Esce oggi su L’Opinione, a pagina 7 con richiamo in prima, l’intervista che ho rilasciato ad Alessandro Di Tizio (by the way, autore del libro La fantasia come necessità, un ottimo studio sulla comunicazione in casa radicale). Il testo dell’intervista è disponibile anche su su Abruzzo Liberale e su Luxor, il blog del mio amico Alessio Di Carlo.
allora sei un radicale libero?
:-O)
Non so se scrivere qui sia un passo indietro o in avanti. In teoria dovrei postare i miei commenti sull’argomento “di la”, ma.. preferisco qua.
Ho letto le lunghe discussioni sul forum di radicali.it, ed inizio ad intravedere “cattivi” un po’ dappertutto. E’ dannatamente assurda la situazione: nessuno vuole leggere ciò che dici, nessuno ascolta davvero i tuoi interventi.
Perchè? Probabilmente perchè hanno il terrore di poter pensare, anche solo un momento, che non dici tutte quelle stupidaggini che gli fa comodo credere tu dica.
Che pena.. nessuno disposto ad ascoltare, nessuno disposto a mettere in gioco le proprie convinzioni. I propri pregiudizi, cioè il giudizio (ovviamente negativo) che hanno sulle cose che dici PRIMA ANCORA di sentirle.
Non volevi l’etichetta del “radicale cattolico”, e ti hanno appiccicato quella del “radicale eretico”.
E qui mi viene da fare un’altra riflessione, sulla laicità. E cioè che molto spesso i chierici diventano tali non per loro colpa, ma perchè alcune persone (temo molte di più di alcune) si affidano loro, irresponsabilmente, senza mai chiedere il conto di questa fiducia.
Lo so, è tardi e scrivo male. Se non si capisce ciò che voglio dire, fa niente, lascia stare.. non ce smuginà.
Si capisce si capisce eccome, caro Ernani. Il discorso si farebbe lungo, e comunque va fatto. Ogni volta che mi capita di parlare di laicità (e dunque anche di clericalismo) cerco di spiegare come la cosa – prima e più che riguardare il problema (falso) dei “rapporti tra laici e cattolici” – riguardi tutti gli àmbiti della vita. In ogni àmbito della vita, infatti, la natura umana, naturalmente incline allo stabilirsi di rapporti di potere, tende a costruire un “clero”, una casta di chierici (è così nella religione, ma anche nella politica, nello sport, nell’economia, nel diritto…) che si appropria (spesso coi non-chierici consenzienti, tanto è comoda e deresponsabilizzante la cosa):
1. del diritto esclusivo di stabilirne le leggi, riservandosi il privilegio di non doverle osservare;
2. delle “chiavi della scienza”, e del sapere di quell’àmbito, mettendosele in tasca a impedendo a chi volesse di entrarvi, e di “cercare” liberamente.
Su tutto ciò cfr. Luca 11:45-52 🙂