Il blog di Antonio Tombolini

Pseudo-università, gastronomia, demagogia, soldi pubblici e Slow Food. E tutti noi, fessi, a battere le mani.

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La notizia ce la riporta Paolo Massobrio, citando come fonte l’edizione regionale de La Repubblica in edicola oggi in Piemonte:

UNIVERSITA’ DEL GUSTO. Con una delibera della Regione Piemonte di 300 mila euro per il 2004, prende il via l’Universita’ del Gusto di Pollenzo che aprira’ i battenti nel prossimo autunno.



Cominciamo col dire qualcosa circa il soggetto beneficiario del contributo: si tratta di una pseudo-università, praticamente fasulla. Un contributo pubblico di queste dimensioni a un soggetto come questo crea perciò un precedente assai pericoloso.
Si potrebbe però dire: oh, ragazzi, in fin dei conti l’intervento della regione Piemonte con denaro pubblico è un investimento in un settore trainante come quello della gastronomia, su una iniziativa di altissimo livello, quale l’Universita’ del Gusto su cui Slow Food, la più importante realtà in questo settore, ha investito ormai tutte le sue energie. Dotare di fondi una realtà come questa per farla partire (si badi bene: il contributo è per il solo 2004, come a dire, il prossimo anno si potrebbero aggiungere altri fondi…) significa sostenere una iniziativa di alto valore sociale e, in prospettiva, economico,.
Già. Non fosse che la frequenza alla sedicente Università del Gusto è tutt’altro che gratuita! Dal sito stesso dell’Università del Gusto, infatti, apprendiamo che c’è una retta annuale da pagare, non esattamente popolare:

Il costo indicativo previsto per l’iscrizione e i servizi descritti è di 19.000 euro per anno accademico.
E’ prevista la possibilità, per chi non ne avesse bisogno, di non usufruire della sistemazione negli alloggi messi a disposizione dall’Università. In questo caso, la quota annuale è di 14.000 euro.


Quindi la cosa è in questi termini: io mi invento una cosiddetta università, decido chi ne fa parte e chi no, chi ci insegna e chi no, chi ammettere e chi no, mi faccio dare per quest’anno 300 mila euro di soldi pubblici, e poi mi faccio dare 14.000 Euro all’anno da chi vuole frequentarla.
Che dire? Chapeau!

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  • QUESTA MATTINA SU RTL 102.5 HAN FATTO MOLTA PUBBLICITA’ ALLA COSI’ DETTA UNIVERSITA’DEL GUSTO MI DOMANDO CHI DECIDE CHI DEVE ENTRARE E COME ESISTE UN BANDO ON-LINE? NON MI SEMBRA E POI PERCHE’ ESTENDERE AGLI STRANIERI QUESTA OPPORTUNITA’ SE PRIMA NON LA SI E’ CONVALIDATA E AFFERMATA NEL NOSTRO PAESE E NELLE NOSTRE ISTITUZIONI? SE DOBBIAMO CREARE UNA NUOVA IDENTITA’LAVORATIVA PERCHE’ NON DESTINIAMO I FONDI PER IL NOSTRO PAESE ? CHI SARANNO GLI STUDENTI DI QUESTA FACOLTA’ PRESUNTA? I SOLITI RACCOMANDATI?

  • Prima di fare commenti, visitate il sito dell’università di Pollenza. Il programma sembra molto valido ed articolato ed a me ha dato l’idea di una cosa davvero valida e moderna.Se poi vogliamo parlare di università, se nel 2004 ancora si ha il coraggio di chiamare così l’università italiana, slow food ha tutto il diritto di andare fiera e chiamare università la sua creazione. Vogliamo parlare dei masters milionari che non servono a nulla? L’Italia è un paese da rifondare: evviva a chi lavora per creare nuove realtà.

  • E a te, sapientissimo Luigi De Benedictis, chi ti dà il diritto di presupporre che uno (io per esempio) faccia commenti senza essersi informato?!? Io, per esempio, come puoi leggere nel mio post, non solo il sito l’ho visitato, ma l’ho anche letto, e perfino linkato da qui, e citato in un suo passaggio. Percio’: tu ci vai, lo leggi, e ti convinci che sia una cosa ben fatta. Bene. Ma nessuno ti da’ il diritto di dire a chi invece lo critica che lui non si e’ informato.
    Nel merito, infine: tu dici evviva a chi lavora per creare nuove realta’. A me non va per niente: una realta’, anche se nuova, puo’ essere pessima. L’Italia e’ piena di gente che ha lavorato e lavora per “creare nuove realta’” (nuovi enti, nuove istituzioni, nuove associazioni, nuove universita’, nuovi partiti…), sempre e solo coi soldi degli altri: io di costoro ne ho piene le tasche e ne vorrei fare finalmente a meno.

  • Torno a ripetere che forse il sito dell’univerità di scienze gastronomiche non l’hai osservato a fondo. Il percorso è altamente formativo ricchissimo di didattica sul campo e sono previste inoltre borse di studio, che non necessariamente andranno agli amici degli amici. Difficile pensare di trovare oggi nel panorama universitario italiano un percorso così qualificante. C’è un finanziamento pubblico? Ci sono anche le borse di studio. Quello che non capisco è come ti viene in mente di paragonare dopo aver visto di che si tratta (lo studio è tutta pratica nelle varie aziende del settore) paragonarlo dicevo a quella “sola” di forza italia o ad uno degli innumerevoli enti inutili e parassitari.

  • Torno a ripetere che forse il sito dell’univerità di scienze gastronomiche non l’hai osservato a fondo. Il percorso è altamente formativo ricchissimo di didattica sul campo e sono previste inoltre borse di studio, che non necessariamente andranno agli amici degli amici. Difficile pensare di trovare oggi nel panorama universitario italiano un percorso così qualificante. C’è un finanziamento pubblico? Ci sono anche le borse di studio. Quello che non capisco è come ti viene in mente di paragonare dopo aver visto di che si tratta (lo studio è tutta pratica nelle varie aziende del settore) paragonarlo dicevo a quella sola di forza italia o

  • cari amici …è da un po’ di tempo che seguo le vicende enogastronomiche a livello idrei oramai professionale e pure anch’io guardo con grande circospezione questa storia dell’ università del gusto …me pare proprio na mezza bufala …come diciamo noi a Roma! (…anche se ammiro molto tutte le iniziative slow-food)
    Ci sono TANTISSIME REALTA PER FREQUENTARE CORSI A PREZZI PIU’ UMANI E VI GARANTISCO DI ALTISSIMA PROFESSIONALITA’!!!

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