Inserendola tra altre amenità su PACS ecc., Papa Ratzinger ha esplicitato da par suo il fondamento teologico della sua opposizione alla pillola RU486 come alternativa farmacologica all’aborto chirurgico:
«Evitare di introdurre farmaci che nascondano in qualche modo la gravità dell’aborto, come scelta contro la vita».
Mi forzo a parlarne (ancorché la cosa faccia crescere in me un senso di schifo che eviterei volentieri), nell’ancor indòmita speranza che nell’àmbito della Chiesa trovi la dignità di levarsi (che vuol dire anche, finalmente, organizzarsi) una voce chiara di dissenso, di vera e propria opposizione alla barbarie – teologica e pratica – in cui le gerarchie ecclesiastiche la stanno costringendo.
Non fosse chiara l’abnormità della cosa a qualcuno sul piano teoretico, esplicitiamola brutalmente sul piano pratico: se è come dice Ratzinger, perché mai fermarsi lì? Perché mai effettuare l’aborto chirurgico in asettiche sale operatorie, nella discrezione del rapporto medico-paziente, contribuendo così indubbiamente a "nascondere in qualche modo la gravità dell’aborto"? Perché non battersi – perinde ac cadaver – perché l’aborto sia praticato senza anestesia, senza spreco di medici (viva le mammane!), e magari sulla pubblica piazza?
Gratuito grand guignol? Sì, appunto: qualcuno lo spieghi a Ratzinger e ai suoi. Che qualcuno si ribelli, prima che sia troppo tardi. Io sono qua, sapete dove trovarmi.
Caro Tombolini, ma lei dei VERI argomenti per parlare di questa materia ce li ha? Cito testualmente: “barbarie – teologica e pratica – in cui le gerarchie ecclesiastiche la stanno costringendo”. Ma, dico, lei si rilegge mai?
Tale abnormità e’ sottintesa anche nella questione droga: non si deve legalizzare, perche’ ai drogati campare tra il piscio e stare in calera un giorno si e l’altro pure fa bene! Si, fa bene! Cosi imparano! Cosi capiscono. Senza debolezze, il mondo e’ per i duri e puri, gli altri vadano pure in overdose.
Luigi,
qua ed in altre sedi di VERI argomenti ne sono stati trattati decine per mesi e mesi; lei dov’era?
Ed i suoi argomenti, invece, quali sono?
Cito Luigi parola per parola, aggiungendo che il buon Antonio, per rispondere realmente alla sua domanda, è impegnato a flirtare con gli eretici della cosiddetta chiesa valdese.
Sapevo che le argomentazioni di Farina oltre ad essere stucchevoli sono sempre risibili, questa volta però la giovane penna, promessa della gastronomia e del clericalismo più becero, mi ha lasciato piacevolmente sorpresa: e’ anche un comico veramente esilarante.
Bravo Farina!
Lei ha una vena comica da spendere agevolmente in tempi di vacche magre come questi.
Lei ha delle doti nascoste veramente pregevoli, le metta a frutto, non vorrà mica sprecare talenti ( lo sa e’ un peccato come disperdere il seme ) quanto al resto lasci perdere che e’ meglio.
Grazie cara.
non credo che il Papa volesse dire che siccome l’aborto è un male bisogna far soffrire di più chi lo pratica; credo che il riferimento fosse su un piano strettamente educativo, cioè un invito a non dimenticare cos’è l’aborto (cioè l’uccisione di una vita innocente, checché se ne possa dire) e a non confonderlo -come importanza- con un’operazione alle tonsille. Il rischio del semplificare troppo le cose (ma niente a che vedere col masochismo di cui scrivi) è che venga meno, o si indebolisca ulteriormente, il giudizio previo sull’atto, soppesandone quanto più serenamente possibile pro e contro. Niente bassa macelleria quindi..
Uh, ma che lettura carina Andrea, che fulgido esempio di politically correct!
“non credo che il Papa volesse dire che siccome l’aborto è un male bisogna far soffrire di più chi lo pratica; credo che il riferimento fosse su un piano strettamente educativo, cioè un invito a non dimenticare cos’è l’aborto”.
Ringrazia il cielo che (probabilmente) il buon Papa non legga questo blog. Se lo leggesse, e leggesse il tuo commento, ti prendere a ragione per un orecchio e ti inviterebbe a rileggere queste sue parole (parole di Papa, in un discorso ufficiale, mica chiacchiere da bar!): “Evitare di introdurre farmaci che …”
E’ chiaro? Hai seguito il labiale papale? *Evitare-di-introdurre-farmaci*, chiaro abbastanza? “Riferimento su un piano più strettamente educativo”? “Invito a non dimenticare cos’è l’aborto”? No: precisazione indicazione di politica normativa (Evitare di introdurre significa *vietare*) in un discorso non a caso rivolto a pubblici amministratori (pusillanimi peraltro: uno solo che avesse osato dire “Santità, le leggi dello Stato le facciamo noi, lasci stare”).
ah ah ah! Tombolini lei è un mito! Che spasso questi cattolici terzomondisti…
Critiche e critiche verso tutti e tutto, finanche verso il Papa! Sono le solite polemiche degli anticlericali per eccellenza!!! In fondo, non vi è da stupirsi!
Credo, da cattolico, ci sia ben poco da condividere con Tombolini!
Sono idee radicalmente opposte a coloro che sono contro l’aborto in tutte le sue forme.
Tombolini dice: “evitare di introdurre significa vietare”!
Ritengo opportuno rispondergli: “e allora”?
A TOMBOLINI suggerisco di lasciar fare il Papa a chi è Papa e di concedergli, bontà sua, la possibilità di esprimere liberamente i suoi concetti di base contro l’aborto”!!!
Il Papa, infatti, deve ammonire tutti, amministratori inclusi.
Poi le leggi giuste o sbagliate, si sà, appartengono allo Stato.
Ha ragione Luigi: “Tombolini è un mito”!