italiani fecero la fila per inchinarsi al Papa e rassicurarlo: si sarebbero certo messi d’accordo per una misura di clemenza che alleggerisse le insopportabili condizioni di vita derivanti dal sovraffollamento delle carceri. Poi fecero a gara, per qualche mese, per visitare in pompa magna un po’ di carceri, promettendo a cuor leggero la stessa cosa ai diretti interessati, i detenuti. Nulla di fatto.
Nel 2002 ci fu la storica visita ufficiale del Papa al Parlamento italiano, riunito per l’occasione in seduta comune. L’intervento del Papa fu centrato proprio su questo: la richiesta, ancora una volta, di un provvedimento di clemenza che svuotasse almeno un po’ le carceri. Tutti gli astanti scattarono in piedi in un prolungato applauso, fino a spellarsi le mani. Risultato: ancora niente di fatto.
Oggi, prima ancora che il Papa fosse morto, tutta la classe politica ha iniziato a gareggiare sfilando contrita e compresa davanti alle telecamere.
Tutti, tranne uno: Marco Pannella. Lui no: lui ha preferito rivolgersi a quella classe politica, chiedendo che abbia almeno la dignità di onorare con un fatto, con quello che al Papa stava a cuore, con quello che esplicitamente aveva chiesto ai politici italiani, la memoria di Giovanni Paolo II: un’amnistia. E per aiutare politici e istituzioni a trasformare per una volta in fatti le tante vuote chiacchiere, ha avviato fin da sabato scorso, col Papa ancora vivo, uno sciopero della sete.
Che si sbrighino dunque, per favore: per i detenuti e per le loro condizioni di vita in carcere, certo; per Marco e per la sua salute, certo; ma più ancora per se stessi e per la loro residua dignità.
Tre post sul Papa
Le parole con quale ha iniziato il suo pontificato, le promesse fatte a lui e non mantenute dei politici e il terzo e questo che stai leggendo qui, anzi no, se sei battezzato sei papabile anche te a quanto pare ma non dirlo a Silvio che forse ora e � i…
caro antonio, papa giovanni paolo II ne ha combinate di tutti i colori, nel senso buono del termine. e come tutti i grandi uomini ha commesso alcuni grandi errori. uno di essi e’ stato compiuto nella terra in cui vivo, in Olanda. ci ha fatto un pezzo sul mio blog. ciao!
Ciao Antonio, sono Sabina sono daccordo con te, per i carcerati,per il menefreghismo di tutte le classi politiche verso la piaga delle nostre carceri compresse.Verso le analisi pressapochiste di psichiatri che liberano ed assegnano posti di responsabilità a psicolabili come Izzo e lasciano all’interno delle prigioni gente che potrebbe lavorare ed essere utile alla società e a se stessa Giovanni Paolo II invocava la clemenza io invoco il comune buon senso.Perchè i Signori del Palazzo si accorgano finalmente che i CARCERATI hanno i loro diritti e che la dignità umana non si ferma davanti alle porte di un carcere.