Il blog di Antonio Tombolini

Terra Madre 2004: dai Prodotti Tipici alle Persone Tipiche

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E’ stato questo l’evento catalizzatore con cui Slow Food ha cercato di rivitalizzare la comunicazione sul Salone del Gusto (l’enogastronomia comincia a mostrare segni di stanchezza). Si è trattato di un’operazione tecnicamente razzista. Ho sentito con le mie orecchie il funzionario di Slow Food descrivere con sussiego alla radio le comunità partecipanti, come si trattasse di bestie rare da guardare allo zoo. All’apice del suo entusiasmo se n’è uscito con un E infine una chicca! (testuali!), Una comunità brasiliana di discendenti di emigrati trevigiani che parla ancora un magnifico dialetto trevigiano di fine ottocento! E il conduttore Uh, ma che bello!
UH, MA CHE SCHIFO! I presìdi mi facevano già incazzare quando si trattava di Prodotti Tipici (per lo più improbabili). Adesso quelli di Slow Food (annusando l’esaurirsi del filone) sono arrivati alla politica delle Persone Tipiche.
PS Noterella tragicomica: pare che un bel gruppetto di rappresentanti delle comunità partecipanti a Terra Madre (il cui scopo è preservare e valorizzare le microeconomie agricole delle loro terre di provenienza) stia creando qualche problema agli organizzatori e alla questura, perché non hanno alcuna intenzione di intraprendere il viaggio di ritorno e vorrebbero rimanere in Italia.

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  • Caro Antonio,
    non credo che l’enogastronomia sia in fase di stanca.
    Ritengo piuttosto che lo sia la comunicazione enogastronomica, prigioniera del binomio tradizionale/innovativo (ma le leggi le schede a tutti
    i ristoranti di tutte le guide?) in campo alimentare,
    e prigioniera di un sacco di falsi miti in quello enologico (dai vini veri, che sono quasi tutti uguali
    e dunque non sono vini di territorio, ai vini biologici,
    che sono una contraddizione in termini, e dunque una
    portata per il sedere). Riusciranno/riusciremo a fare
    comunicazione del vino senza mitizzazioni (non se ne può più) e senza demagogia (la puntata di Report mi ha fatto incazzare molto, mi piacerebbe dirgliene quattro
    a quella giornalista)?
    Tu che dici?
    Un abbraccio,
    F

  • Concordo, bravo.
    Tra l’altro mi hanno raccontato che il buon Carlin Petrini facesse il mangimista, ma poi gli affari non andandogli troppo bene, si invento slow-food. Sarà vero? Sicuramente è vero che hanno messo su la multinazionale del buon gusto. Ma non mi facciano credere che le masse saranno sfamate con i cibi prodotti nei loro presidi. Primum vivere…
    Bravo anche a Veronesi La panzana degli OGM che fanno male prima o poi verrà smascherata.
    E una grande pernacchia sommergerà gli oscurantisti, compresi i fighetti au caviar di slow-food, cibi per miliardari (tra l’altro, ora che il governatore Ghigo gli ha fatto l’Università a Pollenzo, il Petrini non lo si tiene più).

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