Il blog di Antonio Tombolini

Succede al Presidio Ospedaliero Macedonio Melloni di Milano

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Tre giorni fa il mio amico Alberto manda ai suoi amici una mail che sprizza gioia da tutti i pori: E’ nato Alessandro Tremolada!

Oggi ricevo ancora da lui una mail di diverso tenore, che sprizza sacrosanta rabbia da tutti i pori. Non so fare di meglio che riprodurla qui, senza commenti:

Come sapete sono neo-papà di Alessandro Tremolada nato il 31/10,
e Vi ringrazio per gli auguri.
Purtroppo tuttora ricoverato, presso il Presidio Ospedaliero
Macedonio Melloni a Milano.
Cosa abbiamo scoperto oggi?
Che per probabile negligenza di un operatore
in sala parto ( pur essendo scritto in cartella ), non
è stata fatta profilassi antibiotica di copertura
a mia moglie.
Mio figlio ha così contratto infezione, che è in fase
di trattamento antibiotico.
Chi mi garantisce che in futuro non abbia problemi di
salute, causa negligenza?
Per risparmiare una flebo da pochi euro?
L’importante è portarsi i telefonini in sala parto.
La preoccupazione non è solo per il mio caso personale,
ma che possa succedere ad altre persone.
Questa è la sanità, dove la nostra vita è in mano anche agli
incompetenti ( che spesso la fanno franca ).
Su un punto concordo con Voi, che sono le persone che fanno
la differenza.
Si investono milioni e milioni e poi per un errore, all’apparenza
stupido, le Istituzioni possono avere danni rilevanti ( di immagine
e reputazione ).
Sul miglioramento delle persone dobbiamo lavorare tutti assieme.
Scusate lo sfogo bisogna dare voce a quanto non funziona.
Saluti.

Alberto Claudio Tremolada

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  • Capisco perfettamente la rabbia di Alberto Claudio e le sue preoccupazioni per il futuro e gli auguro il meglio possibile per il suo bambino, per sua moglie e per lui stesso.
    Purtroppo “sono cose che succedono”, anche se non dovrebbero, perchè si sta giocando con la vita e l’incolumità delle persone.
    Ho 27 anni e ne so “qualcosa” anche io, quando nel lontano 2002 mia madre (all’epoca 47 anni) in seguito a una “massa non identificata” a livello del mesentere (membrana che riveste l’intestino) è stata operata dai dott. (?) Eugenio Landi e Cristina Marmorale presso l’Ospedale Umberto 1° di Ancona-Torrette per rimuovere suddetta massa. 24 ore dopo l’operazione il suo intestino è andato in necrosi totale e gliel’hanno dovuto asportare. Tutto. Tutto quanto. Sapete perché?
    Perché i medici, durante l’operazione, non avevano “ricucito” bene l’apparato vascolare dell’intestino, che poi era andato, appunto, in infarto. Avrebbero dovuto chiamare il chirurgo cardiovascolare ma non è stato fatto. Inoltre, sebbene ad un primo esame oncologico la massa era risultata negativa (quindi non cancro), loro l’avevano trattata come se lo fosse, asportando il massimo asportabile e rendendo, quindi, ancora più difficile la ricomposizione dell’apparato vascolare intestinale.
    Abbiamo fatto causa, ovvio. E l’abbiamo vinta. Nel giro di 1 anno mezzo (in così poco tempo perché l’assicurazione ha preferito liquidare subito piuttosto che continuare…l’errore, da parte dei medici, è stato madornale…i medici hanno commesso tutti gli errori possibili del caso: imperizia, negligenza e imprudenza) è arrivato il rimborso, che mai potrà rimborsare tutto il dolore e le sofferenze. Dulcis in fundo: il medico legale che ci ha assistito durante la causa ci ha confermato che la sua malattia (mesenterite sclerosante, una malattia rara ma non impossibile da curare) si sarebbe potuta curare con i cortisonici. La sua era una malattia la cui terapia andava studiata a tavolino e non “aprendo la pancia” alla bell’e meglio.
    Mia madre è ora in attesa di trapianto multiviscerale (fegato-intestino-pancreas) da quasi 5 anni. Non mangia. Avete letto bene: non mangia. Sono quasi 5 anni che non può ingoiare cibo e nutrirsi con il cibo che tutti noi mangiamo. La nutrizione gli arriva direttamente in vena (nutrizione parenterale) e sta attaccata alla sacca 18 ore al giorno.
    La cosa più amara (dopo tutte le sofferenze e i dolori provati; dopo l’aver appreso, un giorno, che avrebbe potuto fare il trapianto perché erano arrivati organi con lei compatibili, ma in quel momento non poteva sottoporsi al trapianto perché in balia di una violentissima infezione, in cui gli avevano dato 48 ore di vita) è sapere che medici che sbagliano siano ancora in giro e siano ancora in grado di operare.
    Attenzione: per sbaglio non intendo l’errore umano, l’errore che avviene comunque in ambito “scientifico”, la tolleranza delle macchine, etc… Per sbaglio intendo la superficialità, l’ignoranza dell’azione, come dice Alberto Claudio “L’importante è portarsi i telefonini in sala parto”.
    Certo è che in un mondo dove il lupo non morde il lupo, sarà difficile trovare una giustizia davvero giusta. Senza soldi che ripaghino nessun danno.

  • Non voglio assolutamente fare polemica ne giustificare nessuno e ad Alberto va tutta la mia solidarieta’, ho una bimba appena nata che ha solo qualche piccolo disturbo e necessita di un po’ di esami e posso solo vagamente immaginare come si senta, ma forse (almeno dal poco scritto da Alberto) l’errore umano ci potrebbe stare, e per quanti protocolli e procedure si segua l’errore umano ci sara’ sempre e purtroppo si potra’ sempre incappare in questo, e rischiare la vita per stupide sbadataggini, penso che a tutti noi almeno una volta nella vita sia capitato di sbagliare.
    Il caso di Mary invece mi sembra decisamente diverso e denota un comportamento al limite del criminale ed e’ terribile che il medico responsabile sia ancora in giro ad operare.
    Buona fortuna a tutti.
    Isacco

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