Il blog di Antonio Tombolini

Eataly come Ikea

E

“With Eataly, my intention was to create a universal format that would work equally well in Afghanistan or Peking or New York or Milan. So far, there is only one such enterprise: it’s called Ikea and its furniture is identical throughout the entire world. With Italian food it should be even easier. I believe what we did in Torino could be transplanted anywhere and work just as well.”
(Oscar Farinetti)

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  • Tombolini, è roba vecchia, ci sono già arrivati da un bel pò i tuoi amici di http://www.blobfood.blogspot.com. E eeh, Farinetti è proprio un grande . Troppo un grande. Con i soldi delle banche? No tombolini, non toccare questo tasto per favore, hai già dato su questo. Ma visto che butti li un post e aspetti quelli come me a commentare, tu che dici, Eataly come ikea?

  • Nello stesso articolo:
    “Slow Food, the international nonprofit culinary educational organization founded by Mr. Farinetti’s longtime friend Carlo Petrini, is a consulting adviser to Eataly, though it receives no direct financial gain. Products in the store endorsed by Slow Food are indicated by the group’s snail logo and an area is devoted to Slow Food displays. (Mr. Farinetti is also president of the complex in Pollenzo, Italy, that is the home of Slow Food’s University of Gastronomic Sciences.)”
    Ad avercelo noi un amico cosi´……
    Ma a parte ogni altra considerazione su chi aiuta chi e con i soldi di chi: che c’é di male ad avere un progetto, un sogno ?
    Migliaia di emigranti hanno giá fatto, senza sistema e senza modulo, quello che si propone – lodevolmente secondo me – Farinetti: ottocento ristoranti di cucina italiana a Tokyo, Chianti da Madeira a Bali, continua, continua.
    io ho seguito tutto il dibattito antiEataly e vi ho anche partecipato
    peró, a partre i legittimi dubbi espressi da Antonio sulla fattibilitá della cosa, ancora non ho letto un post ben argomentato su che ci sarebbe di profondamente sbagliato nel progetto.
    Sull’incompatibilitá tra produzione di qualitá e Grossa Distribuzione non ho dubbi. Qualche spiraglio lo vedo invece nella possibiltá di inserire tante piccole produzioni in una struttura commerciale di grandi dimensioni. In fondo é solo un’altra interpretazione dello shop-in-shop che caratterizza tanti punti di vendita di successo.
    E se mi ricordo bene era lo stesso progetto – secondo me vincente – che aveva animato Vyta a suo tempo.

  • Infatti ad Eataly, ad esempio ci sono tantissimi piccoli produttori di formaggi, ma ti giuro che non li trovi mai tutti assieme. La produzione è quella che è. A parte i grandi, cioè Occelli, che può permettersi qualità e forse anche quantità

  • ..ancora con Vyta. Se è vincente perchè non lo fai. Vallo a dire a quelli dell’Espresso se era vincente. Vallo a dire a San Lorenzo se vende via Internet

  • lino, sei tu quello impiegato alla casa discografica Polidor ? quella che
    liquidó un quartetto di Liverpool dicendogi :”Non c’é futuro per il vostro tipo di musica in Inghilterra ?”. O sei redattore capo nella casa editrice che rifiutó i manoscritti di una certa autrice scrivendole che “troviamo veramente poco probabile che i bambini moderni possano lasciare da parte la Playstation per interessarsi piu´di tanto alle avventure di un maghetto ?”
    O sei solo pessimista per partito preso ? perché scettico fa figo ?
    Io non ho nulla a che fare né con Vyta ne´con l’Espresso né con San Lorenzo, ma se hai qualche peso sullo stomaco, crediti non riscossi o avversione congenita all’ e-commerce mettecene a parte, dacché i blog servono anche a questo.
    Se invece vuoi rientre in binario il tema é : Eataly ( che tra l’altro non vende solo su internet) e´un’idea esportabile in tutto il mondo, come ikea, o no ?

  • Tu sei uno che sicuramente sta con il culo caldo su una sedia e lo stipendio assicurato a fine mese. La musica è un linguaggio universale come le fiabe, altra cosa!Di Vyta ne hai parlato tu. Io non devo riscuotere niente, prova a sntire i diretti interessati. Produzioni di qualità? Perchè Fiorucci fa merda!Internet è solo uno strumento rivoluzionario non una rivoluzione come qualche “consulente da starpazzo” vuole far credere

  • @ lino: una piccola correzione. A me “piacerebbe” stare con il culo caldo su una sedia ed avere lo stipendio assicurato a fine mese. Purtroppo come lavoratore indipendente devo
    correre e darmi da fare non poco per portare a casa la pagnotta. Come te credo e molti altri. Ma quandanche fossi un “ereditiero”, non vedo cosa c’entri con l’argomento, la mia situazione economica, dico.
    Dal tuo post mi sembra che qualche consocenza insider ce la hai
    (“.ancora con Vyta. Se è vincente perchè non lo fai. Vallo a dire a quelli dell’Espresso se era vincente. Vallo a dire a San Lorenzo se vende via Internet”) ed anche qualche giusta opinione sul mondo internet, ma se non ti spieghi meglio e te ne vai fuori dal seminato
    ci lasci tutti un po´cosi´, con qualche dubbio su quello che vuoi dire
    e soprattutto a chi lo vuoi dire. No ?

  • Eataly ?
    Idee o sostanza ?
    Mi pare che di sostanza ce ne sia poca …
    [http://www.cavolettodibruxelles.it/2008/10/zuppa-di-zucchine-e-pere]
    post dal numero 54 in poi.
    Allibito. Bell’export in tutto il mondo …

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