L’avevo annunciato qua, avevo detto che ci sarebbero volute un paio di settimane, e invece ci sono voluti un paio di mesi, evabbè, si sa, la rivoluzione non è una cena di gala ecc… ma finalmente ci siamo!
Il risultato però secondo me è semplicemente strepitoso.
Ma andiamo con ordine.
Da che mondo è mondo, se vai in un negozio la mercanzia che vedi è quella che il bottegaio ha preparato per te: la vetrina, gli scaffali alle pareti, quelli sul retro del bancone, la merce piazzata vicino alla cassa, a volte, vedi autogrill, i percorsi obbligati perché tu veda esattamente quelle cose in quella sequenza, se no non te ne puoi andare.
L’ecommerce, nonostante i progressi, non si è mai di molto allontanato da quella impostazione. Certo, nessuno può obbligarmi online a percorrere tutti gli scaffali prima di andarmene, se ci provi, voilà, un clic e via, sono già in un altro sito, in un’altra bottega. Epperò tutti, ma dico tutti, ma dico proprio TUTTI!, compresi i Sacri Numi dell’Ecommerce (da Amazon a Ebay a tutti gli altri) si adeguano alla regola per cui il commercio, ai tempi della rete (al contrario della comunicazione e dell’informazione), è ancora incredibilmente push: voglio spingere quel prodotto, perciò te lo sparo in vetrina; quel produttore mi paga un contributo, perciò lo metto in primo piano; quell’editore fa una promozione, perciò i suoi libri vanno in homepage; voglio spingere quell’autore, e quindi te lo metto nella newsletter, ecc…
Non vedo eccezione alcuna, andate a guardare, e poi tornate qua (rimaniamo ai libri, ma la cosa può essere estesa a tutte le merceologie): Amazon.it, ibs.it, LaFeltrinelli.it, Bol.it, Bookrepublic.it, …
Fatto? Visto? Tutti fanno la stessa cosa: spingere spingere spingere.
Noi no. Noi con Ultima Books da oggi no, non più. Andateci, e poi tornate qua, non senza averci giocato un po’: UltimaBooks.it.
Fatto? Visto? Strepitoso no?
Certo, se arrivo lì che non ci sono mai andato e nessuno mi conosce, il libraio mi fa vedere qualcosa, quello che lui pensa possa essere interessante, soprattutto per lui, ma… cavoli, la prima cosa che fa è che mi dà le chiavi della sua bottega, mi fa mettere le mani sulla vetrina, e sugli scaffali! Posso aprirli e chiuderli a piacimento, posso crearne di nuovi, posso spostarli su e giù come mi pare! E se mi registro, la volta successiva mi riconosce e quando torno su UltimaBooks.it non troverò più (solo) le proposte del libraio, ma anche e soprattutto i miei scaffali, una vera e propria libreria permanente personale, che mi farà trovare automaticamente aggiornato il mio personalissimo scaffale, con tutte le novità su quell’argomento, su quella categoria, su quella chiave di ricerca personalissima che volevo tenere d’occhio (un autore, un luogo, il titolo della mia tesi di laurea, …). WOW! Mai visto prima!
Ecco perché la rivoluzione è compiuta: un piccolo passo per UltimaBooks, un enorme passo per il commercio intero. Il potere non è più in mano al venditore, ma al compratore; e se il venditore vuole vendere dovrà affidarsi al compratore, ai suoi gusti e alle sue scelte, alle sue curiosità e ai suoi stimoli, e mettergli a disposizione il sistema migliore e più piacevole di soddisfarli.
Allora perché quel quasi nel titolo di questo post? Cosa manca ancora alla rivoluzione del commercio perché, grazie all’ecommerce, possa dirsi compiuta e all’altezza dell’era digitale?
Ovvio: manca ancora la possibilità di condividere e scambiarsi gli scaffali personali. Sarà il nostro terzo passo. Spero entro febbraio 2012. Da quel momento i nostri amici bibliofili potranno non solo aprire e chiudere, spostare, creare ed eliminare scaffali, con scelte che restano persistenti ad ogni nuova visita in libreria. Potranno anche decidere se e quali scaffali personali mettere in condivisione, per suggerirli ai loro amici o a tutti indistintamente, e ci sarà una classifica degli scaffali più utili e gettonati, e per creare la mia libreria ideale personale potrò attingere a tutti gli scaffali condivisi dagli utenti che lo vorranno.
Io, per me, lo trovo un percorso affascinante, tanto che sarebbe un peccato tenercelo solo per noi. Per questo, compiuto anche il terzo passo, metteremo la tecnologia che rende possibile tutto questo a disposizione di tutti: di tutti i nostri colleghi librai online, ma anche di tutti i nostri colleghi mercanti online. E quando l’ecommerce avrà compiuto questo passo, chissà, magari ci verrà in mente di fare qualcosa di simile anche nel commercio offline, nelle botteghe “fisiche”, non è mica impossibile…
…che dirti….tanti tanti complimenti per il risultato ottenuto e per quello che vorrai ottenere ancora…
Grazie Laura 🙂
senza guinzaglio, liberi come sempre desiderato ma mai pouto.Sembra il primo passo sulla luna… Bravo una porta aperta su un nuovo mondo
Ah, i libri digitali! che bella invenzione! e che belli gli e-book reader (che ti permettono di tenere in borsa un’intera biblioteca) e gli editori di libri digitali (che vendono gli uni e gli altri) e…
Well done, Antonio. Congrats! e speriamo che la vostra apertura mentale sia condivisa in fretta dall’editoria tutta.
Antonio,
non c’è niente da fare: anche dopo tanti anni di Web life sei sempre avanti agli altri.
Complimenti e un caloroso saluto !
Grazie Atos, sempre troppo buono 🙂
Complimenti ad Antonio e a tutto lo staff. Direi che siamo sulla buona strada. La creazione degli scaffali è ancora grezza e le ricerche avanzate non sono molto flessibili però già è qualcosa. Se posso permettermi, ho un consiglio da darvi. Prima di parlare di “rivoluzione” partiamo dalle cose terra-terra: il rispetto del lettore. E’ un mio parere, ma non può iniziare nessuna rivoluzione senza dar modo ai lettori-acquirenti di usufruire di un’anteprima dei libri (cosa peraltro che avviene già su altre piattaforme e da cui dovreste solo copiare :D). Dopo di che. Si è vero gli scaffali sono belli, però vorrei sapere se un ebook è formattato male o è scritto peggio, prima di comprarlo.