Caro Petrolio,
Tutti ce l’hanno con te, specialmente in questi giorni. Io invece ti voglio ringraziare. Ti voglio ringraziare perché stai facendo finalmente sul serio. Non più quegli aumentini, un po’ alla volta, quasi indolori, così, tanto per far guadagnare ancora un po’ di più i petrolieri, le raffinerie, i distributori… no, finalmente hai deciso di fare sul serio, e rapidamente.
Per questo voglio ringraziarti, caro Petrolio: facendo così hai finalmente sfondato la soglia che imporrà a tutti noi di sforzarci per adottare comportamenti di riduzione del consumo di petrolio, e stimolerà aziende, studiosi e politici a darsi una mossa per puntare finalmente e decisamente ad una svolta, all’abbandono della centralità del petrolio come fonte energetica.
No, non c’è da rattristarsi, anzi: W il Caro Petrolio!
Evviva il declino! Così faranno le riforme che aspettiamo da quarant’anni!
Invece, temo che ci chiederanno, proprio e solo a noi, tanto per cambiare, di fare sacrifici…
http://simplicissimus.blogs.com/ildilettante/2005/07/il_presente_ed_.html
Fai bene, caro Antonio, a sbizzarrirti su diversi argomenti e ad evitare i rischi della monotematicità.
Sugli aumenti dei costi del petrolio la penso anche io come te, almeno dalla metà degli anni ’70 quando ero più impegnato nel settore. Va detto però che le lezioni sono servite a poco se a tutt’oggi non sono stati sviluppate le altre fonti.
Non parlo in linea teorica, ma mi limito ad indicare gli sprechi a cui tutti assistiamo. Ad esempio si riscaldano le serre, si le serre per avere ortaggi fuori stagione (già di per se una scelta sbagliata!), ma per di più con gasolio e metano. Tutto ciò mentre in campagna si distruggono, inquinando, milioni di tonnellate di biomasse.
Uso obbligato è quello del cherosene per far volare un aereo o dell’energia elettrica per accendere un computer. Quando però si assiste ancora al proliferare di scaldabagni elettrici, costruiti male ed accesi a sproposito, viene da chiedersi a cosa serve un Governo e perché mai si continua a parlare di “piani energetici”, non solo nazionali, ma anche regionali.
Mi si consenta un collegamento con altri sprechi, di altri settori di cui oggi come oggi è assolutamente vietato parlar male. Le sempre più numerose associazioni di volontariato che operano per aiutare i paesi in via di sviluppo. Cosa c’entra? Ecco che nella mia esperienza diretta ho visto (e tengo la fotografia a disposizione degli increduli) aiuti forniti ad un paese equatoriale africano…sotto forma di scaldabagni elettrici, prodotti per di più da una nota industria marchigiana. Si scaldabagni elettrici in Africa, in Congo. La fotografia ovviamente mostra lo scaldabagno con alcuni indigeni, per l’esattezza Pigmei, che gli stanno attorno.
Occorrono commenti? Non credo. Lasciatemi dire però che con questo andazzo sono piuttosto sfiduciato. Ancor più sfiduciato se considero a chi finiscono in mano i maggiori profitti del petrolio: soprattutto ai paesi produttori che per la maggior parte hanno tantissimi cittadini poveri e molti ricconi plurimiliardari ed in più un deficit, se non la totale assenza, di democrazia nei loro sistemi di governo. Così al danno si aggiunge la beffa.
Gianluigi
D’accordissimo con te!
Salve gente.
volevo dirvi che le alternative al petrolio sono gia pronte e poco costose da fare, ma purtroppo fino a che il petrolio non finirà non verrano tirate fuori!!!!!!
ex. i motori ad idrogeno sono gia pronti;
non parlo di quelli che si vedono alla tv come prototipi, ma dei veri motori funzionanti perfettamente adattabili a qualsiasi auto.
so dirvi questo perche sono dentro in questi progetti.