Le apparenze
Il Povero Editore, MacMillan, nei panni di Davide, riesce ad imporre ad Amazon, nei panni di Golia – dopo due anni di oppressione – la sua vittoria, nell’interesse dei buoni, di quelli cioè che non vogliono uccidere i libri, e che vogliono fare solo – oh, sì! – l’interesse degli autori e delle belle arti. A dare a Davide-MacMillan la forza per imporsi è Apple, nei panni del Buon Samaritano.
Qual era l’oppressione che Golia-Amazon imponeva a Davide-MacMillan? Approfittando del suo strapotere Golia-Amazon imponeva agli ebook del povero editore in vendita nel Kindle Store i prezzi che voleva lui, togliendo così al povero editore il controllo del prezzo del suo prodotto, e mettendo così a rischio anche – indirittamente – la remunerazione degli autori. E’ il modello wholesale, vendita all’ingrosso, in cui il dettagliante (Amazon in questo caso) chiede al fornitore (MacMillan, l’editore) il prezzo netto di acquisto a lui riservato, e poi è il dettagliato a decidere il prezzo di vendita al cliente finale.
Dopo due anni di codesta oppressione, arriva il BuonSamaritano-Apple, a proporre col suo iBooks agli editori un modello diverso, il modello agenzia: il dettagliante (iBooks di Apple, in questo caso) non compra una merce, ma funge da agente di vendita per conto del fornitore (MacMillan, l’editore), e viene da questi ripagato con una commissione, o provvigione. Qui è il fornitore-editore a decidere il prezzo al cliente finale, e l’agente-iBooks si limita a richiedere la sua provvigione.
In cosa consiste dunque la vittoria odierna di Davide-MacMillan? Costui – grazie all’appoggio del BuonSamaritano-Apple che gli dice oh, ma no, il prezzo dei tuoi ebook con me, nel nostro iBooks, lo deciderai tu! – si ribella a Golia-Amazon e riesce ad averla vinta: d’ora in poi il Povero Editore venderà i suoi ebook al prezzo che decide lui, anche nel Kindle Store di Golia-Amazon, costretto a cedere.
Ma qual è la realtà?
Chi è davvero MacMillan? Certo non un Povero Editore: è uno dei big six publishers, dei maggiori sei editori di lingua inglese, e dunque del mondo.
Grazie alla vittoria di MacMillan, i loro ebook saranno venduti nel Kindle Store a 14,99$ invece che a 9,99$: una strana forma di healthy competition, quella auspicata dal CEO di MacMillan, questa che fa lievitare del 50% i prezzi per il consumatore!
In tutta questa storia è ben strano che il mondo dei buoni (MacMillan-Apple) dimentichi del tutto che c’è un attore del mercato che forse è il caso di tenere in considerazione: il consumatore, il cliente finale, quello che alla fine mette le mani in tasca e sborsa i soldi che tengono in piedi le aziende. E’ ben strano che MacMillan, gli editori, non capiscano che quello che detta legge, alla fine, è colui che misura il valore aggiunto, e che dunque, alla fine, sarà proprio il consumatore ad imporre il suo prezzo agli ebook: e tutti sanno – se non si vuole fingere – che perfino la soglia dei 9,99$ è già ora fin troppo alta per chi compra ebook, e viene accettata solo ora, in una fase embrionale del mercato. Ma che a regime, diciamo entro tre anni da ora, un ebook non potrà costare più di 5$ (o 5€): se ci si possa guadagnare o no (e ci si può guadagnare sì, altroché se ci si può guadagnare!) è un problema che autori, editori e librai dovranno risolversi da loro.
A cosa condurrebbe una scelta analoga a quella di MacMillan (aumentare i prezzi degli ebook fino ai 12-15$) da parte di tutti gli editori dominanti? Ad accelerare la loro estinzione: gli autori si accorgeranno che così facendo guadagneranno di meno, semplicemente perché si venderanno meno ebook (legali). E aderiranno sempre di più alle proposte (prima tra tutte, guarda un po’, quella di Amazon) di auto-pubblicarsi, accettando di vendere a prezzi bassi i loro ebook, in cambio del 70% dei ricavi. Un signore di nome Paulo Coelho l’ha già fatto, per dire.
E allora, che resta da fare agli editori?
Un sacco di cose: anticipare quel che il mercato chiede e si aspetta, ovvero ebook a prezzi inferioni ai 5$/€, proponendoli subito, senza attendere di esservi costretti, mettendo mano subito alla ristrutturazione dei loro costi di produzione.
Ben sapendo che nel mondo degli ebook (come le major discografiche stanno dimostrando nella musica) la riduzione dei costi di produzione è più che proporzionale alla riduzione dei ricavi che comunque ci sarà. Che tradotto poi vuol dire che nel mondo degli ebook l’editore (e con lui l’autore) potrà guadagnare più di quel che guadagna ora: purché si concentri da subito sul suo mestiere di editore nel nuovo mondo, sul valore aggiunto che può rappresentare rispetto alla scelta di auto-pubblicazione.
Insomma, io la penso un po’ così:
Post molto bello e chiaro. Adatto per la divulgazione alla massa di pubblico confusa dalla situazione e dalla mole di articoli che stanno intasando i siti di settore (o anche del tutto ignara dei fatti).
Gli autori che possono scegliere i prezzi dei propri e-book cercano di tenerli bassi, per aumentare il volume delle vendite. E i risultati ci sono eccome: http://jakonrath.blogspot.com/2009/10/kindle-numbers-traditional-publishing.html
Concordo pienamente. Fra l’altro, sul mio blog ho sottolineato diverse settimane fa’ le iniziative editoriali di Konrath, ma ci sono diversi altri autori pronti a invadere il mercato usa con buona narrativa a basso costo.
Completamente d’accordo. Peccato che di recente mi sia capitato di sentire più di una persona in ambito editoriale dire “se il lettore non vuole comprare l’e-book perché lo ritiene troppo caro, vuol dire che comprerà il cartaceo”.
A volte sembra che la guardare fuori dalla propria finestra sia troppo difficile.
Beh… ci sono anche editori che non guardano solo fuori dalla propria finestra, ma … escono proprio sul balcone 🙂
Noi di Garamond, per esempio, per il nostro nuovo ebook di Mario Rotta (Insegnare e Apprendere con gli ebook) abbiamo deciso di risolvere il problema del prezzo facendolo decidere dal lettore stesso:
http://www.garamond.it/index.php?pagina=666
Non sarà come per i Radiohead, ma nel nostro piccolo l’esperimento potrebbe essere interessante…
Completamente d’accordo sulla necessità di “partire” con prezzi più abbordabili. Non solo per gli ebook però, io penso a eReader, magari più semplici, da fornire gratis ad un cliente, a patto che questi compri un minimo di titoli all’anno, così come fanno con i telefonini all’estero! Potrebbe essere un investimento per gli editori, una sorta “innesco iniziatico” per fruitori ancora lontani dai numeri dei lettori forti.
Che ne dite?
want
PS: Antonio carissimo, ogni tanto dai un’occhiata alla posta elettronica!… :)))
[…] seemed – and actually were – a distant vision. He published last week on his blog a post on the Amazon/MacMillan/Apple issue, and I asked his permission to translate it for Inchiostro […]
[…] Tombolini spiegò molto bene l'intera faccenda sul suo blog il 6 febbraio […]