Confermo quel che mi venne da pensare da subito su quale sarà il principale impatto della crisi finanziaria sull’economia reale, in particolare sull’economia della rete: facile, tutti i business basati sulla raccolta pubblicitaria (ovverio il 90% dei business online, Google incluso) si troveranno in forti difficoltà, e occorrerà finalmente smetterla di lanciare imprese basate solo su quel modello.
Ora arrivano segnali in tal senso, anche su Google.
E mi viene in mente una cosa vecchia, molto vecchia…
Beh, se succederà quello che successe dopo il tuo post “vecchio, molto vecchio”, allora il mercato non ha nulla da temere 🙂
In realtà il cambiamento sta avvenendo su mille fronti diversi e, come è sempre successo, non sarà drastico. Peraltro non si vedono all’orizzonte modelli economici che sostengano i media e che siano realmente diffusi, davvero alternativi a quelli pubblicitari.
O meglio, io un’idea ce l’ho, ossia i contenuti generati dalle aziende e quindi alternativi ai media tradizionali (on/off-line) ma ci vorrà comunque un bel po’ di tempo.
Il nuovo modello di business quale sarebbe? Lanciare una nuova rivista cartacea che raccoglie pubblicità offline come Condé Nast?
@Marco
Ti sei dimenticato un pezzo: “Lanciare una nuova rivista cartacea che raccoglie pubblicità offline come Condé Nast e poi cercare di venderla come ebook”
😛
purtroppo in italia la rete sta indietro.
il cartaceo potrebbe veicolare la rete.
il mio sogno per esempio, e’ far diventare il mio blog un bimestrale.
saluti,
angelo
Wow, idea geniale!!! 😀
Detto seriamente: il “nuovo” modello di business secondo me è il buon vecchio modello della bancarella del mercato ambulante: “Guarda qua signo’, guarda quant’è bello, senti quant’è bbono… te piace? Costa tot”, “Oh, ma no, ma è troppo, non c’è lo sconto?” “Ma quale sconto signo’, annamo su, vabbè famo cifra tonda e nun ze ne parla più” ecc…
Ecco, questo è per me il mercato, anche online.
Ahh, ora ho capito cosa si intende per “conversazione”! 😀
Esatto 🙂