Questo è un post di servizio riferito a quest’altro mio post dedicato alla querelle Gravità Zero.
In coda a questa pagina trovate il link alla versione originaria del post di Gravità Zero (recuperato dalla cache di Google), con tutti e 16 i commenti, prima che fossero, diciamo così, epurati quelli evidentemente non graditi.
Come si può evincere dal mio post precedente, non mi interessava pubblicarla, l’avrei fatto subito; però l’avevo salvata, nel caso gli autori avessero sostenuto cose – a mio avviso – insostenibili, perché ciascuno potesse verificare. Ed è quello che è accaduto, e cioè:
- gli autori non hanno dato alcuna risposta a chi, prima che la cosa diventasse pubblica, aveva scritto loro via mail chiedendo ragione del perché il proprio commento fosse stato cassato (è il caso di Luca Conti);
- gli autori parlano ora di aver deciso di moderare i commenti, cosa quantomeno tecnicamente non vera: non c’è stata moderazione, ma pubblicazione prima, cancellazione totale e chiusura dei commenti poi, ripubblicazione solo di alcuni e chiusura dei commenti da ultimo (non moderati, ma chiusi);
- è ovviamente nel loro diritto cancellare comunque i commenti che vogliono, salvo il diritto di chi si vede cancellato di criticare la scelta, spero;
- a fronte di queste critiche, gli autori del blog in questione hanno risposto che li hanno cancellati alcuni perché palesemente pubblicitari (evabbè, sai che pubblicità, ma lasciamo stare), altri perché “offensivi nei confronti dell’autore”
Ora gli autori saranno senz’altro d’accordo con noi che quest’ultima è un’affermazione che va scientificamente e sperimentalmente verificata, e a questo scopo, per consentire a ciascuno, se ne ha voglia, di farsi una propria idea verificando direttamente i fatti, che pubblico qui la pagina originaria.
Ecco dunque il link alla pagina originaria con tutti e 16 i commenti.
PS Nel mio post precedente sull’argomento, da alcuni commenti, compreso quello inserito dagli autori del blog in questione, si sostiene che tutto questo mio interesse alla vicenda sia motivato dal fatto che la tesi sostenuta nel post del professor Auci (contrario agli ebook readers, per semplificare) dà fastidio al mio lavoro di mercante di detti aggeggi. Mi limito ad osservare che questa insinuazione mi fa torto sia personalmente (chi mi conosce sa che mi stanno molto più a cuore i problemi delle relazioni che si instaurano in rete che non l’andamento dei miei affari), che professionalmente: avessi considerato veramente “pericoloso” quel post (figuriamoci, manco fosse il solo che la pensa così…), invece di puntargli i riflettori addosso non ne avrei nemmeno parlato; e invece, toh, te lo rilinko di nuovo 🙂
Trattasi di ABC del Piccolo Mercante, ammetterete.
Dunque sia chiaro: quel che mi interessa in questa vicenda non è l’argomento ebook (ne parlo abbondantemente in un sacco di posti), ma la questione di come ci si debba portare in rete, e nella conduzione di un blog.
Beh, mi sembra chiaro che vale quanto detto nei commenti al tuo post precedente
http://antoniotombolini.simplicissimus.it/2008/10/gravita-altro-che-zero-quando-la-scienza-si-fa-censura.html#comments
C’è libertà quando c’è rispetto. Mi sembra che non si possa proprio dire nulla sulla scelta di gravitazero di chiudere i commenti. Anche perché posso sbagliarmi ma questo argomento interessa si e no sempre le 4-5 persone toccate sul vivo
Interessasse solo e sempre 4-5 persone non credo che Millionaire avrebbe dedicato all’argomento un servizio di copertina di una decina di pagine.
È uscito ieri e – lo dico per i 4-5 interessati – l’autrice del servizio si è informata prima di scrivere. Finalmente qualcuno che si prende la briga di farlo.
Commento qui perché di là non si può più (!) Idee da vecchi demagoghi clientelisti e lobbisti di case editrici, che rieditano solo per denaro.
Senza farvi pubblicità un e-book nelle scuole sarebbe la salvezze delle tasche nostre e delle spalle dei nostri figli. bisognerebbe lanciare un progetto di una classe pilota che utilizzi solo e-book sarebbe un successo. Il costo di un lettore è inferiore al costo dei libri di un primo anno di liceo.
Vecchi demagoghi statalisti ….
Marco
dovrebbe essere un ebook fatto ad hoc. in ghisa o qualcosa di molto molto resistente. se un tuo compagno ti lancia il libro attraverso la classe ok, botte, se ti strappa una pagina, la scocci ma vai avanti, se ti lancia un iliad o ti sfonda lo schermo hai un danno economico tragico per il bilancio familiare e in più sei impedito a usare qualsiasi libro di qualsiasi materia. non sono contro eh, ma deve esserci una device dannatamente adatta allo scopo altrimenti si avrebbe un tombale ritorno negativo.
[…] in Italia la digitalizzazione dei libri scolastici genera ancora accese discussioni – libro di carta sì libro di carta no – che sfociano anche sul come si si rappo… tutto questo mentre Amazon procedete spedita con il suo Kindle. Amazon ha, infatti, capito […]
Tornando alla legge: “Al fine di potenziare la disponibilità e la fruibilità, a costi contenuti di testi… da parte delle scuole… a decorrere dall’anno scolastico 2008-2009, i libri di testo… sono prodotti nelle versioni a stampa, on line scaricabile da internet, e mista. A partire dall’anno scolastico 2011-2012, il collegio dei docenti adotta esclusivamente libri utilizzabili nelle versioni on line scaricabili da internet o mista”.
A regime, gli editori per la scuola dovranno pubblicare libri in versione soltanto online, o online e cartacea (mista). Non potranno limitarsi a quella cartacea. Gli studenti potranno scegliere di comprare quella cartacea, come sinora avvenuto, oppure scaricare quella online. Le loro opzioni aumentano. Non mi è chiara dunque la critica del prof. Auci “alla legge” (più chiara quella agli e.book), visto che la stessa non “condanna” le (a suo dire più confacenti) edizioni cartacee. Potrebbe obiettarsi: di fatto le edizioni cartacee finiranno col ridursi, perché costeranno di più in rapporto a quelle online. Se ciò avverrà, vorrà dire che le preferenze espresse dagli acquirenti saranno per la versione online, piuttosto che per quella cartacea, nonostante le considerazioni espresse dal prof. Auci (quelli che invece le condividono, continueranno ad alimentare la domanda di libri cartacei). Poiché è tra i compiti dello Stato quello di promuovere la facilità di accesso alla educazione, e i costi per i libri costituiscono una oggettiva barriera, mi sembra corretto che lo Stato tenga in considerazione i possibili risparmi e imponga la messa in commercio delle versioni online. Aggiungo che se non vi fossero stati, come credo vi siano stati, un cartello tra gli editori e una potente lobby degli stessi verso scuole e parlamento, qualcuno di essi avrebbe già provato a produrre libri anche online (o solo online).
Quanto a stampa e toner, anche secondo me saranno molto usati per stampare i libri scaricati online. Non vedo lo scandalo: lasciamo decidere a chi acquista il libro online come fruirne.
[…] chi non conosce l’antefatto leggere il post di Tombolini “Gravità Zero reloaded: prima della cura” e, antefatto dell’antefatto, “Gravità altro che zero: quando la scienza si fa […]