Il blog di Antonio Tombolini

Crisi: le previsioni fanno sperare

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Le previsioni non sono inutili, sono dannose

Cito dalle previsioni sull’andamento dell’economia mondiale rilasciate da Deutsche Bank la notte scorsa (via Econbrowser):

We now expect a major recession for the world economy over the year ahead, with growth in the industrial countries falling to its lowest level since the Great Depression and global growth falling to 1.2%, its lowest level since the severe downturn of the early 1980s. We also see a steep drop in global inflation to 3.1% next year thanks to a collapse of energy prices and rising unemployment.

Viste le capacità di analisi e previsione dimostrate sino ad ora, direi di prepararsi senz’altro ad un ciclo di ripresa piuttosto sostenuto.
Fa sempre un certo effetto constatare come i Grandi Centri Studi delle Grandi Istituzioni Finanziarie, quando si tratta di fare previsioni, si comportino sempre esattamente come l’uomo della strada: proiettano come trend futuro quel che è accaduto da poco e sta ancora accadendo. Durante la bolla immobiliare valeva il principio per cui i prezzi degli immobili non calano mai. Ora vale il principio che andrà sempre peggio. Il tutto però, nel caso dei Grandi Centri Studi, corredato da tabelle, studi, parametri e grafici, appositamente costruiti per dimostrare, ex-post, l’assunto.

Prendi il petrolio: ora tutti rivedono al ribasso (a ribasso avvenuto: a proposito, qualcuno vi ha detto che il petrolio oggi costa meno di un anno fa?) le previsioni di prezzo del petrolio per il 2009. La stessa Deutsche Bank taglia del 23% le previsioni che aveva fatto poco tempo fa per il 2009. E gli altri istituti non sono da meno.
Ora la domanda è: siamo sicuri che le previsioni siano inutili? Non è semmai che sono dannose? Essendo così sistematicamente sbagliate, non sarebbe meglio farne a meno del tutto?

Commenta

  • Hai ragione. Un po’ di anni fa se non sbaglio l’Economist aveva fatto un’indagine proprio per capire chi ci azzeccava di più, mettendo in gara diverse categorie di persone inglesi. Pare che a distanza di 10 anni chi si era avvicinato di più alla realtà erano stati gli spazzini (ops… operatori ecologici). Forse i dati migliori stanno nell’immondizia no? 😉

  • Uno dei motivi di evitare gli esperti – come quelli che gestiscono i fondi comuni – è che sono esperti “dopo”.
    Ecco perché uso solo ETF – fondi cloni o passivi – per i miei investimenti.

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