Il blog di Antonio Tombolini

Se il self-publisher fa sul serio

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Foro Annonario, Senigallia
#ISPF2013, 19-20 Ottobre 2013, Foro Annonario, Senigallia
Da un po’ di tempo sto facendo una specie di sondaggio artigianale tra gli autori che si autopubblicano con Narcissus, chiedendo ad alcuni di loro cosa farebbero nel caso in cui venissero contattati da un “grande editore” per essere introdotti nel circuito della “grande editoria.
Ce ne sono ancora alcuni che non esitano a dire che si sentirebbero “lusingati” dalle attenzioni di un editore tradizionale. Dovessi però dare un’idea della tendenza e degli umori di gran lunga (e in misura crescente) prevalenti tra i nostri self-publishers, userei quel che mi ha scritto una di loro, che ha fatto il percorso inverso (da un editore tradizionale al self-publishing, e non il contrario):

“In base alle mie precedenti esperienze con gli editori di turno mi vien da dire: Narcissus a vita. Io vengo da [Nome Grande Editore] e credo fortemente nel self-publishing. Nel VOSTRO self-publishing. E in Simplicissimus. Siete i migliori, punto ;-)”

Ora, a parte gli apprezzamenti nei confronti della nostra piattaforma – che giro tutti e per intero alla mia tribù: bravi! – mi verrebbe da dire: cari amici editori, potete davvero permettervi ancora di negare, o denigrare, o anche solo trascurare il fenomeno del self-publishing? E ai più avvertiti: pensate davvero che averci a che fare significhi solo usare il self-publishing come serbatoio di talenti da cui estrarre a vostro piacimento i migliori?
O in altre parole: quello che si è fisicamente e corporeamente manifestato a #ISPF2013, ovvero il self-publishing come luogo possibile per un rinascimento dell’editoria, con tutti i suoi mestieri dentro, è stato compreso? [E quanti editori, tra i 1200 e più che affollavano la piazza, vi hanno partecipato?].

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