Il blog di Antonio Tombolini

Neurona sucks

N

Sconcordo con Giuseppe Granieri, e anche con Federico Fasce, che consigliano entrambi Neurona, a preferenza di Linkedin. Si tratta di due piattaforme di gestione delle relazioni professionali.
Uso Linkedin [qui il mio profilo] da alcuni mesi: non che io ne sia innamorato (non più di quanto si possa essere innamorati di un giravite, che quando ti serve lo usi, e via); tuttavia devo dire che fa bene il suo lavoro, e nel corso di questi mesi ho potuto verificare che il network si sviluppa in maniera corretta, coerente, controllata, non artificiosa e neanche troppo friendly, cosa che lo snaturerebbe. Occhio, ti dicono continuamente quelli di Linkedin, mi raccomando, accetta solo connessioni con persone con cui hai davvero avuto (o hai tuttora) rapporti di lavoro diretti, di prima mano. E per questo funziona: arrivano contatti efficaci, chiedo pareri al mio network, ne do a mia volta, ecc.

Non è così Neurona: ho ricevuto un invito a farne parte qualche giorno fa, e da quel momento è stato un continuo: inviti uno dietro l’altro, come piovesse, come si trattasse di un Twitter qualsiasi, insomma. E Neurona, al contrario di Linkedin, a incoraggiare in ogni caso l’accettazione, denunciando così il desiderio di costituirsi il più rapidamente possibile una base di utenti, a scapito della qualità delle connessioni (che per una rete sono tutto).
Per di più gli strumenti che Neurona mette a disposizione, la grafica, l’ambiente, a me sembrano francamente niente più che una brutta copia di Linkedin.

He, però è in italiano!, dicono alcuni. E allora? Sarebbe questo un vantaggio per una piattaforma che si propone come ambiente di gestione del professional networking?

No grazie: mi cancello da Neurona, e torno a Linkedin.

di Antonio Tombolini
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