Bravo Francesco, abbiamo accontentato Filippo! 😉
[I numeri: l’operazione Abbonamento all’orto di Parco dei Buoi parte il 13 gennaio scorso; dieci giorni dopo, il 24 gennaio, forse non ce la fa , e Filippo mi fa la sua predichetta 😉 Ma il tam-tam cresce a valanga, e tre giorni dopo, il 27, forse ce la fa (21 abbonamenti). Al 5 febbraio (24 giorni dal lancio) gli abbonamenti sono 37, più dieci dalla Danimarca su cui si sta lavorando per risolvere i problemi di trasporto. Il termine è scaduto, Francesco dice ok, l’orto si fa, intanto che fa freddo potete ancora sottoscrivere. Fino a ieri: 46 abbonamenti più 10 pending dalla Danimarca!]Ah, Fillippo, dimenticavo un altro piccolo dettaglio: lunedì prossimo butta un occhio sull’inserto Economia del Corriere della Sera… 😉 Il tutto rigorosamente senza pubblicità.
Carissimo Antonio, non voleva certo essere una predichetta. Solo un punto di vista che confermo. Rispetto ed anzi apprezzo molto i modelli comunicativi che segui ma semplicemente NON CREDO che la pubblicità sia morta come tu spesso affermi. Bellissimo vedere concretizzarsi, sia pur con i ripetuti rinvii e posticipazioni alle scadenze inizialmente prefissate, un progetto, solo grazie al tam tam. Che dire, chapeau, c’è sempre da imparare.
Non credo il progetto fosse cosi’ irrealizzabile, ma personalmente sono convinto e spero che un giorno avverra’ cio’ che Tombolini auspica.
E.g. il blog di Beppe Grillo (che va tanto di moda): se come dice Tombolini e’ da deprecare perche’ il padrone del blog non interviene direttamente partecipando al mondo virtuale da lui creato, allora non puo’ essere semplicemente considerato una forma di pubblicita’ ai suoi spettacoli ed alla vendita del suo dvd?
Sì, Luigi, su Beppe Grillo la penso esattamente così: pubblicità=broadcasting (che sia in tv o in un sito “di massa” poco importa), uno parla e tutti gli altri sono “spettatori”. L’alternativa è la conversazione, anzi: le conversazioni, che stanno soppiantando la pubblicità (che nel frattempo, non so se l’ho già detto 😉 è morta).
Tra l’altro pensandoci bene la maggior parte dei siti hanno questa prerogativa pubblicitaria.