Il blog di Antonio Tombolini

Do you remember Fischer, Bobby Fischer?

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Riprendo e pubblico dal Messaggero Scacchi – Numero 226:

BOBBY FISCHER ARRESTATO IN GIAPPONE: RISCHIA L’ESTRADIZIONE NEGLI USA
La fuga di Bobby Fischer è finita: da eroe della guerra fredda a detenuto in uno scalo giapponese, aspettando l’estradizione negli Stati Uniti. Il leggendario ex campione mondiale di scacchi è stato arrestato il 15 luglio all’aeroporto Narita di Tokyo, mentre cercava di imbarcarsi su un volo diretto nelle Filippine. Aveva un passaporto americano non valido, perché Washington gli aveva annullato il documento. Quindi i giapponesi lo hanno fermato per violazione delle leggi sull’immigrazione e adesso stanno pensando di estradarlo negli Usa.
Dopo il “match del secolo” datato 1972 contro l’ex sovietico (ora francese) Boris Spassky, l’americano era ricomparso nel 1992 per giocare la rivincita con Spassky in Montenegro. Così però aveva violato l’embargo contro la Jugoslavia e l’executive order presidenziale numero 12810. Rivinse, incassando 3,65 milioni di dollari di premio, ma si guadagnò anche un mandato di cattura. Per evitare l’arresto sparì di nuovo all’estero, ma ogni tanto si faceva vivo con interviste radiofoniche farneticanti.
L’11 dicembre 2003 l’ambasciata statunitense di Manila, Filippine, gli aveva revocato il passaporto inviandogli una lettera in cui lo avvisava del suo diritto a un’udienza. Fischer, che avrebbe dovuto rispondere entro 60 giorni alla lettera, sostiene ora di non averla mai ricevuta: fatto che appare plausibile, considerato che il luogo di residenza dell’ex campione del mondo non è mai stato noto e che la stessa notifica non contiene alcun indirizzo di destinazione. Comunque sia adesso Fischer, che non dispone di un avvocato, chiede asilo “a un terzo Paese amico”

Comandassi io in Italia, me lo prenderei subito. Troppo forte. L’unico che riuscì a imporre gli scacchi, per qualche mese, all’attenzione di tutti. Un eroe, un mito. E probabilmente (per rimanere agli scacchi) il giocatore più creativo mai apparso sulla faccia della terra.

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  • Da fanatico fischeriano devo dire che quello che scrivete – che Fischer fosse straordinario per la sua creatività – non è molto vero; certo, ci sono partite, come quella contro Donald Byrne del 1957, che evidenziano anche la sua straordinaria brillantezza tattica, tuttavia il suo genio è celebrato soprattutto per la “perfezione classica” con cui trattava ogni posizione, soprattutto quelle “riconoscibili” e, per così dire, “razionali” – non quelle “irrazionali” che implicano, appunto, grande creatività. In particolar modo da giovanissimo, infatti, Fischer andava in crisi contro giocatori – questi veramente creativi – che tendevano a posizioni che sfuggissero al dominio tattico del giocatore e che necessitassero quindi dell’ affidamento all’intuito e, per quanto possibile, alla forza di calcolo. Uno su tutti: Mikhail Tal, che inflisse quattro sconfitte di fila a Fischer all’interzonale di Belgrado del 1959 – ma che le prese poi quando Fischer era cresciuto d’età e di forza.
    L’appellativo di “Maradona degli scacchi” mi sembra, invece, molto più adatto a descrivere la personalità e lo stile di Garry Kasparov. Se mi è invece permesso fare un paragone per descrivere lo stile di Fischer, direi che lo sportivo che oggi ne ricorda più lo stile è sicuramente il tennista Roger Federer: straordinariamente perfetto in ogni aspetto del gioco, ma anche straordinariamente classico – mai bizzarro, mai troppo creativo – nella sua perfezione.

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