Dunque Eataly apre a Milano, ai primi di ottobre, come si legge nel pop-up riprodotto qui di fianco. Stavolta non si scappa, c’è pure l’indirizzo: “in piazza 5 Giornate”. Ma c’è di più: “con una piccola boutique di prodotti selezionati”, dice l’annuncio.
Un cambiamento di rotta, sembra di capire, rispetto all’orientamento strategico annunciato nella pagina istituzionale tutt’ora online, dove si legge “A questo (Torino, ndr) seguiranno altri centri, sempre di dimensioni significative (da un minimo di 5.000 ad un massimo di 10.000 metri quadrati) ed in luoghi di grande fascino a Genova, Milano, Verona, Roma, Bologna, Firenze, Napoli, Bari e Palermo”.
Non credo sia un cambiamento di rotta, è semplicemente un piccolo ampliamento di un punto vendita che esiste già da parecchi mesi. Non centra niente con gli altri punti di “grande fascino” .. che arriveranno. ciao
Hanno finito i soldi. Il bruco, mortadella e cicciobello hanno detto STOP. Finita la cuccagna, con l’ottimismo non se magna!
…quale punto vendita già esistente..? io abito a 100 metri da piazza cinque giornate e proprio non ho in mente…
Il punto vendita citato da gino è il corner shop all’interno della Coin, funzionante da molti mesi, e che ora viene ingrandito con il coincidente restyling del palazzo Coin (sulla facciata, il + grande schermo video d’Europa).Corsaro, non se magna? Ma l’appetito vien mangiando o no? LC
Ehehe… e pensare che al Coin ci ho girato una delle sequenze del mio documentario sulla grande distribuzione…
Beh, un piccolo ampliamento del corner ecc. ecc. ok Gino. Però “AI PRIMI DI OTTOBRE 2007 EATALY SBARCA A MILANO” non è che l’ho scritto io, eh! 🙂
Certo che non l’hai scritto te, ma da quel che ne so io la rotta non è stata cambiata, anzi proprio perchè quel piccolo corner funzionava , ora viene aumentato. Credo fosse già in funzione da prima dell’apertura di Torino.Ma ti ripeto, per quel che so io, non ha nulla a che vedere con altre aperture.
Semplicemente: una cosa sono le idee una altra la realtà. La realtà è comunque “pilotabile” con mezzi vari.
Ma alla fine rimane un fatto indiscutibile: la sostenibilità. Un imprenditore, per me, non ha il dovere dell’ottimismo, ha il dovere della sostenibilità. Il resto sono solo chiacchere e distintivo.
Che vuol dire sostenibilità? produrre bene, nel rispetto dell’ambiente,dell’uomo,senza ad esempio sputtanarsi con contenitori in plastica , naylon,ecc. senza fare migliaia di km al prodotto, rispettare la natura. Ok, è questo?Però, purtroppo questa parola:sostenibilità, io l’ho cominciata a sentire da quando è stata “tirata fuori” da Slowfood, prima , niente di niente.Dico purtroppo perchè SF non è sempre la verità ma fortunatamente a volte va nella direzione giusta.Scrivo qui da Eataly,e mi è stato detto che qui solo un terzo dei produttori arriva da fuori Piemonte, è già un buon passo a non far viaggiare troppo i prodotti o no? Corsaro,ho visto che sei di cuneo, ebbene io cercavo qui un buon formaggio (zona dronero) della valle maira ed ho visto che da circa 20 giorni manca:un pò mi è dispiaciuto ma allo stesso tempo sono contento perchè effettivamente il produttore è piccolo ed il prodotto quindi è quello che è ed ho capito che quando è finito, ci tocca aspettare .E meno male che è così.
Luigi-Torino
mi semmbra che liborio butera abbia scritto qualcosa in propostio alle aperture , dopo aver parlato con farinetti
Vorrei sapere, se qualcuno di voi già lo sa, quando aprirà Eataly a Roma. Baci a tutti!
Grazie, Meldolesi, per aver puntualmente rssiopto a questa ennesima, penosa presa di posizione ideologica di Repubblica (che sarebbe il quotidiano che leggo ogni giorno, ahime8). L’immagine che viene data dell’agricoltura dalle pagine di quel giornale e8 quanto di pif9 retrogrado e passatista si possa immaginare. Bel servizio per un settore che nel nostro paese ha grandissime potenzialite0, ma che purtroppo soffre di una strutturale arretratezza. A fare il contadino, in Italia, non c’e8 proprio nessuna soddisfazione