Il blog di Antonio Tombolini

Scuola, la sinistra perbene tutta schierata per la conservazione

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“Il costo per i genitori di dotarsi di un computer, di un abbonamento web, di una stampante e dei toner è senz’altro più elevato di quello dell’acquisto di un libro”

Vogliamo dircelo? La sinistra che abbiamo in Italia è quanto di più conservatore e reazionario si possa immaginare. Prendi il tema della scuola e dei libri scolastici, per esempio. Un vero scandalo che consente a pochi editori dominanti di mettere a piacimento ogni anno le mani in tasca a genitori impotenti.

Il mai troppo vituperato governo Berlusconi inserisce in finanziaria una norma che – almeno in prospettiva – apre e stimola al passaggio al digitale nella creazione e fruizione di strumenti didattici. E la sinistra che ti fa? Prima bombarda di emendamenti, tutti in senso conservatore, il testo. Poi, sentendo di non potercela fare, prova a sparare grosso. Ed ecco il parere di Maria Pia Garavaglia, del PD, ministro-ombra della pubblica istruzione:

Uno dei punti più controversi è la norma che consente di scaricare i testi da internet ‘per contenere il costo’ dei libri scolastici. A parte che lo strumento on line, in quanto non filtrato, deve essere usato con precauzione dai più giovani, si crea una palese discriminazione, in quanto non tutte le famiglie posseggono un PC. Il costo per i genitori di dotarsi di un computer, di un abbonamento web, di una stampante e dei toner è senz’altro più elevato di quello dell’acquisto di un libro, uno strumento che gli studenti devono imparare ad usare e ad apprezzare, per la sua unicità.

Una delle cose che, fin da giovane, mi hanno sempre fatto andare in bestia è la mistificazione cui molti ricorrono, vestendo di panni di sinistra e pseudo-solidali o pedagogici, dei volgari, volgarissimi, interessi di bottega. Questo è uno di quei casi.
ADDENDUM: Si noti come la stessa AIE (mandataria di questa opposizione, a difesa degli interessi costituiti) stia divulgando una ricerca da cui risulta che il 90,1% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni usa il pc a casa.

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  • Se oggi abbiamo questo governo che taglia, ritaglia e trita in gran parte è colpa di questi politici che si definiscono di sinistra. Questo che hai citato è un altro, l’ennesimo, esempio di cecità politica.

  • La cosa che mi fa andare più in bestia è che questi pontificano sugli ebook (con la stronzata del toner, che è epocale) e stanno totalmente ignorando:
    – L’attacco all’università, che diventerà privata e gerontocratica
    – La distruzione totale del futuro dei giovani con la piena affermazione del precariato
    e mille altre cose.

  • “Il costo per i genitori di dotarsi di un computer, di un abbonamento web, di una stampante e dei toner è senz’altro più elevato di quello dell’acquisto di un libro”
    Notevole. Senza parole. Ho pure votato PD.

  • Come detto nell’altro commento… ma qui la mistificazione è ancora più forte: “l’acquisto di un libro”? “Un” libro?
    350 Euro all’anno – ripeto all’anno – di libri (al liceo: tetto massimo di spesa fissato dalla circolare M.P.I 9/373 del 15-1-2008, tetto superato per 32 euro nel liceo di mio figlio, totale 347 Euro).
    Un PC = infiniti libri.
    Malafede totale. Si sta solo difendendo l’interesse degli editori. Punto.

  • Ah beh se siamo al punto di sostenere che bisogna stamparsi con una getto d’inchiostro il libro c’e’ da farsi cadere le braccia e non solo!
    Niente di nuovo comunque: sempre dalla parte della conservazione dello status quo mentre tutto sprofonda.

  • E’ un controsenso palese ed una mistificazione strumentale. Tutti siamo in grado di comprendere che favorire l’uso di internet non si esaurisca nel cercare di abbattere la spesa delle famiglie per l’acquisto dei libri scolastici. Senza andare a considerare gli effetti positivi della informatizzazione dei quali noi blogger dovremmo più di altri avere cognizione, basti pensare ai tanti vantaggi pratici: pagamento di bollette, gestione dei conti correnti online, acquisti, assicurazioni ecc. Ciò che la sinistra ha sempre saputo fare è stare all’opposizione e saper coinvolgere la base. L’attuale “sinistra in perdita” è allora in perdita perchè ha perso le sue qualità storiche senza peraltro manifestarne altre in fase di governo del Paese.

  • […] Luglio 30, 2008 di gattopazzo È morto da 30 anni e un mese. Eppure lo sento, davvero, che si rivolta. Posso percepire, come fosse qui, la sorpresa e la rabbia per il tradimento. E la disperazione nello scoprire (complice internet che non ha mai conosciuto – ma come gli sarebbe piaciuto!) che non c’è angolo della terra sul quale sognare, neanche il cile. Il tradimento, dicevo. Lui, “Pilot”, brigate garibaldi, amico di Adriano Olivetti e di Togliatti. Lui, mio nonno. Lui, che sceglierebbe di morire ancora, e ancora, pur di non sentire, di non leggere, di non scoprire come sta andando a finire. Lui, che io, profondamente laica, non posso pensare ci veda. Eppure lo sento, davvero, che si rivolta. Scritto in seguito alla lettura di. […]

  • Di discriminazione potrebbe parlarsi se vi fosse soltanto la risorsa “libro via internet”. Invece qui si ampliano le opzioni. Chi non ha il computer o non vuole che i figli lo usino può continuare a comprare come prima il cartaceo.
    La Garavaglia era vicesindaco a Roma, e quindi, avendo perso il suo partito le elezioni comunali, è stata premiata e promossa ministro ombra…

  • Penso che qui cercare un’antinomia destra/sinistra sia poco sensato. Come senza senso è la considerazione sul toner. È evidente che bisogna offrire un’alternativa a chi non ha un collegamento internet: e questi sono tanti. Se è vero che il 90% dei giovani ha accesso alla rete, è anche vero che moltissimi fra loro lo fanno col “computer di casa”, che spesso coincide con quello che mamma o papà o fratello maggiore usano per lavorare. Sarebbe più opportuno contare chi ha un computer ad uso esclusivo: credo che quel 90% si abbasserebbe di molto. Secondo, è davvero la stessa cosa una pagina visualizzata sullo schermo rispetto alla stessa pagina cartacea? La risposta, ovviamente, è no: persino le strategie di lettura di una schermata sono diverse rispetto a quelle di una pagina di carta. In un’ipotetica classe che studia per la prima volta una poesia di Pascoli (III media) chi legge su carta e chi legge su video mette in atto un processo cognitivo diverso. Se è vero che lo scopo della scuola è soprattutto formare, e non semplicemente trasmettere dati, ci si rende conto che in questo caso, più che mai, il mezzo è messaggio. E molto altro. A me sembra che questo complesso discorso meriti un approccio più meditato.

  • Provo a sintetizzare un concetto che avrebbe bisogno di molti distinguo. Nel lanciarmi eventuali accidenti concedetemi questa attenuante. Dice Marina che tra la lettura del libro e quella del computer il processo cognitivo è diverso. E’ vero, sarebbe vero, se si studiasse su testi originali o su saggi monografici e non sulle loro interpretazioni riassunte ad uso del professore che spiega. Ovvio che leggere l’Eneide sul libro ha un senso diverso, ma sinceramente leggere gli stralci sul libro di epica vale quanto leggerli sul computer. Insomma, per quello che nelle scuole si studia, in termini di contenuto dei manuali (non dei testi) il computer va più che bene. E sono i manuali a costare e cambiare, furbescamente, di anno in anno, non i testi (l’Eneide, giusto per stare nel’esempio si tramanda di padre in figlio, di fratello in fratello). Ora chi ha un figlio sa che tra i tre annidi medie e i cinque di superiori tirerà fuori almeno 3.000 euro di libri. Con molto meno di 1.000 euro ci si dota di attrezzature informatiche portatili di livello. Le connessioni wi-fi gratuite sono nelle biblioteche. Insomma, non facciamo della demagogia. O, se vogliamo farla, allora diciamo che ai “poveri” nessuno spiega quanto un computer sia più utile di una televisione, di un’automobile, di un cellulare…

  • Signora marina,
    forse non è a conoscenza delle nuove tecnologie messe a disposizione.
    Gli ebook di nuova generazione basati su un display con tecnologia E-INK (che il nostro carissimo Antonio conosce a menadito 🙂 ) offrono una lettura identica a quella di un libro con un’infinità di altri vantaggi che un libro non ha.
    A proposito del suo esempio su Pascoli, io mi preoccuperei piuttosto del COME venga insegnata e non ATTRAVERSO COSA.
    Buona Giornata

  • Il “ministro ombra” mi fa pensare al mito della caverna di Platone, in cui gente incatenata scambiava le ombre per la realtà. Il mondo reale – per fortuna – vive libero e si muove altrove. A noi interessa soprattutto quello. Conoscerlo, comprenderlo e provare a starci dentro pecorrendo magari qualche strada nuova, sui cui non possiamo aspettarci che chi ha catene si possa incamminare…

  • Gentile sigor EWSP-imballi sicuri per il vino, so molte cose dell’i-Liad proprio grazie al sig. Tombolini, e da anni mi occupo di didattica on-line. È ovvio che la soluzione del lettore di e-books è quella ideale. Ma quante famiglie se lo possono permettere? In quanti anni se ne ammortizza il costo?
    A proposito di Pascoli: forse non mi sono spiegata bene, ma io volevo dire esattamente la stessa cosa che lei sottolinea polemicamente: che l’aspetto fondamentale della didattica è COME si insegna, non COSA: è proprio per questo che lo strumento assume un ruolo determinante. Che questo non accada in tutte le scuole è triste, ma è altrattanto vero che in molte scuole l’aria sta, lentamente, cambiando.

  • Gli e-book in tutte le loro forme raramente costano meno dei libri su carta. La stampa è un costo aggiuntivo, e spesso superiore da solo a quello per l’acquisto di un libro. E infine, per lo studio… chi mai studia a fondo un testo su un monitor? Ormai sono quindici anni che i limiti di usabilità dei computer attuali sono bene noti. Insomma, per la normale didattica scolastica, sarei proprio curioso di sapere quali esperienze abbiano dimostrato che l’uso di e-book sia più economico e didatticamente più efficace del tradizionale libro su carta, a parità di contenuti. Garavaglia ha, nella sostanza, ragione.

  • Ciao Mirko.
    È bene che ciascuno sia libero di pensarla come crede.
    L’importante è che i dati sui quali si basano le proprie opinioni siano corretti e che gli interventi non siano faziosi.
    Una curiosità, mi permetto di chiedere visto che ti sei firmato, sei l’autore di “Casa Disney: Autori E Diritto D’autore” e di “Comunicare” pubblicato con Apogeo? E di “L’italiano all’università” ed. Sansoni?

  • […] Articoli in malafede Art. 15 DL 112/08, libri scolastici elettronici quasi ci siamo? Scuola, la sinistra perbene tutta schierata per la conservazione Mio nonno e la Garavaglia Evviva Ludd! Una sinistra illuminata e innovativa: vien voglia di votare […]

  • Sinistra… Sarebbe più corretto parlare di Centro-SX o PD e basta. Forse la sinistra “vera”, quella che non in Parlamento non c’è, avrebbe altro da dire.

  • Per Noa #20: sì, ovviamente! Non sono molti, i “Mirko Tavosanis” in circolazione… 🙂 E i dati sono corretti; per quel che riguarda l’usabilità, partendo dagli studi (e poi dai libri) di Nielsen e Tufte.

  • “Ormai sono quindici anni che i limiti di usabilità dei computer attuali sono bene noti”
    Mirko scusa, ma conosci l’e-ink, i nuovi e-reader come iLiad etc. ?
    “Gli e-book in tutte le loro forme raramente costano meno dei libri su carta”
    Non mi pare, questo per esempio costa 11 Euro mentre su carta 18, così come tutti gli altri che sono nel sito:
    http://ebook.mondadori.com/ebook/dettaglio.jsp?cdIsbn=978885200510&codPers=0011158&codEditore=AM&tipoOggetto=PIC&cod=n
    In generale vale il contrario, gli ebook costano di meno dei libri di carta. Altro esempio:
    http://store.simplicissimus.it/component/page,shop.browse/category_id,2/option,com_virtuemart/Itemid,16/

  • Per Luigi #21: certo: i nuovi reader sono simpatici strumenti relativamente costosi (l’iLiad da solo costa quanto i libri di due anni di scuola superiore: durerà di più? forse… vedi più sotto). Permettono di visualizzare su sfondo grigiastro una pagina su un formato un po’ inferiore all’A4 e impiegano un secondo per passare alla pagina successiva… Non puoi prendere facilmente appunti accanto al testo, non puoi disegnare a mano libera e così via, e perfino le evidenziazioni standardizzate sono difficili da fare (su un libro vero lo fai in un secondo). Io leggo, studio e correggo testi elettronici tutto il giorno… ma appena possibile stampo tutto lo stampabile, perché su carta procedo infinitamente più in fretta. Qualcuno ha sviluppato la capacità di lavorare in questo modo anche su schermo? Benissimo, ma non certo tra i professionisti che conosco, e non certo nel 99% della popolazione.
    Per il costo, sì, hai ragione: mi sono lasciato trascinare. Correggo quindi quel che dicevo in “raramente i libri elettronici costano molto meno di un libro su carta”. Per libri recenti, non ho mai visto su Amazon prezzi che si avvicinassero anche solo al 50% di sconto (qualcuno immagino ci sarà, ma sono pochi pochi). Calcoliamo che un iLiad costi 600 euro e che il suo ciclo di vita sia di 3 anni – ottimistico in caso di uso intenso, direi. Bene, in queste circostanze perfino se tutti i libri elettronici fossero venduti con lo sconto del 50%, tutt’altro che comune, rispetto alla carta, l’acquisto dell’iLiad permetterebbe un risparmio solo a chi fosse sicuro di comprare almeno 400 euro l’anno di libri su carta – condizione molto rara, perfino tra gli studenti delle scuole superiori. E questo per avere comunque uno strumento dall’usabilità molto più bassa, libri probabilmente bloccati da DRM, un’offerta minore rispetto a quella dei libri su carta, eccetera.
    Niente di personale contro questi strumenti, eh! Anzi, sono meravigliosi e nel giro di qualche anno potrebbero aver risolto un numero incredibile di problemi. Però al momento l’esperienza di lettura su schermo, per chi deve studiare a fondo un testo, è ancora troppo inferiore a quella della lettura su carta. Punto. Non c’è motivo per creare ora altre difficoltà agli studenti italiani.

  • Caro Mirko, concordo sul fatto che attualmente non ci sono i contenuti didattici sufficienti, anche se qualcosa si sta muovendo: http://www.ebookditesto.it/
    Sull’usabilità non concordo (tra l’altro si può sottolineare e disegnare a mano libera) in quanto ritengo lo strumento addirittura molto più comodo rispetto a certi mattoni che non si riescono nemmeno ad aprire. Sui costi poi non ho dubbi. Una carriera scolastica (a partire dalle scuole medie fino all’università) costa parecchie migliaia di euro ed anche se dovessi cambiare un iLiad ogni tre anni (ma non è cosi) andrei a risparmiare. Infine non condivido assolutamente l’ultima frase in quanto non si tratta di creare difficoltà agli studenti italiani, bensì di evitare che ne abbiano in futuro.

  • Mi sembra gli interessati giochino molto sul fatto (errato) che e-book = libro da scricare e stampare.
    Superato questomodo di vedere le cose, credo che il problema sia comunque complicato. Riesco a capire le ragioni di chi parla di libri universitari e ‘mattoni’ vari. Tuttavia io, per deformazione professinale, provo a immaginare che cosa succederebbe nella mia classe di scuola media: 28 alunni, nove extracomunitari, tre famiglie in gravi difficoltà economiche (i libri li passiamo noi insegnanti o recuperiamo quelli usati), un uso del libro che è spesso quello di cui parla Mirko Tavosanis, perché è più semplice, di veloce accesso e maneggiabilità; inoltre, una carriera scolastica che per molti si ferma all’obbligo. In questo caso, la facilità d’uso e l’ammortamento delle spese ci sarebbero?
    Non sono d’accordo sulla strumentalizzazione di certi singoli aspetti particolari del problema e sulla superficialità di mlti politici e giornalisti, ma non mi sembra tutto così lineare e semplice.

  • LaProf qui sopra ha ragione, ha super-ragione: stiamo semplificando troppo, e la semplificazione, da sempre, fa – sempre – il gioco della conservazione.
    La cosa non è affatto semplice e lineare, non è come i propugnatori del testo-scolastico-così-com’è-forever vorrebbero che fosse (il testo scolastico così com’è infatti è semplice e lineare, ma con la rete la linearità non è più un asset, anzi).
    Insomma, occorre riprendere il filo di un ragionamento più complesso (e non per questo più “complicato”), cosa che mi riprometto di fare in un prossimo post. Prossimamente, come si dice, su questi schermi 🙂

  • Prof, è ingiusto che i benefici dell’innovazione vadano solo ai ricchi.
    Invece il libro elettronico si dovrebbe diffondere proprio tra gli studenti più poveri, se ci fosse più coraggio da parte dello Stato, in questa prima fase, a supportare questo genere di sperimentazione. E’ una chance in più per uscire dalla povertà.

  • Sì, naturalmente. Coraggio e soldi. Noi, nella nostra scuola (nel nord, in un tessuto sociale con moltissimi extracomunitari ma di buona tenuta; con un Dirigente Scolastico eccellente e un Comune nominalmente attento ai bisogni), non riusciamo a comprare i libri di testo per alcuni ragazzi che ne hanno bisogno (stranieri e italiani), e facciamo le capirole per portarli tutti alle uscite didattiche, anche a quelle che costano 10 euro. Lo stato non passa più nemmeno le pagelle (che da qualche anno vengono fatte stampare dalla scuola); mia figlia, che è studentessa universitaria e paga intorno ai 1200 euro l’anno solo per le tasse, senza contare il resto, risulta quest’anno in grado di mantenersi da sola in quanto, nel 2007, ha fatto una supplenza per dieci mesi che le ha fruttato 3000 euro lorde, onde per cui noi non abbiamo più possibilità di chiedere detrazioni, per lei; eccetera.
    Gli investimenti nella scuola diminuiscono, invece di aumentare massicciamente. Non vedo facile far sì che i benefici dell’innovazione si diffondano tra tutti. Non vedo la possibilità di supporti (e non sto qui a discutere sulla volontà, parlo proprio di un dato di fatto).
    Grazie, comunque, a tutti, per i contributi, che sto raccogliendo. Mi preparo a settembre, visto che i miei colleghi stavano pensando di adottare il *loro* libro di testo preferito on-line e di stamparlo poi per tutta la scuola 🙂

  • Sono d’accordo con Antonio: la prof ha ragione da vendere.
    E non sto cercando una sostenitrice all’adozione, anche perché testi per la sua materia, nella secondaria inferiore, non ne abbiamo 😀
    La Prof sta analizzando il problema, senza paure e preconcetti, in modo realistico – ho avuto modo di leggere altri suoi interventi su un altro blog – ponendosi come serio interlocutore all’interno della scuola.
    Siamo in fase di sperimentazione, noi di BBN ci stiamo inventando tutto, dal modo di lavorare (sparsi per l’Italia e non solo, su una piattaforma in rete) al modo di ri-mappare i testi, da come rendere i file accessibili alle tecnologie assistive, fino a come distribuirli senza DRM e chiavistelli senza aver problemi di diritti d’autore.
    E ci siamo inventati anche il modo per utilizzare le licenze, e in tutto questo siamo pionieri.
    La questione economica che La Prof giustamente rileva è un nodo importante. Noi, abbiamo provato a risolverla in parte proprio con la licenza.
    Infatti, a parte il costo inferiore dei testi, e a parte la libertà di duplicazione che la licenza consente (e son già due rivoluzioni), il contratto di adozione che proponiamo lascia alla scuola ampia liberà di scelta su come distribuire il costo dei testi. La scuola può, infatti, decidere di distribuire i file gratuitamente a tutti (se il budget lo consente), o di farlo solo in alcuni casi. Comunque nello sconto che prevediamo per la scuola (rispetto all’acquisto singolo) sono considerate un paio di licenze gratuite per classe, proprio per facilitare famiglie disagiate. Come casa editrice non possiamo chiedere la dichiarazione dei redditi (o certificato Isee) alle famiglie, ma siamo disposti a trovare nuovi accordi con le scuole, se possibile.
    Di più, come editori, non possiamo fare, sarebbe compito di chi, invece, taglieggia la scuola con bieca costanza.

  • Sono capitato per caso nel vostro blog e il tema mi ha interessato. Ecco cosa ne penso.
    La norma introdotta nella finanziaria spinge all’informatizzazione della scuola e dell’insegnamento e per vederne i benefici penso che sia necessario guardare avanti e non solo cercare di calarla nella realtà odierna.
    1 – Si parla di PC e di Internet come se fossimo in mezzo al deserto: ai tempi attuali il PC, il saperlo usare, la connessione a Internet NON è un optional e dovrebbe essere uno strumento obbligatorio per uno studente così come lo sono carta e penna. Se un ragazzo di oggi (non degli anni 50 come me) esce da scuola e non conosce il PC e Internet e non ha possibilità di accedervi autonomamente sarà comunque un emarginato.
    2 – I libri scolastici attuali hanno uno scarso riutilizzo perchè il meccanismo è studiato ad hoc per limitare al massimo il mercato dell’usato e costringere all’acquisto del nuovo.
    3 – La maggior parte dei libri scolastici sono destinati al macero dopo pochi anni di vita perché difficilmente una famiglia li conserva specie se ha più figli
    4 – La maggior parte dei libri scolastici non si adopera tutta: si compra un tomo da 500 pagine e se ne studia solo una parte, azzardo un 75% a dir tanto.
    5 – Qualcuno dice che si studia meglio sulla carta: è vero anche per me ma questo forse è perché sono stato abituato a studiare sulla carta…non credo sia vero anche per un ragazzino di oggi.
    6 – I costi sociali del libro tradizionale. Nel costo del libro si paga il costo del contenuto + il costo del supporto cartaceo + la rete di distribuzione. In più dobbiamo considerare il costo dello spazio che occupano in casa (librerie) e sulla schiena dello studente (zaini e spese mediche). Infine il costo ambientale per farli e per smaltirli. In più di tutto ciò sfruttiamo solo il 75%.
    7 – I costi sociali del libro elettronico. Si paga solo il contenuto. Se costa di più è pura speculazione che bisogna stroncare. Si è parlato di costo delle stampe. Allora vuol dire che non si è capito nulla. Perché uno dovrebbe stamparselo interamente il libro elettronico? Al massimo potrebbe essere utile stamparsi alcune parti, se proprio lo ritenesse necessario.
    Si è parlato del costo dell’hardware: per me è semplicemente da non considerare perché come ho detto al punto 1 lo considero strumento indispensabile in una scuola moderna (se fosse reso obbligatorio come lo sono i libri, lo si potrebbe avere a costi industriali, potrebbe essere anche “ministeriale” o dato in prestito, e così pure dovrebbe essere il collegamento a Internet)
    Si è parlato del problema di copie non autorizzate, crack etc,. Una soluzione potrebbe essere quella di far pagare una quota che copra i diritti di autore a tutti gli studenti al momento dell’iscrizione….ma sicuramente ne potrebbero esistere altre…
    8 – Non dimentichiamo poi i vantaggi di un libro elettronico che il libro classico non può dare, in termini di ricerca, di collegamenti, di contenuti multimediali, etc. etc..
    9 – La prof ha tirato fuori il problema della stampa delle pagelle e dei libri usati agli extracomunitari: se si informatizzasse la scuola, le pagelle sarebbero scritte non a mano come adesso e mandate via mail e lo sforzo per aiutare chi non ha i mezzi sarebbe rivolto alla ricerca di un vecchio PC piuttosto che a dei libri sgualciti e talvolta illeggibili.

  • A me pare che l’intervento di M.Pia G. sia un tantino più complesso del poco estrapolato.
    Tanto per capirci sulle “potenzialità” del web!
    Un estratto leggermente più completo dell’intervento alle camere:
    “”La senatrice Mariapia GARAVAGLIA (PD) esprime un orientamento critico sulla relazione introduttiva svolta dal senatore Fleres evidenziando che sono stati omessi gli interventi, che giudica negativi, operati dal decreto-legge in esame sui settori della scuola e dell’università che costituiscono un campo strategico per lo sviluppo all’intero Paese. Ricorda che la copertura finanziaria del decreto-legge sull’abolizione dell’ICI sulla prima casa è stata garantita mediante dei significativi tagli alle risorse destinate alla scuola, all’università e alla ricerca critica dunque la scelta dell’Esecutivo di procedere ad ulteriori riduzioni di stanziamenti che rischiano di penalizzare soprattutto gli studenti maggiormente meritevoli. Osserva come il ricorso all’immissione dei dati e dei materiali scolastici on-line non comporterà, nel comparto scuola, un significativo risparmio dei costi per il materiale cartaceo e ricorda il recente taglio orizzontale del numero degli insegnanti che ha penalizzato in particolare le regioni maggiormente virtuose. Ricorda quindi che nel documento conclusivo dei lavori della Commissione Attali, voluta dal Presidente Sarkozy, è stata evidenziata la necessità che in Francia, paese il cui numero dei dipendenti pubblici risulta superiore a quelli italiani, non si proceda a tagli di personale nel comparto della scuola. Si sofferma poi criticamente sul previsto blocco del turn over degli insegnanti che provocherà notevoli disagi agli studenti e alle famiglie alla riapertura dell’anno scolastico. Giudica inoltre negativamente le disposizioni che prevedono la possibilità per le università di trasformarsi in fondazioni e ricorda le recenti osservazioni avanzate dalla Conferenza dei rettori delle università italiane che hanno evidenziato come i tagli previsti dal decreto-legge n. 112 rischiano di paralizzare l’ordinaria attività universitaria. “”
    Che poi, probabilmente, andando a leggersi l’integrale, magari, potremmo schiarirci meglio le idee.
    Resta il fatto che se pure in prospettiva “scaricare” libri di testo può essere possibile e conveniente per tutti, verrebbe da chiedersi chi e cosa potrebbe garantirne la veridicità o anche solo la serietà.
    E soprattutto quanto peseranno i diritti d’autore che immagino le case editrici non mancheranno di pretendere.
    Detto questo forse sarebbe meglio affrontare il problema molto più urgente: Il fatto cioè che ora, adesso, (ricerca consumatori) il costo dei libri, anche quest’anno, in parecchi parecchi istituti, sono aumentati ben oltre la soglia consentita!
    Questo è il problema che la Gelmini o chi per lei dovrebbe risolvere a proposito di libri.
    Il resto è solo fumo!
    saluti

  • Premesso che sono interessato ai libri elettronici, sono allibito dalla faziosità dell’articolo: il 90% ha il PC – lo prendo per buono – e dell’altro 10% che facciamo?
    Ma anche nel 90% di quelli col PC, quanti hanno la banda larga? Quanti hanno genitori con la carta di credito per pagare i testi? Quante scuole hanno le prese elettriche?
    Credo che il commento della Garavaglia fosse sensato.
    Al di là di un facile qualunquismo, non trovo risposte nel merito.
    Qualcuno le ha?

  • @Simone
    “dell’altro 10% che facciamo?”
    questo è un problema da risolvere, qui dovrebbero concentrarsi gli interventi governativi, ma pur essendo questione degna di attenzione non costituisce ostacolo alla sperimentazione dei testi digitali.
    “…quanti hanno la banda larga?”
    non serve, per l’uso dei ns testi non serve.
    “Quanti hanno genitori con la carta di credito per pagare i testi?”
    anche questa non è necessaria, quantomeno per noi.
    “Quante scuole hanno le prese elettriche?”
    ma dai… smettila… ma ‘ndo vivi?

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