Il blog di Antonio Tombolini

Una modesta proposta contro la fame nel mondo

U

[I dati citati sono di Fonte FAO. A richiesta posso documentare]

Nei paesi avanzati (USA + UE, sostanzialmente) ogni singolo addetto
all’agricoltura riceve dallo stato aiuti (aiuti? e perché io no?)
pari a 12.000 (dodicimila) dollari l’anno. Ogni anno. Ogni singolo
addetto.

I paesi
avanzati, però, non li danno solo ai loro, ma li danno anche agli
agricoltori dei paesi poveri! Quanti? 6 (sei, sì, proprio sei) dollari l’anno.

Non basta.

Per
evitare che i prodotti agricoli, ad esempio africani, possano competere
coi nostri, gli stessi paesi avanzati praticano su quei prodotti
dei dazi di importazione. Quanto? Mediamente del 60%
(sessantapercento). Se poi l’africano volesse esportare non già il
caffè verde grezzo, ma il caffè tostato, non già la farina di
tapioca, ma i biscotti di farina di tapioca, non già – che so io – la
banana, ma una confettura di banana… bene, il dazio (che non si
facciano venire strane idee!) diventa del 130% (centotrentapercento).

Risultato:
l’agricoltura USA + UE (che sul palcoscenico fanno finta di litigare
sugli ogm) è blindata, e impedisce così a un intero continente come
l’Africa (per esempio) di trovare una via praticabile per lo sviluppo
autonomo della propria economia.

Ecco la mia modesta proposta:

1. Si chiudano subito, immediatamente, senza deroga alcuna, tutte le associazioni di volontariato, assistenza, donazione, regalia, a
favore
dei paesi del terzo mondo (nessuna di queste benemerite
associazioni denuncia i fatti di cui sopra, non a caso).
2. Si
cessino
subito, immediatamente, senza deroga alcuna, tutti gli aiuti,
invii di sussidi in denaro o in natura ai paesi del terzo mondo.
3. Si
cancellino
subito, immediatamente, i sussidi a favore dell’agricoltura
dei paesi ricchi (il signor Bové riceve senza protestare 1 dollaro al
giorno per ogni suo capo di bestiame, cifra superiore a quella
disponibile per la sopravvivenza di oltre il 25% della popolazione
mondiale), nonché tutti i dazi doganali.
4. Si
ritiene che in fondo i dazi servano per impedire l’importazione di
prodotti realizzati a basso costo con lo sfruttamento di mano d’opera
privata dei diritti elementari? Se è così davvero (e se non è
un’ipocrita menzogna) si usi uno strumento più proprio ed esplicito:
si stabiliscano (per ogni paese, per ogni area) dei percorsi
realistici
di progressiva democratizzazione e instaurazione dei
diritti umani, e si leghi tassativamente ed esplicitamente, senza
ipocrisie
, alla realizzazione effettiva delle tappe di quel percorso la
possibilità di esportare.

Che problemi vedo nella realizzazione di tutto ciò?

Bah…
diciamo che per ora Bossi e Tremonti non sarebbero d’accordo. Anche
Alemanno pare contrario. I sindacati pure, contrarissimi. E Bertinotti –
dal coté no-global – anche.

Del resto sono contrarie anche tutte le associazioni di
volontariato, di destra di sinistra e di centro. Pure Rosy Bindi è
contraria, perché tutto ciò non è solidale. E il verde Pecoraro
Scanio sta e tiene duro con Bové e le sue viziatissime mucche.
Veltroni ama l’Africa, ci ha scritto su anche un libro, ma la butta sul
sentimentale, e non credo che ci stia a misure così drastiche. D’Alema
– da finissimo stratega politico qual è – ci starebbe solo se
convenisse (a che? Boh, questo ormai non lo sa più neanche lui).
Prodi, beh, no, lui è stato felice commissario e presidente di questa Europa così buona. Slow
Food
per carità, e poi come facciamo a proteggere e a valorizzare il Coniglio da Fossa di Ischia, che hai visto mai che mi esportano un coniglio buono dall’Uganda, e il
povero coniglio da fossa che fine fa? E che fine fa il presidio che
c’ha pure gli sponsor (Berlucchi e Coop) e pure i contributi pubblici e
pure i suoi addetti?

Insomma,
comincio a disperare. Hai visto mai che mi tocca parlarne con Mastella?
Quello, almeno, un giro, anche soltanto un giro, lo fa con chiunque: magari ne
fa uno anche con me.

Commenta

Rispondi a ffff Cancella risposta

  • Bellissima proposta, semplice da applicare, semplice da gestire, quasi sicuramente molto efficace…quindi non ha nessuna speranza che venga mai “cagata” da nessuno 🙂
    Ciao

  • Ciao… hai ragionissima, ma solo una cosa:
    Sono il primo a dire che non bisogna far beneficenza al terzo mondoma ma i prodotti equo solidali fanno notare che bisognerebbe abbattere le barriere doganali… quindi non aboliamoli , ok?
    ciao
    P.s.: leggi “il banchiere dei poveri” di Mohammed yunus

  • Ottimo punto di vista, che sostanzialmente e’ anche il mio.
    Ma come rispondere all’obiezione piu’ ragionevole del fronte del no, e cioe’: senza sussidi la nostra agricoltura sostanzialmente sparirebbe. E i nostri campi cosa diventeranno?
    Piu’ che un’obiezione mi sembra una reazione emotiva, ma anche a queste e’ giusto rispondere. Io al momento non ne sono capace.

  • chiediemo una politica di biodiesel e rotazione e consociazione agricola
    la fame nel mondo esiste a causa delle monoculture es: somalia monocultura banane mentre i contadini non hanno terreno per alimentarsi .
    la colza si produce in meno di sei mesi e percio puo dare spazio ad una altra coltivazione ad esempio patate con il semplice risultato della rotazione agraria otterremo una maggiore produzione di entrambi i prodotti l questo significa che non è la maggiiore produzione di colza a procurare la fame nel mondo ma le monoculture .
    Comunque cerchiamo di non scherzare sull ambiente perche l’effetto serra e le polveri sottili sono in grado di spostare la Luna dalla sua orbita e come in un terremoto in un attimo si bruceranno tutte le fot
    reste e l’ossigeno sprofodera sotto i mari cosi successe in passato ai dinosauri .

  • chiediemo una politica di biodiesel e rotazione e consociazione agricola
    la fame nel mondo esiste a causa delle monoculture es: somalia monocultura banane mentre i contadini non hanno terreno per alimentarsi .
    la colza si produce in meno di sei mesi e percio puo dare spazio ad una altra coltivazione ad esempio patate con il semplice risultato della rotazione agraria otterremo una maggiore produzione di entrambi i prodotti l questo significa che non è la maggiiore produzione di colza a procurare la fame nel mondo ma le monoculture .
    Comunque cerchiamo di non scherzare sull ambiente perche l’effetto serra e le polveri sottili sono in grado di spostare la Luna dalla sua orbita e come in un terremoto in un attimo si bruceranno tutte le fot
    reste e l’ossigeno sprofodera sotto i mari cosi successe in passato ai dinosauri .

  • … questo post mi era sfuggito.
    Analisi interessante e scomoda, complimenti.
    Ho il sospetto che il problema non sia solo dell’agricoltura.
    Tutta la nostra economia occidentale vive grazie a sussidi, chiamamoli così, che riceviamo a supporto del nostro stile di vita.
    In realtà la disponibilità di risorse fondamentali come cibo, acqua, energia e’ un privilegio che ci attribuimao, a condizioni economiche vantaggiose (vedi WTO, dazi, ecc.) a discapito degli “altri”.
    Gli “altri” non sono solo quelli dall’altra parte del mondo che crepano di fame o sete a milioni, ma anche le generazioni future a cui lasceremo un mondo depredato, inquinato e dove la soprravvivenza sarà un privilegio per pochi.
    Antonio sottoscrivo quello che hai detto, estendendolo anche agli altri settori dell’economia.
    Aggiungo la proposta di abolire la giornata della memoria.
    Continuamo a commemorare questa giornata come monito affinchè nella storia non si ripeta un olocausto di milioni di persone per deliberata volonta umana, quando in realtà questo avviene già oggi ed e’ sotto gli occhi di tutti.
    Come ai tempi di Hitler siamo tutti complici e non ci rendiamo conto.
    Aboliamo dunque questa ipocrisia della giornata della memoria.
    La storia va letta con un minimo di intelligenza, altrimenti diventa un comodo modo per dimenticarsi delle presente.

Il blog di Antonio Tombolini

Antonio Tombolini

Get in touch