Lo dico con cautela, un po’ perché ne capisco poco, un po’ perché il fronte anti-Bill intimorisce sempre un po’, però a me questa cosa di DreamSpark sembra una buona cosa… o no? E comunque, nel caso che no, per favore, argomentare: grazie!
[…] sconosciuto: Lo dico con cautela, un po’ perché ne capisco poco, un po’ perché il fronte anti-Bill intimorisce sempre un po’, però a me questa cosa di DreamSpark sembra una buona cosa… o no? E comunque, nel caso che no, per favore, … […]
Io ho già argomentato qui, se può interessare: http://www.matteomoro.net/2008/02/20/tranquillo-e-gratis/ P.S.: Non è “anti-bill”, sono riflessioni che risalgono (nella mia mente) a diversi anni fa e che oggi trovano l’ennesima conferma.
@Frenz occhio, che magari dipende più dalle nostre università, che non da M$ 😉 @Matteo capisco il tuo punto di vista (il mio “… o no?” era seriamente dubitativo). E tuttavia mi pare di capire, da questa e da altre mosse, che il mondo M$ sia in notevole fermento, e che il vecchio Bill, prima di ritirarsi in pensione a luglio, abbia intenzione di dare ancora due o tre colpi di timone decisivi alla – ehm… – baracca. Mi fanno però sorridere alcuni commenti (ne ho trovati nel post che hai dedicato alla cosa nel tuo blog) che se la cavano con un “se fanno così vuol dire che sono alla frutta”… Vorrei essere alla frutta anch’io come loro! 🙂
@Antonio: I commenti troppo lapidari fanno sorridere anche me, però negli anni ho imparato ad essere diffidente nei confronti delle aperture da parte delle grandi aziende. Si tratta pur sempre di aziende, che hanno come scopo finale il profitto. Se poi sono aziende pluri-pregiudicate per aver tentato in ogni modo di mettere in piedi un monopolio, la mia diffidenza aumenta in modo esponenziale. Come dicevo rispondendo a un commento, ho già avuto esperienza di prodotti MS in regalo ai tempi in cui lavoravo all’università, e ho visto i risultati raccapriccianti dell’inziativa. Mi piacerebbe un mondo in cui le persone siano in grado di scegliere ciò che è meglio per loro, ma mi accorgo sempre più spesso che la gente non sceglie, usa quello che trova pronto e basta: proprio per questo sono convinto che sia importante, almeno da parte di chi non deve vendere niente, consigliare prodotti liberi. Questo, naturalmente, è solo il mio punto di vista.
Matteo, non esiste “chi non deve vendere niente”, e quelli che pensano di essere gente “che non deve vendere niente” mistifica, a se stessa e agli altri. Si tratta di vendere bene, semmai.
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Peccato che, per ora, gli studenti delle nostre università siano ancora una volta tagliati fuori.
Io ho già argomentato qui, se può interessare:
http://www.matteomoro.net/2008/02/20/tranquillo-e-gratis/
P.S.: Non è “anti-bill”, sono riflessioni che risalgono (nella mia mente) a diversi anni fa e che oggi trovano l’ennesima conferma.
@Frenz occhio, che magari dipende più dalle nostre università, che non da M$ 😉
@Matteo capisco il tuo punto di vista (il mio “… o no?” era seriamente dubitativo). E tuttavia mi pare di capire, da questa e da altre mosse, che il mondo M$ sia in notevole fermento, e che il vecchio Bill, prima di ritirarsi in pensione a luglio, abbia intenzione di dare ancora due o tre colpi di timone decisivi alla – ehm… – baracca. Mi fanno però sorridere alcuni commenti (ne ho trovati nel post che hai dedicato alla cosa nel tuo blog) che se la cavano con un “se fanno così vuol dire che sono alla frutta”… Vorrei essere alla frutta anch’io come loro! 🙂
@Antonio:
I commenti troppo lapidari fanno sorridere anche me, però negli anni ho imparato ad essere diffidente nei confronti delle aperture da parte delle grandi aziende. Si tratta pur sempre di aziende, che hanno come scopo finale il profitto. Se poi sono aziende pluri-pregiudicate per aver tentato in ogni modo di mettere in piedi un monopolio, la mia diffidenza aumenta in modo esponenziale.
Come dicevo rispondendo a un commento, ho già avuto esperienza di prodotti MS in regalo ai tempi in cui lavoravo all’università, e ho visto i risultati raccapriccianti dell’inziativa.
Mi piacerebbe un mondo in cui le persone siano in grado di scegliere ciò che è meglio per loro, ma mi accorgo sempre più spesso che la gente non sceglie, usa quello che trova pronto e basta: proprio per questo sono convinto che sia importante, almeno da parte di chi non deve vendere niente, consigliare prodotti liberi.
Questo, naturalmente, è solo il mio punto di vista.
Matteo, non esiste “chi non deve vendere niente”, e quelli che pensano di essere gente “che non deve vendere niente” mistifica, a se stessa e agli altri. Si tratta di vendere bene, semmai.