Sono in partenza alla volta di Sant’Agata sui Due Golfi, insieme ai dieci fortunati invitati da San Lorenzo, per il Don Alfonso 1890 (chef Alfonso Iaccarino, coadiuvato dai figli Ernesto in cucina e Mario in sala), dove ci attende, per il pranzo di domani nonché prima tappa di IVLPN, questo menu. I vini SL in abbinamento sono stati scelti dal sommelier del Don Alfonso 1890, Maurizio, che ha avuto carta bianca da parte nostra… i dettagli da domani sera in poi.
Nel frattempo chi vuole può già iscriversi e sperare di far parte dei 10 invitati SL per la seconda tappa di IVLPN, ovvero la cena che si terrà al Symposium 4 stagioni di Cartoceto (chef Lucio Pompili) il 20 luglio prossimo.
Antonio scusa questa mia, ti seguo sempre ma a me non sembra una grande trovata questa che avete avuto di far “vincere” un posto un una cena di gruppo nei super-stellati et similia…
Perchè, immedesimandomi nel commensale:
1) Quando decido di spendere più di 200 Euro a testa provo anche un certo piacere nel “potere” permettermelo, nel poter pagare quel prezzo. Se poi pago anche per una compagna di cena, o per un’amico, ecco… Anche in questo vi è un piacere innegabile (senza scendere troppo nei meandri della psicologia)
2) Presentarsi da Iaccarino & Co. perché sorteggiato, non quindi per “meriti” o per “volontà” vuole dire solo che hai avuto fortuna (e anche qui la parte di “scelta” è mortificata)
3) La compagnia con cui sedermi a tavola al ristorante la scelgo prima di entrarci. Trovarmi, con tutto il rispetto, con degli sconosciuti sorteggiati non è la stessa cosa. Oppure vuoi dirmi che iscrivendosi si entra a far parte di una community etc etc (mah). Le mie conoscenze le faccio volentieri al bar (questo è soggettivo, intendiamoci) o in mille altri posti, ma al ristorante ci vado con chi dico io, non lo trovo un buon posto per fare conoscenze, detesto le cene alla cieca.
4) Il munifico sponsor deve avere un suo ritorno: paga la cena ma ha bisogno che si parli della cosa, che il suo nome venga associato all’alta ristorazione, che venga anche riconosciuto come innovatore nel modo di fare promozione di sé (e molto altro). C’è sotto business. D’accordo, nessuno pensa che chi paga il conto sia un filantropo o una mensa di lusso a sorteggio, ma quando vado a cena non posso pensare di essere parte di un’operazione di marketing. Distoglie la mia attaenzione dal piacere della tavola. Trovo che questo travisi i valori della “convivialità”.
Insomma: una mezza via tra la cena d’affari e la gita premio dei fortunati che (probabilmente) non se lo sarebbero mai potuto permettere, che in questo modo hanno “l’occasione” di cenare alla grande…
Tutto questo la mia opinione personalissima
Michele
Caro Michele, le opinioni, proprio in quanto “personalissime”, e tanto più se garbate come al tua, sono indiscutibili per definizione. E tuttavia, lasciami dire: io adoro un’azienda che, invece di buttare soldi in insulse campagne pubblicitarie, decide di investirli in questo modo. Non solo: adoro perfino il ritrovarmi a cena con degli “sconosciuti”. Che poi, a ben vedere, in rete così sconosciuti alla fine non lo siamo poi tanto. Ti scrivo queste righe da Sant’Agata, dopo aver incontrato Mario ed Ernesto Iaccarino, emozionati anche loro per questa “strana occasione” che pure a loro non è mai capitata, di prepararsi a servire un menu da favola a persone diverse dai soliti “clienti”, che in genere sono o ricconi di passaggio o i soliti “addetti ai lavori”. Insomma, più ci penso e più, secondo me, è una figata… e scusa il francesismo 🙂
Mha, io ero uno dei “fortunati vincitori” e mi è dispiaciuto non poco dover rifiutare a causa di un impegno imprevisto dell’ultima ora. Avrei davvero pranzato molto volentieri con degli sconosciuti, inoltre non provo nessun piacere nel permettermi di pagare quel prezzo… piacere nel mangiare in certi posti sì, nel pagare certi conti no, mai, se posso evitarlo 🙂
E fatemelo dire a cose fatte (a parte i post dettagliati sul posto, sulla splendida Iaccarino-band, sul pranzo a dir poco sublime, sui vini San Lorenzo che qualcuno ancora paragona ai vini Giordano… glab…): alcuni dei partecipanti li conoscevo già, of course, ed altri no. Beh, la compagnia è stata è uno degli ingredienti più buoni e importanti della ricetta! E ci tornerò…
a me (ma soprattutto al mio consorte per la prima volta partecipante ad una iniziativa) non è affatt dispiaciuta la compagnia di semi-sconosciuti con cui si è condivisa una convivialità e una location spettacolare
Forse dovrei star zitta, facendo parte dell’organizzazione della cosa, ma io notoriamente non sono un gran animale sociale che si adatta facilmente, ma il problema di pranzare con degli sconosciuti manco me l’ero posto…
E mentre qualcuno dalla rete già sapevo chi fosse e tutti li avevo sentiti via mail, non mi sono mai sentita per un solo secondo a tavola con degli sconosciuti, ma con degli amici, con delle persone con le quali stavo condividendo l’emozione di partecipare a un’esperienza unica…
E unica non perchè non sia mai stata in un ristorante di tale livello, ma perchè ogni pranzo, ogni chiacchiera, ogni sorriso sono stati unici, ineguagliabili e spero onestamente ripetibili!!!
🙂