La sinistra illuminata italiana sembra confermare dunque confermare la sua vocazione trasformista.
Erano passati quattro giorni dall’esito referendario, che già Oscar Giannino, vicedirettore del Riformista, transfuga dal ferrariano Foglio perché troppo supino rispetto alle posizioni della gerarchia ecclesiastica vaticana, già lanciava il segnale: attenzione, compagni riformisti, marcia indietro, si torna alla realpolitik! Ci piaccia o no la Chiesa e i cattolici veri sono quelli usciti vittoriosi (vittoriosi?) dai referendum, e con loro occorre dialogare e trovare intese.
Suggella la svolta l’editoriale non firmato di sabato 25 giugno, in cui il problema della laicità viene definitivamente posto in non cale e l’esperienza dei cattolici democratici liquidata come ormai anacronistica, a favore di un dialogo sui contenuti:
La sinistra non deve temere questo confronto, perché tra il suo umanesimo e quello della Chiesa ci sono forse anche più punti di contatto di quelli che ci sono tra la Chiesa e l’edonismo berlusconiano o il razzismo leghista.
Non sarebbe male capire, in concreto, quali sono i punti di contatto tra questa chiesa (che – ma il Riformista continua a non capirlo, o a non volerlo capire – non è la Chiesa) e questa sinistra. Magari, esplicitandoli, ci si potrebbe accorgere che si tratta proprio del peggio dell’una e dell’altra.
Tu mi leggi nella mente….
Se passi da me, puoi sorbirti la mia intervista andata in onda ieri su Radio Radicale.
Se il mio è un commento scrivo questo: sono abbonato, recidivo, al Foglio. Pensavo di migrare al Riformista, proprio per una certa simpatia verso Giannino. Preso atto di queste ultime grandi idee…valuterò di astenermi da ogni “quotidiano”.
Certo su un giornale non scrive una sola persona, ma anche il sottoscritto è dotato di reazioni istintive!